Il governo ha varato la misura auspicata dalle majors atlantiche.
Poi si svenderanno le quote pubbliche di Eni ed Enel ...
Gli integralisti liberisti presenti in Parlamento già pregustano lo scorporo della Snam dall’Eni e la nascita di una società indipendente che gestisca la rete di distribuzione del gas e che offra uguali possibilità di accesso a tutti gli operatori del settore. Un traguardo che le compagnie petrolifere statunitensi, inglesi, anglo-olandesi e francesi sognano da tempo per indebolire il gruppo fondato da Enrico Mattei che con la sua impronta anti colonialista aveva dato tanto fastidio alle Sette Sorelle e agli interessi anglofoni. Una realtà che oggi si sta ripetendo puntualmente dopo i rapporti preferenziali stabiliti dall’Eni e da Berlusconi con la Gazprom e con Putin e dopo quelli ormai dissolti con la Libia di Gheddafi e l’ingresso della Russia in Libia. Quella che era stata la motivazione reale della guerra contro il Rais poi eliminato.
Ma che fare di questa Snam? Qualcuno ha suggerito di creare un’unica società di gestione delle rete energetiche attraverso una fusione con la Terna, la società che gestisce appunto la rete di distribuzione dell’energia elettrica e che è nata da un analogo scorporo dall’Enel che è stato imposto dalla finanza anglofona proprio per impedire l’altro colosso italiano dell’energia.
Oggi il 31% circa dell’Enel è ancora in mano pubblica e i soliti liberisti d’accatto vorrebbero metterlo in vendita con la scusa che una ulteriore privatizzazione servirebbe a fare cassa e ridurre il debito pubblico. In realtà anche per l’Enel vale il discorso geopolitico fatto per l’Eni. Pure l’Enel infatti negli ultimi anni ha dimostrato un iper attivismo sul piano estero, entrando in forze sul mercato spagnolo, su quello russo e su quello libico. Tutte svolte che non potevano essere molto gradite a Washington e Londra che sul piano mediatico hanno subito attivato un fuoco di sbarramento muovendo i soliti fautori del Libero Mercato, degni eredi dei democristiani di destra e dei liberali alla Montanelli che a cavallo degli anni 50 e 60 sparavano a zero su Enrico Mattei con la scusa ridicola che il petrolio puzzava di tangenti.
Tratto da: http://www.stampalibera.com/?p=42862
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