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lunedì 11 aprile 2011

Libia: Obiettivo primario del trio atomico USA-Gran Bretagna-Francia

Francia e Gran Bretagna spaccano l'UE e NATO -
Ritorno alla gerarchia degli arsenali atomici europei -  Germania va per un'altra strada -
Parigi e Londra piú vicine a Washington che a Bruxelles



Ohibò un reparto speciale francese specializzato in sabotaggi risulta disperso lungo la frontiera desertica tra la Libia e l'Algeria. La Spagna permette a 200 suoi militari (senza uniforme) di operare come "istruttori". Gli altri pensano ad invii di armi -come il Qatar- o far ricorso al mercenariato delle moderne guerre privatizzate o camuffate. Intanto i civili continuano ad essere bombardati dagli aerei della NATO, che non discriminano tra i "ribelli", neutrali e gli altri. Gli scenari dipinti inizialmene con toni rosati sono già cupi miraggi. La licenza d'intervento arbitrario concessa dall'ONU ad USA-Francia-Gran Bretagna è stata un azzardato ricatto del trio atomico.

Subito senza resistenza dalla Russia, Cina e Brasile: la sovranità della Libia vale meno della promessa d'un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza, ingresso nell'OMC o incremento delle esportazioni. Però Tripoli è un osso assai più duro del previsto che ha aperto crepe vistosee nell'Unione Europea e nella NATO. Ha svelato che l'ONU appartiene ad una oligarchia di cinque Paesi, ricattati dagli Stati Uniti.

Questo sorprendente movimento tellurico sprigionato dall'interventismo neo-coloniale si spiega con il peso globale oggi raggiunto dagli idrocarburi nell'economia mondiale. La tragedia nucleare del Giappone, la chiusura delle centrali nucleari in Germania, la revisione degli impianti obsoleti dettata da Washington, sono segnali che indicano un immediato drastico ridimensionamento delle fonti energetiche nucleari. Sono una derivazione secondaria e riciclaggio del progetto militare che portò a Hiroshima e Nagasaki. Per Ban Ki-moon quel che si sanziona contro la Libia non è valido per l'Arabia saudita che invade con 1500 soldati il Bahrein.

Disperazione che ha portato a interrompere il business di vecchia data con Gheddafi, nell'illusione di poter scippare tutto ipso facto e quasi gratis. Si sa che il deserto è fonte di miraggi multipli ed assortiti: iniziale colpo di Stato, putch, separatismo, secessione, lotta tribale. Ora siamo alla fase di trapianto di una balcanizzazione petrolifera, in cui non è più sufficiente fare gli sponsor. Occorrerà impegnarsi per anni direttamente o negoziare.

I due gemelli siamesi anglosassoni -delle due sponde atlantiche- hanno dato il colpo di grazia all'Unione Europea, che è il primo cadavere eccellente della guerra di Libia. L'UE ha mostrato la sua gracile natura di grande mercato, con una moneta subordinata all'anemico dollaro, e cinque macro-indicatori economici applicati unilateralmente dal Banco Centrale Europeo.

L'UE senza esercito, senza geopolitica, senza visione persino nel suo marittimo cortile di casa, ha subito gioiosamente l'istinto piratesco degli anglosassoni, e si è segmentata ulteriormente. Francia e Gran Bretagna si sono imposte all'UE e alla NATO perchè siamo tornati alla gerarchia dei valori reali: quella degli unici due arsenali atomici europei. C'è anche l'intesa cordiale per rafforzare l'egemonismo militare con finanziamenti bilaterali di lungo respiro. Viene cosí inumata qualsiasi possibilità di esercito europeo svincolato dalle briglie atlantiche. Non si direbbe che Sarkozy sia francese.

Hanno agito come un rullo compressore, al prezzo della spaccatura dell'UE e della NATO. L'Italia ha ceduto progressivamente su tutta la linea, grazie alla debolezza, ricattabilità e miopia della sua classe dirigente politica, interscambiabile ed omologata. Ha appena sacrificato l'ENI, è già in corso l'harakiri di Finmeccanica, ma non è tutto. Dopo le Generali, Londra e Washington a breve pretenderanno l'annullamento del progetto South Stream.

Si tratta di privare l'Italia della diversificazione delle sue fonti di approvigionamento energetico, aumentandone dipendenza e vulnerabilitá. A Roma non è permessa la sovranità di siglare accordi con la Russia e -dopo la Libia- sfumerà anche questo immenso mercato. I globalisti, i furiosi atlantisti e i bellicosi estremisti dei diritti umani, giammai contestano ad USA e Gran Bretagna la liceità etica dei loro maneggi con le petro-monarchie feudali del Golfo Persico.

La Germania -altro sconfitto della seconda guerra- ha avuto la forza e la lungimiranza di chiarire subito la non belligeranza con la Libia, risaltando che é controproducente il ricorso alle arti marziali. Non ha subito come un caporale la risoluzione-elasticizzata dell'ONU e lascia aperta la porta aperta ad altre soluzioni. Berlino non si piega all'ingiunzione dell'asse atomico Parigi-Londra. Dall'alto del suo potere produttivo di terza economia del globo può permetterselo, anche senza esercito. Tira dritto e non interrompe i lavori per il gasdotto che dalla Russia -via Baltico- alimenterà direttamente il suo fabbisogno energetico e di materie prime. Ha recuperato sovranità e ne fa uso.

Anche la NATO, già sminuita dai bilanci inferiori destinati alla difesa, mostra le rughe e tanti acciacchi, e non si tratta solo delle inevitabili magagne del "fuoco amico". Due suoi protagonisti di peso come la Germania e la Turchia l'hanno condizionata, frenandone gli ardori bellicisti. Hanno messo le briglie alle pretese espansioniste dell'asse atomico Parigi-Londra.

La coesione interna dell'organizzazione militare è messa a dura prova quando si tratta di agire contro una nazione che non ha aggredito nessuno dei suoi membri. Dopo le fallimentari campagne di Mesopotamia ed Afganistan, è difficile applicare la nuova dottrina strategica sigillata a Lisbona. Berlino ed Ankara non assecondano la pretesa di farne un attore offensivo in ogni continente, o di aprire un ulteriore fronte africano. Non sacrificano i loro succosi interessi di medio termine, nonché una crescente proiezione geopolitica a vantaggio del trio atomico transatlatico. La locomotiva d'Europa non accetta di trainare vagoni con derrate sospette atte a farla deragliare.

Siamo appena all'inizio, sanguinano molte gengive e vari denti si sono spezzati: il prezzo dei giacimenti libici è più alto di quanto previsto nei calcoli semplicistici dettati dalla disperazione. Soprattutto per l'Italia, che è ben lontana dall'essere inguaiata come i britannici. La Germania, Turchia e Brasile saranno determinanti nel momento del dialogo e dell'apertura dei negoziati con Tripoli, immediatamente suggeriti dal Venezuela sin dall'inizio del conflitto. Quando il ministro degli esteri britannico annunciava che Gheddafi era scappato nei Caraibi. Fu la prima menzogna di una initerrotta catena di piramidali balle propagandistiche.
 
di Tito Pulsinelli

Tratto da: Selvas Blog

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