Nella Prima parte
Referendum BUFALA : ci prendono in giro e spendono i nostri soldi !!! ho parlato del quesito referendario sul Legittimo Impedimento e di come sia insensato ed inutile (oltre che economicamente gravoso) abrogare una legge che decade comunque ai primi di ottobre di quest'anno (18 mesi dall'entrata in vigore) considerato che la trafila burocratica, in caso di vittoria dei "SI", porterebbe all'abrogazione di tale legge a fine Settembre.
Nella Seconda parte
Referendum BUFALA: Un buco nell'ACQUA ho parlato dei cosidetti quesiti sulla "privatizzazione dell'acqua" e di come uno di essi disincentiva gli investimenti svincolando gli aumenti tariffari a prescindere dal capitale investito mentre l'altro abroga la possibilità di aprire al mercato e quindi alla concorrenza lasciando la gestione di tutti i servizi locali di rilevanza economica esclusivamente nelle mani dei soggetti pubblici che spesso risultano essere carrozzoni politici utili solo per alimentare le clientele elettorali.
In questa Terza ed ultima parte vi parlerò del "Referendum sul Nucleare" anche se questo quesito con molta probabilità sarà eliminato dal Referendum a causa al Decreto Omnibus che contiene, fra l'altro, lo stop alla costruzione di nuove centrali nucleari in Italia. (1)
A differenza della Prima e della Seconda parte di questo post in cui la Bufala era nello stesso quesito referendario e nelle inesattezze con cui i media ci (dis)informano, con il quesito del nucleare si va ad abrogare effettivamente la possibilità di costruire le centrali per la produzione di energia nucleare dunque la Bufala in questo caso è nella scorretta concezione del Nucleare creata dalla disinformazione atta ad accrescere la paura e lo spauracchio nucleare, unici argomenti in possesso degli anti-nuclearisti che vogliono farci vedere ogni centrale nucleare come una potenziale Bomba Atomica pronta ad esplodere e vogliono farci credere che i rifiuti (o le scorie) nucleari siano una piaga inestinguibile.
Senza soffermarsi sui benefici che l'energia nucleare porterebbe all'Italia come:
- la possibilità di produrre energia pulita e diminuire quindi le emissioni di anidride carbonica dovuta ai combustibili fossili (vedere anche Obama ambientalista pragmatico)
- la diversificazine e la diminuzione di dipendenza energetica (soprattutto in un periodo di forti tensioni Geopolitiche)
e sorvolando anche sul fatto che ...
- l'energia nucleare è attualmete l' unica seria alternativa ai combustibili fossili dal momento che le fonti alternative e rinnovabili risultano essere insufficienti anche nella più rosea visione futura (2) (3)
- le scorie nucleari occupano volumi molto modesti tali da essere stoccati in sicurezza con relativa semplicità ed inoltre tramite il loro riprocessamento costituiscono nuovo materiale energetico ad alto potenziale
- l'energia nucleare è prodotta ed utilizzata da tutti i paesi più ricchi, industrializzati ed in via di rapido sviluppo (Stati Uniti, Regno Unito, Russia, Giappone, Germania, Francia, Canada - cioè 7 su 8 dei G8, manca solo L'Italia - ... ed ancora ... Brasile, Cina, India, Messico, Sudafrica, Corea del Sud, Belgio, Olanda, Finlanda, Svezia, Spagna, Slovenia, Repubblica Ceca, Bulgaria etc...)
... Siamo davvero sicuri che eliminando il Nucleare dall'Italia risolviamo il problema e ci mettiamo al sicuro dai tanto paventati rischi di incidenti Nucleari ed evitiamo di essere "inquinati" dalle scorie radiattive?
Mi spiace deludere gli avversori del Nucleare, ma la risposta è NO, non ci libereremmo comunque dell'eventuale rischio di incidenti (visto che tutti i paesi ai nostri confini hanno numerose centrali nucleari attive), nè dalle scorie e dal materiale nucleare (visto che le basi USA in Italia sono zeppe di testate atomiche).
A tal proposito ecco alcuni estratti di significativi articoli :
L'Italia? Un deposito Nucleare
E’ una storia nota, ma la ripetiamo, anche a costo di sembrare monomaniaci: sono centinaia gli ordigni nucleari occultati in Italia da oltre mezzo secolo e pronti ad essere utilizzati contro altre nazioni su semplice ordine Usa.
