In Egitto, per porre fine agli assembramenti di civili, hanno deciso di valicare una linea di confine molto pericolosa:
spegnere Internet.
Un tema che riguarda anche le superpotenze del pianeta.
Neanche in Birmania, in Iran, in Cina, a Cuba, i regimi autoritari avevano mai osato tanto. Spegnere Internet e la rete di telefonia mobile! La rivoluzione egiziana sarà ricordata anche per questo. La potenza della rete, dei social network e dei messaggini, nell’organizzazione della protesta, è tale da atterrire i governanti del Cairo.
Internet non è la televisione, la radio, il giornale. Se non puoi controllare i mezzi di comunicazione, li spegni. A costo di paralizzare il paese, l’economia, le banche, i servizi pubblici. Era impensabile, ma è successo. Precedente pericolosissimo. Da anni ormai – non solo nei paesi a basso tasso di democrazia – i governi si pongono il “problema” del controllo della rete. Vogliono ingabbiarla, irreggimentarla, depotenziarla. I pretesti sono tanti: terrorismo, pedofilia, rispetto dei diritti d’autore. Pretesti, appunto.
La “disciplina” della rete è diventata un chiodo fisso anche per le cancellerie occidentali. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, pretende che il tema diventi prioritario durante il G8 di maggio a Deauville, in Normandia, proprio perché si devono combattere terrorismo e pedofilia (Il prossimo G8 metterà le catene a Internet?). D’altronde dagli Stati Uniti alla Svezia, passando per Italia e Ungheria, si moltiplicano progetti e disegni di legge per mettere lacci e lacciuoli a Internet.
Com’è possibile, tecnicamente, oscurare internet? Bloccando i router, ad esempio, cioè gli instradatori del traffico digitale. Il governo egiziano ha dato l’ordine di chiudere tutti gli accessi alla rete, come evidenzia il grafico messo a disposizione da Arbor Networks.
È successa la stessa cosa per la telefonia mobile. Dal Cairo è partita la richiesta ai gestori di bloccare ponti e ripetitori. Vodafone UK ha fatto sapere che il governo egiziano ha chiesto all’azienda di sospendere la copertura in alcune aree del Paese.
Sotto sotto, in silenzio, i potenti della terra saranno contenti di questa prova generale egiziana. Dai tiranni c’è sempre da imparare qualcosa.
Tratto da: http://www.stampalibera.com/?p=21559#more-21559
Fonte: http://www.tomshw.it * Articolo di Pino Bruno – Sabato 29 gennaio 2011
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