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domenica 19 dicembre 2010

Il doppio gioco di Wikileaks

Ecco alcuni estratti di articoli sull'argomento:

Wikileaks Serve l'Agenda Israeliana di Demonizzazione dell'Iran
di Joe Quinn
Fonte ed articolo COMPLETO:
http://www.informarmy.com/2010/12/wikileaks-serve-lagenda-israeliana-di.html
Tradotta da: http://www.darkpolitricks.com/2010/11/joe-quinn-wiki-leaks-serves-israeli-agenda-of-demonizing-iran/

Quello che sta accadendo è che Wikileaks è stata promossa dai media al fine di vendere le menzogne di sempre, solo che adesso le bugie arrivano rivestite di zucchero, con un "informatore" lustrato che consenta una migliore digestione.
(...)
 Ed eccoci all'ultima serie di documenti, pubblicati in parte pochi giorni fa. Quando ho letto il loro contenuto, dire che sono rimasto scioccato sarebbe esagerare grossolanamente la mia reazione. Potrei averli scritti io stesso:

Wikileaks: l'Iran 'ottiene missili Nord Coreani che possono colpire l'Europa'.
Questo, devo ammetterlo, è del tutto credibile, perché, dopo tutto, ognuno sa che Saddam aveva la stessa capacità diversi anni fa, ricordate? In realtà, questa "rivelazione" circa la capacità dell'Iran di minacciare l'Europa è ancora più credibile rispetto alle affermazioni "eccitate" del dossier Iraq, perché questa rivelazione viene da Wikileaks, un'organizzazione di informazioni onesta verso dio, giusto? Voglio dire, non c'è proprio nessun modo in cui gli agenti che lavorano per conto del governo americano e israeliano potrebbero utilizzare una tale organizzazione per diffondere propaganda, giusto? Non c'è nessuno all'interno della comunità di informazione alternativa che possa vedere questo per quello che è? La Corea del Nord fornisce missili all'Iran per attaccare l'Europa?! Proprio quando gli Stati Uniti e Israele sono coinvolti in uno sforzo prolungato per demonizzare l'Iran al mondo e gli USA hanno una portaerei posizionata al largo della costa coreana? Tutto questo è pensato per essere così ovvio, o la mia lettura di "operazioni psicologiche for dummies" ha donato a me la sorprendente intuizione di come lavora realmente la propaganda?

Qualcuno crede veramente che crei un danno reale il fatto che si sappia che qualche individuo nel Dipartimento di Stato Usa ritiene che Sarkozy sia un "imperatore senza vestiti"? E questo dev'essere un segreto? Non è certamente un segreto per più del 60% del pubblico francese che, anni fa, dichiarò apertamente lo stesso. Allo stesso modo la "rivelazione" su Berlusconi: "inetto, vanitoso, inefficace come leader moderno Europeo"? Circa il "senile, megalomane, psicopatico, pedofilo" questo è quello che gli italiani e la maggior parte degli europei dicono; il Dipartimento di Stato americano non legge i giornali prima di compilare i "dossier segreti" sui leader stranieri?
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C’E’ QUALCOSA CHE PUZZA IN WIKILEAKS...
di F. William Engdahl
Fonte ed articolo COMPLETO:
http://www.informarmy.com/2010/09/wikileaks-se-lo-conosci-lo-eviti.html
Tradotta da: http://www.vheadline.com/readnews.asp?id=95545

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Demonizzazione del Pakistan?

Il presentare oggi Gul come un collegamento chiave con i Talebani dell’Afghanistan si inserisce in un più ampio e recente progetto, elaborato da Stati Uniti e Inghilterra, con cui si cerca di demonizzare l’attuale regime pakistano attribuendogli un ruolo di primo piano nei problemi in Afghanistan. Questa demonizzazione favorisce nettamente la posizione dell’India, recente alleato degli Stati Uniti. Inoltre, il Pakistan è l’unico paese musulmano che possieda armi nucleari. E’ noto che alle forze di difesa israeliane e al Mossad piacerebbe molto poter modificare questa situazione. La campagna di discredito ordita tramite Wikileaks contro un personaggio politicamente esplicito come Gul potrebbe essere parte di questo progetto geopolitico.
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E sull’11/9?