E dire che appena dieci giorni fa, il 7 febbraio, il governo e la Duma di Mosca sono tornati a chiedere agli Stati Uniti di “rimuovere le proprie armi nucleari e smantellare le infrastrutture costruite per loro nelle basi insediate in territorii straniero”. Come d’obbligo in Occidente, la notizia è stata rimossa dalle “informazioni” graziosamente donate dagli “autorevoli” media italiani, molto più interessati ad amplificare le gesta delle varie Ruby o Brenda. Una tale “rimozione” è utile a chi comanda davvero l’Italia: oltre il 70 per cento dei nostri concittadini, infatti, ignora l’esistenza del potenziale bellico nucleare sparso sul territorio italiano. E che secondo gli stessi rapporti del Pentagono è pari a “un impatto esplosivo di distruzione di oltre il 50 per cento del territorio” nazionale.
Basi di occupazione che, si badi bene, non sono soltanto quelle “tre o quattro” - Aviano, Ederle, Ghedi Torre, Napoli.. - che più o meno anche i più distratti conoscono dai tempi dell’Allied Force in Italy, ma un centinaio di più.
Come è noto - anche grazie ad una deliziosa, si fa per dire, “circolare Trabucchi” che rimuove ogni ostacolo al movimento di uomini e mezzi militari “alleati” sul nostro territorio - i piloti statunitensi possono decollare da un momento all’altro con armamenti atomici capaci di regalare agli obiettivi “ostili” decisi da Washington una forza distruttiva che moltiplicherebbe per 900 volte l’effetto prodotto, a Giappone già sconfitto, dagli Usa su Hiroshima e Nagasaki.
Si sa. Gli americani hanno il dovere di portare la democrazia, costi quel che costi. Il placet a simili “operazioni”, peraltro, è stato già scritto e ben definito dal Nuclear Posture Review del Pentagono: gli Usa non escludono la possibilità di impiegare preventivamente armi nucleari contro gli Stati da loro definiti “canaglia”. Un possibile obiettivo? Naturalmente l’Iran: un “potenziale”... Nemico Nucleare.
Ma come mai l’Italia, allora, anche per difendere la sua pace, la sua sicurezza, e non diventare a sua volta obiettivo di ritorsioni, non “restituisce agli Usa” le testate atomiche, come già fatto da Canada, Grecia, Danimarca e Islanda?
Ma perché abbiamo perso la guerra, nel 1945, e siamo tuttora loro prigionieri, siamo in cattività controllata. Elementare.
Basi statunitensi in Italia ...
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Per quanto riguardale le “armi nucleari”, sono· circa cento quelle sul suolo italiano. Nonostante l’Italia abbia aderito al Trattato di non Proliferazione Nucleare, esse sono saldamente in mano statunitense con l’escamotage del sistema della doppia chiave (possesso e controllo Usa e uso solo con consenso italiano), creato per aggirare l’ostacolo del TNC che vieta la fabbricazione e detenzione di testate nucleari.
http://infotricksblog.blogspot.com/2011/04/basi-statunitensi-in-italia-occupazione.html
Nucleare: ecco perchè l'Italia non può fermarsi.
Votare contro il nucleare significa votare contro l'implementazione di una tecnologia per lo sfruttamento della forza dell' atomo che si basa su principi di funzionamento totalmente differenti da quelli implementati nelle vecchie centrali. Le vecchie centrali rimarrebbero comunque in funzione, con tutti i pericoli (ma sono scarsi anche in quel caso) che ne derivano. Non commettiate l'errore di pensare che il referendum possa allontanare le centrali che i francesi hanno costruito intorno a noi. Sapete quante sono? Tante, tantissime, più di quante possiate immaginarvi.
(...)
Le centrali di terza o meglio ancora di quarta generazione sono diverse a partire dal principio di funzionamento. Il core è progettato con la tendenza allo spegnimento. Per tenerlo acceso è necessario il continuo intervento umano. In caso di malfunzionamento o di catastrofe, la centrale si spegnerebbe senza alcun problema e non vi è modo che possa sfuggire al controllo degli operatori. Funziona tutto al contrario quindi: se l'operatore umano o i sistemi di raffreddamento funzionano, allora la reazione nucleare avviene. Se vi ne a mancare il corretto funzionamento di una qualsiasi delle parti di controllo che stanno intorno al reattore (meccanica o umana), il reattore si spegne. Niente botto, niente nube radioattiva, niente olocausto nucleare.
