L'Europa non vuole sanzionare l'Iran. Perché a rimetterci, saremmo solo noi:
specialmente Grecia, Spagna e Italia.
Nella foto (Flickr): contestatori a New York chiedono che l'ENI smetta di comprare petrolio dall'Iran. Hanno promesso che in cambio ce lo regalano loro. |
L'EU ci sta ripensando, sul piazzare sanzioni verso le importazioni di petrolio iraniano. Così sostengono sia i traders che i diplomatici, perché sale la consapevolezza che l'embargo danneggerebbe l'economia europea senza dare grandi risultati nel tagliare gli introiti iraniani.
L'idea è che basterebbe un piccolo aumento nel prezzo del barile per compensare Teheran di eventuali perdite dovute al riorientamento del suo mercato verso la Cina e l'India. Insomma, non ci rimetterebbero proprio un bel nulla.
Viceversa, molto ci rimetterebbe l'Europa, specialmente le economia più deboli che già hanno problemi per le mancate forniture dalla Libia e per la sfiducia dei mercati nel vendere loro il petrolio. Chi pressa perché l'Europa sanzioni l'Iran, insomma, ha poco a cuore la sicurezza mondiale e molto più il colpire l'economia europea. Mica lo dico io, lo dice un trader:
Forse lo scopo delle sanzioni è aiutare l'Italia, la Grecia e la Spagna a collassare e rendere l'Europa un club più ristretto.
Che complottisti questi traders. Scherzi a parte, una notizia del genere fa immaginare come nelle segrete stanze stiano avvenendo parecchie discussioni, e che il problema della fornitura energetica europea sia ai primi posti durante questa crisi. C'è da sperare che si faccia buon uso di realpolitik, piuttosto che inseguire i mulini a vento.
di Debora Billi
Tratto da: http://petrolio.blogosfere.it/2011/12/leuropa-dice-no-alle-sanzioni-alliran.html
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