“Sono sempre infastidito dal fatto che la gente si faccia distrarre da falsi complotti come quello sull’11 settembre, quando tutt’intorno a loro noi forniamo prove di complotti reali, volti a scatenare guerre o frodi finanziaria di massa”. E sulla Conferenza del Bilderberg? “E’ solo vagamente complottarda, in senso di rete relazionale. Noi abbiamo pubblicato gli appunti dei loro incontri”.
Queste dichiarazioni, provenienti da una persona che ha costruito la propria reputazione sull’avversione all’establishment, sono più che considerevoli. Prima di tutto, come migliaia di fisici, ingegneri, militari professionisti e piloti di linea hanno testimoniato, l’idea che 19 arabi senza quasi nessun allenamento e armati solo di taglierini possano dirottare quattro aerei di linea ed eseguire manovre quasi impossibili contro le Torri Gemelle e il Pentagono nell’arco di soli 93 minuti, senza che nessun velivolo militare del NORAD li intercetti, è qualcosa che sfida ogni credibilità. Chi abbia davvero compiuto questi attacchi così professionali è questione che dovrebbe essere affrontata da una genuina e non faziosa commissione d’inchiesta internazionale.
Al signor Assange, che nega ostinatamente ogni sinistra cospirazione sull’11/9, si potrebbe rammentare la dichiarazione resa alla BBC dall’ex senatore americano Bob Graham, che guidò la Commissione Senatoriale degli Stati Uniti sull’Intelligence durante l’inchiesta congiunta sull’11 settembre. Graham disse alla BBC: “Posso affermare che sull’11 settembre ci sono troppi segreti, che ci sono informazioni non rese disponibili al pubblico, per le quali esistono risposte specifiche, tangibili e verosimili e che questa reticenza ha eroso la fiducia dell’opinione pubblica nel proprio governo per ciò che attiene alla sua sicurezza”.
Narratore della BBC: “Il senatore Graham scoprì che questa copertura arrivava fino al cuore dell’amministrazione”.
Bob Graham: “Chiamai la Casa Bianca e parlai con la signora Rice. Le dissi: “Senta, ci avevano detto che avremmo collaborato a quest’inchiesta”. Lei disse che ci avrebbe pensato lei, ma poi non successe nulla”.
Naturalmente, l’amministrazione Bush riuscì a sfruttare gli attacchi dell’11 settembre per lanciare la sua Guerra al Terrorismo in Afghanistan e poi in Iraq, un punto su cui Assange convenientemente sorvola.
Da parte sua, il generale Gul afferma che l’intelligence americano ha orchestrato le rivelazioni di Wikileaks sull’Afghanistan per trovare un capro espiatorio, cioè Gul, a cui attribuire la colpa.
Similmente, come se avesse afferrato il suggerimento, il Primo Ministro britannico David Cameron, durante una visita di stato in India, ha alluso al presunto ruolo del Pakistan nell’appoggiare i talebani in Afghanistan, garantendo così ulteriore credibilità alla versione fornita da Wikileaks.
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Il doppio gioco di Wikileaks
Fonte ed articolo COMPLETO:
http://www.climatrix.org/2010/11/il-doppio-gioco-di-wikileaks.html
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Sul web si legge come Wikileaks possa anche essere stato strumentalizzato dagli stessi poteri che svela, in maniera tale da ottenere, a causa di questo 'Problema', una 'Reazione' tale per cui possano venir indurite (a livello internazionale) le leggi che regolano la diffusione di informazioni a mezzo Internet. Più che l'11 Settembre della diplomazia, come da alcuni è stato chiamato, potrebbe rivelarsi l'11 Settembre della libera informazione sul Web.
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WIKILEAKS STIPULO’ UN ACCORDO CON ISRAELE RIGUARDO AI DISPACCI DIPLOMATICI
Fonte ed articolo COMPLETO:
http://www.informarmy.com/2010/12/wikileaks-stipulo-un-accordo-con.html
Tradotta da: http://www.indybay.org/newsitems/2010/12/07/18665978.php
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Secondo le fonti di Al-Haqiqa, Assange si sarebbe incontrato con i funzionari israeliani a Ginevra, all’inizio di quest’anno, e lì avrebbe stipulato l’accordo segreto. Il governo israeliano, a quanto sembra, aveva scoperto o sospettava che i documenti in fase di rilascio contenevano un gran numero di informazioni relative agli attacchi israeliani contro il Libano e contro Gaza, lanciati rispettivamente nel 2006 e nel 2008/9. Questi documenti, che si dice provenissero principalmente dalle ambasciate israeliane di Tel Aviv e Beirut, sarebbero stati rimossi e forse distrutti dallo stesso Assange
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Dopo il rilascio dei documenti (e anche prima), il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato in una conferenza stampa che Israele aveva “giocato d’anticipo” per limitare i danni provocati dalle rivelazioni, aggiungendo che “nessun documento segreto d’Israele è stato reso pubblico da Wikileaks”.
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sabato 18 dicembre 2010