(...)
Un' altra informazione che sfugge ai più è la natura "pulita" delle centrali di quarta generazione. Significa che queste nuove centrali bruciano anche più del 90% del carburante fissile. Che altro? Significa efficenza elevata, ma significa anche una marea in meno di scorie. Anzi ZERO scorie. A questo punto verrebbe da dire che, pur bruciando il 90% del combustibile nucleare, una centrale nucleare di 4^ generazione produce comunque un 10% di scorie.
(...)
Ma c'è qualcosa d'altro di cui la gente non è informata. Quelli che dicono di NO alle centrali nucleari di nuova generazione sull' onda emotiva del preservamento dell'ambiente a vantaggio dei propri figli, non sanno che le centrali nucleari di 4^ generazione aiuterebbero paradossalmente a consumare le scorie nucleari prodotte dalle vecchie centrali, risolvendoci un annoso problema.
(...)
E le fonti rinnovabili? Gran cosa, si arriverà ad usare quelle un giorno, ma non oggi. Per il semplice motivo che messe tutte insieme non sarebbero capaci di fornire nemmeno la metà dell' energia che richiede il nostro stile di vita. Attenzione, sto parlando di tecnologie a disposizione e non di prototipi su carta la cui realizzazione è lungi dall' essere immediata.
Analizziamole quindi, però facendo lo sforzo di analizzarle in un contesto tutto italiano, proprio perchè i ragionamenti in linea di principio sono solo fumo:
ENERGIA EOLICA
FATTIBILITA' GEOGRAFICA: L'Italia non è l' Olanda o la Danimarca. Abbiamo certamente delle zone ventose, ma il territorio italiano non si presta in toto. Il rumore delle pale è fastidioso nelle ore notturne.
FATTIBILITA' POLITICA : l'italiano medio ha la memoria corta. Egli si è dimenticato che i primi oppositori contro l'implementazione di pale eoliche in Italia sono stati proprio i Verdi e gli esponenti della LAV.
I Verdi perchè dicevano che le esigenze di manutenzione delle pale imponevano la costruzione di strade di servizio di cemento in zone magari incluse in parchi naturali (non ho mai capito il perchè avessero scartato immediatamente l'idea di farle sterrate). Quelli della LAV perchè effettivamente le pale eoliche ogni tanto affettano qualche piccione. Sempre per ricordare la mentalità dell' italiano medio, l' Italia è il paese che ha deciso di osteggiare la costruzione del ponte sullo stretto di Messina, preferendo mantenere la Sicilia in una condizione di degrado piuttosto che disturbare le fasi dell' accoppiamento delle alici.
RAPPORTO COSTO/CAPACITA' PRODUTTIVA: scarso, scarsissimo. Una pala di grandi dimensioni può nella migliore delle ipotesi arrivare a rifornire di energia un quartiere.
FATTORE GREEN: elevato, una volta prodotte le pale rimangono in funzione, senza inquinare per parecchio tempo
ENERGIA IDROELETTRICA
FATTIBILITA' GEOGRAFICA: elevata: l'Italia è piena di fiumi e valli. Però per produrre tutta l'elettricità di cui abbiamo bisogno con l'idroelettrico dovremmo riempire tutti i nostri fiumi e le nostre valli di dighe di cemento.
FATTIBILITA' POLITICA: la diga va bene a tutti come soluzione, tranne agli abitanti dei paesi nei dintorni. E non hanno tutti i torti perchè in caso di cedimento strutturale dovuto per esempio ad un terremoto, l'onda di piena generata dal crollo della diga spazzerebbe tutto e tutti. Ricordate la tragedia del Vajont? http://www.vajont.net/ RAPPORTO COSTO/CAPACITA' PRODUTTIVA: elevato. Le centrali idroelettriche costano tantissimo ma sono capaci di rimanere in funzionamento per più di cento anni
FATTORE GREEN: l'impatto ambientale di una diga è devastante. Intere valli vengono trasformate, tutta la fauna e la flora circostante vengono eliminate.
SOLARE
FATTIBILITA' GEOGRAFICA: buona, sopratutto al centro sud Italia.
Attenzione però, Messina non è il Sahara!
