Pagine

giovedì 24 novembre 2011

Il governo “Goldmonti” è tanto dannoso quanto inutile.


La cosa peggiore del governo “tecnico” di Mario Monti non è tanto nella dura politica di tagli, dismissioni, licenziamenti e aumento delle tasse che praticherà, ma quanto il fatto che essa sarà completamente inutile. Infatti il 21 novembre, alla riapertura dei mercati dopo il voto di fiducia, la borsa è crollata e lo spread è tornato a salire, segno inequivocabile che l’effetto Monti era una grande balla. In realtà, il contagio si è già esteso alla Francia, con Moody’s che minaccia la retrocessione del rating transalpino e l’interrogativo inevitabile: sospenderanno la democrazia anche in Francia per salvare l’euro?

In secondo luogo, la dimensione strategica del governo “tecnico” di Goldman Sachs/Monti non va sottovalutata. Per la prima volta, un militare in servizio diventa ministro della Difesa, un’assoluta anomalia nelle democrazie occidentali. L’Ammiraglio Giampaolo Di Paola è attuale capo del Comitato Militare della NATO, la più alta autorità militare dell’Alleanza. In questa carica, Di Paola ha coordinato i bombardamenti “equi e solidali” in Libia, cosa di cui si è vantato in un discorso pronunciato l’8 ottobre scorso a Bucarest. L’ “impegno dell’Alleanza in Libia” ha detto Di Paola, “è la prima operazione ad aver luogo dopo che il Concetto Strategico è stato approvato dai capi di Stato e di Governo a Lisbona. Perciò potremmo pensare e affermare che l’operazione in Libia è stata la prima applicazione di quel concetto. Per cui si tratta di un significato politico molto importante”.Si è trattato di uno dei primi casi in cui la comunità internazionale “ha chiesto a noi tutti di agire a suo nome per proteggere la popolazione dalle azioni della propria leadership. Si tratta di una risoluzione abbastanza notevole. La protezione dei popoli è ora in qualche modo riconosciuta come un valore dalla Comunità Internazionale, che può giustificare, in alcuni casi, anche l’uso della forza militare”. In realtà, la NATO è andata ben oltre la risoluzione iniziale dell’ONU.

La presenza di Di Paola al comando della Difesa di un paese strategicamente così importante per il Mediterraneo come l’Italia assicura che nel caso di future operazioni contro la Siria o l’Iran, il meccanismo decisionale sia ancor più oliato.

Così come sarà oliato il meccanismo degli Esteri, dove l’ambasciatore Terzi ha già segnalato un perfetto allineamento al blocco anglo-francese nel suo primo incontro internazionale, quello col ministro degli Esteri tedesco Westerwelle.

La nomina di Corrado Passera, il principale banchiere italiano allo Sviluppo (ex Industria) e Infrastrutture suona come una beffa. Un esperto di economia di carta dovrebbe rilanciare l’economia reale. Il nuovo ministro del Welfare, Elsa Fornero, sostiene da anni il passaggio ad un pieno sistema contributivo, il che significa un taglio netto nel livello medio delle pensioni.

Dato che, come abbiamo detto, la “cura Monti” fallirà nel suo scopo – salvare l’euro – ma ucciderà l’economia italiana, è bene insistere fin d’ora sulla necessità di stilare un “Piano B” per l’uscita dall’euro, come ha fatto nuovamente il prof. Paolo Savona, ex ministro e presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, in una conferenza il 18 novembre ad Ascoli Piceno.

“Se l’Italia entra in una deflazione grave, quale sarà la capacità di sopportazione sociale in un paese con 16 milioni di pensionati e 20 milioni di lavoratori?”, si è chiesto il prof. Savona alla conferenza “Quale futuro per l’Europa“, organizzata da Piceno Tecnologie. Per questo, i gruppi dirigenti “hanno il dovere di avere un Piano A e un Piano B”. Il Piano A dice quanto ci costa rimanere in Europa, e il Piano B quanto ci costa uscire, ad esempio come si stabilirà il tasso di cambio. Ci siamo accorti in ritardo, ha spiegato polemicamente Savona, di avere un debito denominato in una valuta “estera”, in quanto l’euro non è controllato dal governo. “Io sono europeista convinto, ma non sono afflitto dalla Religione Europea”, ha affermato, accusando le classi dirigenti di essersi mossa “con troppa superficialità” aderendo all’euro invece di fare, come la Gran Bretagna, uso della clausola di “opting out” nel Trattato di Maastricht. In seguito, con il Trattato di Lisbona, “abbiamo cambiato la Costituzione con un atto illegittimo”. Ora, si spera che essendoci accorti del debito in moneta “straniera”, si apra un dibattito e non si rimanga nella religione europea.

Alla stessa conferenza, l’illustre costituzionalista e già ministro prof. Giuseppe Guarino ha smontato con grande maestria la tesi secondo cui il declino dell’Italia sarebbe dovuto al debito pubblico. Grazie al debito pubblico, l’Italia ha avuto tassi di sviluppo dal 1948 al 1980 che la vedono al primo posto nel mondo. Col passaggio dal mercato comune al mercato unico, l’UE ha adottato la “tecnica di Tamerlano”, e cioè di distruggere tutto ciò che trovava sulla sua strada. Raccontando un episodio della vita di Luigi XIV il giovane, il prof. Guarino ha paragonato le terapie della UE ai salassi somministrati dai grandi medici francesi e lombardi, che stavano per stroncare il re francese finché non fu chiamato un medico locale che gli somministrò un cordiale, e il re guarì. “Ci chiedono di fare sviluppo, ma se ci fanno salassi da 50, 100 e 200 miliardi, come facciamo a fare lo sviluppo?”, ha chiesto Guarino tra gli applausi.

di Nicoletta Forcheri
Tratto da: http://www.stampalibera.com/?p=35610

Nessun commento:

Posta un commento