I VALORI DI ANTONIO DI PIETRO: LA CIA E LE COMPAGNIE PETROLIFERE AMERICANE

Mercoledì scorso, 6 dicembre, nella trasmissione “Otto e Mezzo”, Antonio Di Pietro ha gettato la maschera affermando che “il gas russo avvantaggia la Russia e svantaggia l’Italia”.

Forse, bisognerebbe ricordare a Di Pietro che il primo memorandum d’intesa tra ENI e Gazprom per la realizzazione del gasdotto South Stream è stato firmato il 23 giugno 2007 [1], sotto il governo Prodi (di cui Di Pietro era ministro).
Forse, bisognerebbe ricordare a Di Pietro che il detto accordo “si inseriva in una più ampia intesa strategica che le due compagnie avevano siglato nel novembre del 2006” [2], sempre sotto il governo Prodi.

Forse, bisognerebbe ricordare a Di Pietro che “nel novembre del 2007, poi, venne firmato un accordo per la costituzione della società South Stream AG, controllata pariteticamente dai due soci, con lo scopo di commissionare lo studio di fattibilità e commerciabilità del progetto. La società venne effettivamente costituita nel gennaio dell’anno seguente” [3].
Forse, bisognerebbe ricordare a Di Pietro che, pochi giorni fa, lo stesso Romano Prodi, in piena bufera Wikileaks, ha dichiarato che “Italia e Russia sono complementari come vodka e caviale” [4]. E ha aggiunto: “Europa e Russia sono complementari e l’Unione non è debole verso la Russia, mentre anche gli Stati Uniti nel lungo periodo dovranno avere un rapporto con Mosca”.

Forse, bisognerebbe ricordare a Di Pietro che la stessa UE da qualche tempo sembra guardare a Gazprom con occhi diversi: i rispettivi rappresentanti, lo scorso 2 novembre, “hanno convenuto sulla necessità di preparare e consegnare nel primo trimestre del 2011 una presentazione in merito alle potenziali opportunità di approfondimento della collaborazione tra Gazprom e Unione Europea” [5].

Epperò, l’abbiamo capito: anche lui, al dunque, si ritrova allineato con i settori atlantisti più retrivi del nostro paese. Quel Di Pietro che, a differenza di altri big nazionali, i cui legami con gli USA sono molto più scoperti – pensiamo ad esempio alla liason tra Rutelli e Soros [6] - aveva avuto una certa cura a occultare la propria dipendenza da Washington.

E d’altra parte, c'era da aspettarselo: una conferma in tal senso viene dalla presenza del suo portavoce Leoluca Orlando nella sezione italiana dell’European Council On Foreign Relations [7] (insieme ad altri noti atlantisti di servizio quali Giuliano Amato, Emma Bonino, Massimo D’Alema, Marta Dassù, Gianfranco Fini e Tommaso Padoa Schioppa). L’European Council On Foreign Relations, ricordiamolo, è la filiazione europea, datata 2007, del più onusto Council On Foreign Relations, ben noto – agli addetti ai lavori – “laboratorio del dominio”, secondo la felice definizione di Miguel Martinez.

Per capire, almeno sommariamente, di cosa si tratta basterà, ai meno edotti, dare uno sguardo alla relativa voce Wikipedia [8].