FATTIBILITA' POLITICA: elevata, tanto i pannelli li pagano i cittadini RAPPORTO COSTO/CAPACITà PRODUTTIVA: scarsissimo. Un pannello solare non è in grado di produrre nemmeno il 100% dell' acqua calda necessaria ad una abitazione con 4 persone. Nè tantomeno è in grado di produrre elettricità a sufficenza. Il concetto è bellissimo ma sino a che l'efficenza media di un pannello si attesta intorno al 15% di conversione di luce in energia, la diffusione sarà scarsa, visti anche i costi parecchio elevati (nonostante gli incentivi statali, che sono una presa per il giro, perchè i soldi dello stato arrivano sempre dalle nostre tasche).
FATTORE GREEN: medio. Una volta installati durano in media solo 15-20 anni e vanno rimpiazzati con nuovi pannelli il cui costo sia produttivo che in termini di bilancio ecologico sono elevati.
(...)
Note:
(1) Decreto Omnibus già approvato dalla Camera e promulgato dal Presidente Napolitano e di imminente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, sul quale dovrà infine pronunciarsi l'ufficio centrale della Cassazione per i referendum per stabilire l'effettivo annullamento del quesito referendario.
La cosa strana è che questo invece che far esultare gli anti-nuclearisti li fa inviperire perchè dicono che sia una manovra del governo che bleffa per evitare il Referendum per poi reintrodurre l'opzione nucleare.
In realtà in qualsiasi modo venga eliminata una norma, una legge o parte di essa, sia che venga cancellata per decreto o abrogata tramite Referendum nulla vieta al legislatore di re-introdurla in futuro quindi che il nucleare sia "cassato" per Referendum o per Decreto Legge il risultato rimane lo stesso.
(2) Per approfondimenti vi consiglio il libro "
TORNARE AL NUCLEARE ?" di Chicco Testa e Patrizia Feletig Dalai Editore
Fukushima non è Cernobyl. E i morti per l’energia eolica sono molti di più
Dal ’52 ad oggi vi sono stati 63 morti per l’energia nucleare e ben 73 per l’energia eolica. La paura verso il nucleare è usata dai media e da gruppi per interessi non dichiarati. È ancora troppo presto paragonare Fukushima a Cernobyl. Intanto si dimenticano le vittime del sisma e dello tsunami.
(...)
Da 65 anni, da quando gli Stati Uniti sganciarono le bombe atomiche sul Giappone, il nucleare fa paura. Provoca quasi uguale spavento anche il nucleare per produrre energia in centrali con avanzati sistemi di sicurezza: è una paura quasi metafisica per una morte che arriva subdola e silenziosa, per gli effetti cioè delle radiazioni atomiche. Per questo, in questi casi, il richiamo mediatico ha sempre molta presa.
(...)
Ad esempio, da quando si è iniziato a produrre l’energia atomica fino ad oggi, cioè dal 1952 al 2011, le morti accertate provocate da incidenti in impianti nucleari ad uso civile sono state 63, di cui 53 (è la cifra massima tra le diverse ipotesi proposte) sono da attribuire al disastro di Cernobyl, il più grave finora verificatosi. Inoltre, in seguito a tale incidente, soffrirono di avvelenamento acuto da radiazioni, (AAR, acute radiation sickness) 237 persone in gran parte pompieri e soccorritori che concorsero a riportare l’incidente sotto controllo. La sindrome da AAR comporta un 60% di mortalità dopo 30 giorni, se al paziente si applica una terapia medica intensiva. Essa è determinata da un livello di esposizioni da 4 fino a 6 sievert (Sv). Delle 53 vittime di Cernobyl morirono di AAR 28 persone, altre 15 morirono di cancro alla tiroide, e le rimanenti altre per cause differenti. Tra i 72mila addetti impiegati nell’emergenza vi sono stati inoltre 216 decessi non tumorali per cause attribuibili all’incidente, mentre tra costoro le morti per tumore sono state (dal 1991 al 1998, considerando il periodo di latenza di oltre dieci anni) non significative, cioè in percentuali simili a quelle del resto della popolazione non direttamente esposta. Si trattò, è ovvio, di un avvenimento doloroso, che, però, va visto nel contesto della pericolosità di ogni azione umana. A titolo di paragone, ad esempio, le vittime, a partire dagli anni settanta, connesse alla produzione di energia eolica sono state, 73.