Pagine interessanti, inoltre, si trovano nel classico volume di Epiphanius, MASSONERIA E SETTE SEGRETE: LA FACCIA OCCULTA DELLA STORIA [9]. L’autore (pp. 697-698) ci informa che il CFR,

“soprannominato Eastern Establishment (il “Sistema” della sponda orientale), [venne] avviato nel 1921 dapprima con personale della J. P. Morgan e con finanziamenti della stessa famiglia Morgan, fiduciaria per gli Stati Uniti dei Rothschild, seguiti da quelli altri dei Rockfeller, dei Warburg e di Bernard Baruch, di Otto Kahn e dei Schiff. Dalla sua fondazione il CFR ha assunto il ruolo di preminente intermediario tra il mondo dell’alta finanza americana, le compagnie petrolifere, le multinazionali e il governo degli USA. La sua influenza è così profonda e così incisiva che può essere considerato il vero motore della politica americana. La politica indicata dalla sua rivista ufficiale, il quadrimestrale Foreign Affairs, diventa, di fatto, la politica del governo americano. Per corroborare tale affermazione si tenga conto del fatto che dalle fila del CFR sono provenuti: quasi tutti i presidenti americani dopo Franklin D. Roosevelt, Bush Jr. incluso; tutti i Segretari di Stato dopo il 1939; tutti i Segretari alla Difesa; tutti i Direttori del suo braccio operativo, la CIA; praticamente tutti i Capi di Stato Maggiore Supremo americano”.

Non dica quindi Di Pietro che il gas russo “svantaggia l’Italia”: parli per sé.

[1] http://it.wikipedia.org/wiki/South_Stream
[2] Ibidem. L’accordo in questione “avrebbe permesso a Gazprom di entrare nel mercato della distribuzione e vendita del gas naturale in Italia e a ENI di sviluppare progetti di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Siberia”.
[3] Ibidem.
[4] http://www.affaritaliani.it/politica/ue_prodi_russia_vodka_caviale061210.html
[5] http://www.agienergia.it/NewsML.aspx?idd=78113&id=65&ante=0
[6] http://archiviostorico.corriere.it/2005/luglio/01/Rutelli_vede_Soros_Benedetti_sponsor_co_8_050701070.shtml
[7] http://www.ecfr.eu/content/entry/rome
[8] http://it.wikipedia.org/wiki/Council_on_Foreign_Relations
[9] L’edizione da me utilizzata è quella pubblicata nel 2002 dal priorato di Albano laziale della Fraternità S. Pio X.

Andrea Carancini (http://andreacarancini.blogspot.com/)
Fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7765

lunedì 6 dicembre 2010

LIBRI CONSIGLIATI ...

La Fabbrica del Terrore
Made in USA

Dall'11 settembre ai futuri obiettivi - Un'indagine coraggiosa sul Terrorismo di Stato nell'Era Globalizzata e sul ruolo attivo dei servizi segreti Anglo-Americani negli attentati attribuiti ad Al-Qaeda.

“Devo concludere chel’11/9 è stato come minimo lasciato accadere come casus belli […]. Questo libro è, senza dubbio, il principale testo di riferimento moderno sul terrorismo di Stato, e anche il testo dove si suggerisce nel modo più puntuale che gli elementi canaglia nel governo USA […]” (Robert D. Steele)

di Webster Griffin Tarpley


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Intrigo internazionale


Perché la guerra in Italia. Le verità che non si sono mai potute dire.

“Ci sono verità che non ho mai potuto dire... Avrebbere potuto avere effetti destabilizzanti sugli equilibri interni e internazionale."

“Ustica, Piazza Fontana, il caso Moro, la strage di Bologna vanno collocati in questo contesto internazionale: cadono così molte facili convinzioni e vecchie ricostruzioni, giornalistiche e persino giudiziarie, mostrano tutta la loro inconsistenza. L’intrigo italiano è in realtà internazionale”.

di Giovanni Fasanella Rosario Priore


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Mossad base Italia


Le azioni, gli intrighi, le verità nascoste

“Dall’immigrazione clandestina degli ebrei sopravvissuti all’Olocausto al traffico internazionale di armi, dal sabotaggio della motonave Lino alle azioni armate contro le industrie italiane che rifornivano gli arabi. E poi, il rapimento Vanunu, passando per il misterioso disastro aereo di Argo 16, l’assassinio dell’intellettuale palestinese Wael Zwaiter, ordinato da Golda Meir per vendicare la strage di Monaco, e il caso Moro.”

di Eric Salerno


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Complotti e cospirazioni


Trame segrete, intrighi internazionali, giochi di potere

“L'atterraggio sulla Luna è stata tutta una montatura, Marilyn Monroe fu assassinata, il presidente Kennedy fu fatto eliminare dalla CIA, il naufragio del Titanic venne in realtà pianificato, i massoni controllano il pianeta. Queste sono solo alcune delle teorie cospirative trattate nel libro, che tocca altri argomenti di enorme rilievo come l'origine dell'AIDS, la morte di papa Luciani, l'esistenza degli alieni, i segreti dei Templari e i tanti misteri italiani, dalla strage di Ustica al caso Aldo Moro, all'omicidio di llaria Alpi. L'intento del volume è di ribaltare le verità acquisite sui più importanti avvenimenti del passato, lontano e recente, o almeno di instillare nel lettore il germe del dubbio, sollevando qualche interrogativo su descrizioni di eventi ormai ampiamente accettate, nonché legittimate dai libri di storia.”

di McConnachie James, Tudge Robin


martedì 30 novembre 2010

Wikileaks: ci hanno preso tutti per imbecilli.

Pubblicazioni di documenti top secret.
Scottanti “rivelazioni” o un nuovo modo per esercitare ricatti e pressioni sui governi?

Le Lobby che controllano i mass media del pianeta e le Consorterie mondialiste che ne indirizzano le strategie di imbonimento dei cervelli, probabilmente sono oramai più che certe di avere a che fare con una massa di imbecilli, con una opinione pubblica decerebrata alla quale si può far credere ogni genere di sciocchezza.

Del resto non è forse vero che dall’11 settembre 2001 in avanti, con relativa facilità, si sono potuti coprire e mistificare, verso l’opinione pubblica mondiale, una sorta di cruenti attentati, talmente evidenti quali delle false flag, facendoli passare come opera di una fantomatica Al Qaeda?

In questo Nuovo Ordine Mondiale post caduta del muro di Berlino, non solo ci si è potuti permettere tali manipolazioni della credulità popolare, ma si è praticato anche l’utilizzo spudorato e la successiva pacifica sconfessione di menzogne, utilizzate per criminalizzare stati e nazioni sovrane che si volevano militarmente attaccare, distruggere e occupare. Il tutto come se niente fosse. Non ricordate forse la storiella che aveva terrorizzato l’America, quella dell’antrace? O le famose “armi di distruzione di massa”? Tutte favolette cotte e mangiate, pietanze utili per terrorizzare per qualche tempo le popolazioni e raggiungere certi obiettivi.

Ma visto che da cosa nasce cosa e alla “fantasia” non c’è mai fine, ecco l’altra più grande invenzione di questi tempi: quella della WikiLeakes.

WikiLeaks (da leak, “perdita”, “fuga”, in questo caso di notizie) dovrebbe essere una presunta organizzazione a livello internazionale, un sito fondato da un certo Julian Assange, che riceverebbe in modo anonimo e attraverso uno studiato sistema di criptaggio, documenti, in genere diplomatici e governativi, ma non solo, spesso coperti da segreto, diffondendoli poi attraverso Internet e nascondendosi dietro la copertura dell’anonimato.

Lo scopo sbandierato da questa organizzazione che non può non avere mezzi, cervelli e risorse di una certa entità, dovrebbe essere quello di ottenere una trasparenza da parte dei governi quale garanzia di giustizia e vera democrazia (figuriamoci!).

Il solo fatto che se ne parla e se ne scrive, mentre fonti nazionali autorevoli ne denunciano i gravi pericoli per i governi, finisce ovviamente per conferire una patina di grande importanza a questa WikiLeakes.

Recentemente, come ricorderete, vennero pubblicati una enorme mole di documenti che volevano dimostrare torture e stragi compiute dagli americani in Iraq, ma in definitiva, ad una lettura attenta di quanto pubblicato, ne usciva fuori un forte ridimensionamento di tali nefandezze, sia nelle cifre che nelle violenze perpetrate sulla inerme popolazione irakena.

Per quanto ci compete, guarda caso, ne usciva anche fuori che in definitiva Nicola Calipari era stato ucciso non per vendetta e avvertimento da parte statunitense, ma grazie a un equivoco conseguenza di un diversivo escogitato da Al Qaeda. Inoltre la parte più sensibile dei documenti pubblicati, ovviamente, tendeva a dimostrare le ingerenze di Teheran nelle situazioni calde del Medio Oriente, il pericolo costituito dagli Hizbollah nel Libano, ecc. Quasi un sottile invito a farla finita con i regimi di Siria e Iran visto che ora abbiamo le prove dello loro trame e tanto più che queste “prove” non le forniscono americani o israeliani, ma una fonte di verità che è la tanto “temuta” dagli Usa WikiLeaks.

Un bel giochetto, niente male. Se questo ridimensionamento delle malefatte yankee, fosse avvenuto attraverso una parziale ammissione di colpa della stessa amministrazione americana, ammesso che lo avesse potuto o voluto fare, tutti avrebbero avanzato il facile sillogismo che se gli americani ammettono dieci, vuol dire che, come minimo, hanno commesso cento.

WikiLeaks invece, spacciata come una fonte apparentemente “nemica” dei governi americani e comunque preposta a una controinformazione finalizzata a fare chiarezza, attraverso questa “clamorosa denuncia”, che comunque per i massacri e distruzioni perpetrati da anni in quelle località, era da tempo evidente, ha fatto tutti contenti e canzonati.

Ora, in questa ultima edizione di WikiLeaks, si vanno a pubblicare documenti segreti o segretati che dovrebbero mostrare alcuni aspetti nascosti della diplomazia e delle relazioni internazionali, tali dicesi, da mettere in difficoltà i governi delle rispettive nazioni chiamate in causa.

Niente di particolarmente eccezionale, a differenza di quanto i mass media vorrebbero farci credere, ma comunque sufficiente a tenere sotto scacco e ricatto i vari governi nazionali con una serie di rivelazioni più che altro da gossip, ma che riferite a importanti personalità e governanti possono complicarne i normali e futuri rapporti tra Stati.

E proprio in questo senso vengono fuori i veri fini e scopi di WikiLeaks, perché è facile rendersi conto che tutto questo non nasce per caso, ma è la conseguenza e la reazione alle fluttuazioni geopolitiche, a un parziale rimescolamento di alleanze e rapporti internazionali che si sta verificando negli ultimi anni.

E’ oramai, infatti, evidente che l’egemonia mondiale degli Stati Uniti, sempre salda da un punto di vista militare, anzi ancor più estesa attraverso i nuovi compiti della Nato e le occupazioni di spazi e risorse energetiche precedentemente preclusi (per esempio Iraq e Afganistan), è però profondamente scossa da un grave ridimensionamento economico e da una crisi di rapporti internazionali piuttosto pronunciata tali da metterne in discussione la leadership mondiale. E questo non deve accadere perchè per il “mondialismo”, gli Stati Uniti costituiscono ancora le “gambe” attraverso cui passano i progetti di dominio mondiale non ancora completati.

Ora, domandiamoci: se andiamo a ben guardare, una pubblicazione di documenti “scottanti”, che coinvolgono varie nazioni, sostanzialmente a chi possono andare a nuocere?

Non certo agli americani, se non in lievissima percentuale, ma invece proprio a quei nuovi rapporti internazionali che si erano appena stabiliti o si stavano per stabilire e che nel rimescolamento di carte in atto, con la crescita di nuove grandi realtà geopolitiche (per esempio il ruolo della Cina), contribuivano a mettere in crisi proprio l’egemonia statunitense nel mondo.

Guarda caso, per venire a parlare dell’Italia, si pubblicano telegrammi e documenti, presunti segreti, che riguardano gli accordi energetici tra Putin e il governo Berlusconi.

E lo stesso lo si fa con la Libia di Gheddafi. Proprio quelle due iniziative positive, per il resto dell’insulso governo Berlusconi (accordi con Gheddafi e con Putin), che erano viste come il fumo negli occhi dagli americani.

E’ allora solo un sospetto quello che ci fa pensare che, sempre per quel che riguarda l’Italia, grazie a WikiLeakes, si è portata quella desiderata bordata contro quei progetti, che gli americani avevano rinfacciato all’Italia attraverso i canali diplomatici, ma che ora viene portata anche a livello internazionale proprio grazie alla pubblicazione di documenti delicati?

Cosa sono dunque queste “rivelazioni” di WikiLeaks, se non un nuovo modo per esercitare ricatti e pressioni sui governi?

Chi danneggia veramente la “rivelazione” di documenti e notizie che dimostrano che gli americani spiano Statisti alleati e nemici e personalità dell’Onu? Gli Usa o i rispettivi “spiati” di cui vengono così messi in piazza aneddoti e aspetti poco edificanti?

Siamo quindi, come al solito, in presenza di altre mistificazioni, di una gran messa in scena finalizzata a manipolare l’opinione pubblica e condizionare l’operato dei governi, quei governi e quegli Stati a cui il mondialismo, proprio di questi giorni, con il suo governo mondiale ombra, ha brutalmente ricordato che devono cedere sempre più spazi di sovranità nazionale in favore delle strutture sovranazionali (in particolare il Fondo Mondiale e la Banca Mondiale).

Per concludere, tutto è finalizzato a destabilizzare gli Stati e fargli perdere sempre più forza sul terreno della loro sovranità nazionale, ma ci hanno anche preparato uno scenario di gestione di tutto questo veramente incredibile, dove l’informazione sarà sempre più monopolio di poche Lobby e centrali, come per esempio le reti Fox News di Murdoch, e il contrappeso della critica, dell’opposizione e delle denunce, sarà monopolio di queste WikiLeaks: insomma se la cantano e se la suonano da soli.

Del resto, in piccolo, non avevamo noi in Italia l’esperimento che la critica e la denuncia di fatti e misfatti si tendeva a farle svolgere a strutture private come “Striscia la Notizia” e il suo Gabibbo sponsor commerciale?

Tratto da:
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=5198
di: Maurizio Barozzi

lunedì 29 novembre 2010

Wikileaks: è così facile manipolare i media...

Wikileaks: é così facile manipolare i media…Ma non doveva essere l’”11 settembre della diplomazia Usa”? A me sembra che lo scoop di Wikileaks stia producendo l’effetto opposto: un gran polverone mediatico che, però, a ben vedere non intacca affatto la credibilità della diplomazia Usa. A uscirne malissimo sono, invece, i nemici dichiarati degli Usa: l’Iran, innanzitutto.

Ora sappiamo che, oltre a Israele, anche l’Arabia saudita e altri Paesia arabi premono per un intervento militare. Con due possibili conseguenze: Obama può giocarsi carta sul tavolo dei difficilissimi negoziati con Teheran per dimostrare di voler davvero un accordo pacifico oppure può usare lo scoop per preparare l’opinione pubblica all’uso della forza. Dealla serie: non siamo noi a volerlo ma i nostri amici a chiederlo e per la sicurezza della regione non possiamo non dar loro ascolto. Scenario, quest’ultimo, che potrebbe concretizzarsi da qui a qualche mese.

Altri cattivi: la Corea del Nord, che dà missili a Teheran. E poi un colpo ad alleati non molto graditi a questa amministrazione, come il Pakistan, che fa il doppio gioco con i talebani, e Berlusconi, di cui l’establishment internazionale (politico e finanziario) auspica la caduta, per andare non alle elezioni ma a un governo tecnico guidato da un esponente gradito in quegli ambienti. Come Mario Draghi o Mario Monti o, chissà, un insospettabile del centrodestra.

Insomma, non é difficile individuare, a monte di tutto, lo zampino dei servizi segreti, che hanno imbastito operazione molto spettacolare. Spin raffinato; dunque ingannevole. E come tale va considerato. Non lasciatevi abbagliare dai fuochi d’artificio. I media, come al solito, non hanno capito nulla; e si fanno facilmente strumentalizzare.


Tratto dal blog di Marcello Foa  :
http://blog.ilgiornale.it/foa/2010/11/29/wikileaks-e-cosi-facile-manipolare-i-media/

venerdì 26 novembre 2010

STRAGI, TERRORISMO E INTRIGHI INTERNAZIONALI.


Nel giugno scorso, per i tipi della Chiarelettere Editore è uscito un importantissimo e fondamentale libro che nell’affrontare la storia della strategia della tensione, delle stragi e del terrorismo rosso o presunto “nero”, esce fuori dai soliti schemi stereotipati e falsi per i quali dietro questi avvenimenti ci sarebbero stati “servizi deviati” e “massonerie deviate” e altre stupidaggini simili.
Con “Intrigo internazionale”, infatti, dell’ex magistrato Rosario Priore, per oltre trent’anni al centro di inchieste ed istruttorie giudiziarie su questi versanti, e del giornalista scrittore Giovanni Fasanella, già autore di alcuni lavori in merito ai segreti di Stato, ecc., si è finalmente affrontato il problema di anni di stragismo con un ottica interpretativa più consona e veritiera, ovvero quella che lo vede dipendere e scaturire, per lo più da intrighi ed interessi internazionali, nei quali l’Italia, paese situato in un delicato contesto geopolitico (area mediterranea e attigua a quella mediorientale, interessi petroliferi, ecc.) e in una difficile situazione storica (gli accordi di Jalta con la subordinazione del nostro paese agli Stati Uniti, i rapporti con l’Unione Sovietica e altri paesi d’oltre cortina, le mire anglo francesi su la nostra penisola, ecc.), ha dovuto subire trame e strategie disegnate fuori dei nostri confini.
Come vedremo, però, se da una parte le tesi e le interpretazioni avanzate dal giudice Priore sono importanti e decisamente di un livello più veritiero rispetto alle solite tiritere su le Stragi di Stato, i Servizi deviati, e così via, tutte interpretazioni queste, più che altro di comodo e di convenienza politica che, come è noto, non hanno mai portato a scoprire la verità e mandare in galera mandanti ed esecutori di inaudite stragi, da un altra parte rischiano di deviare dall’interpretazione esatta di quegli eventi per sconfinare in una confusione di responsabilità internazionali che, invece, non sono, non possono essere poste tutte su lo stesso piano.
In “Intrigo internazionale”, un libro scritto sotto forma di domande – intervista poste dal giornalista Fasanella e relative risposte del magistrato, semplificando, possiamo dire che si viene giustamente a sostenere che il nostro paese, collocato in una posizione geografica e strategica geocentrica e delicatissima è stato per molti anni vittima di una “guerra non dichiarata” in conseguenza degli interessi per l’egemonia nel mediterraneo, per il controllo delle fonti energetiche nel settore nord africano e mediorientale e per i riflessi delle guerre arabo – israeliane e israelo – palestinesi nel medioriente. Ipotesi questa da condividere totalmente.
Per il magistrato l’esito giudiziario delle stragi: “è stato condizionato da certe interpretazioni che hanno nuociuto moltissimo al lavoro investigativo di polizia e magistratura. Si tratta di stragi dalla matrice ancora incerta. E la stessa cosa mi sentirei di dirla, andando avanti negli anni, per la strage alla stazione di Bologna dell’agosto 1980 e per la tragedia di Ustica”.

E ancora, proprio su la cosiddetta tesi dei “Servizi deviati”, il giudice Priore viene a fare un altra importante precisazione:
“Occorre una volta per tutte prendere le distanze anche da questa categoria interpretativa. Un servizio ‘totalmente’ deviato, come pure hanno sostenuto diverse inchieste costituirebbe una ‘patologia gravissima nell’organizzazione di uno Stato democratico… Perchè se fosse stato vero, avrebbe comportato una scissione totale tra potere politico e apparati, con un servizio completamente distaccato dalla linea del governo se non addirittura operante contro lo stesso governo. E non era così”.
Parole queste di un ex “addetto ai lavori” che affossano per sempre le vecchie e strumentali interpretazioni sullo stragismo.
Secondo il magistrato, invece, proprio gli aspetti strategici nell’aerea mediterranea e il problema del petrolio, avrebbero messo l’Italia in rotta di collisione con gli interessi anglo francesi, soprattutto in conseguenza del colpo di stato del settembre 1969 in Libia del colonnello Gheddafi, un golpe che rovesciò la monarchia filo britannica di Re Idris ed estromise gli inglesi dall’ex “scatolone di sabbia”. A quanto pare il colonnello libico era salito al potere con un colpo di stato progettato, nei mesi precedenti, proprio in Italia e con un non indifferente aiuto del nostro paese che ebbe poi a sostenerlo, dietro le quinte, nei periodi successivi.
Considerando le date in cui si svolsero questi avvenimenti e considerato il fatto che il Golpe di Gheddafi ebbe la conseguenza di rafforzare, di fatto, la posizione italiana nel mediterraneo, il giudice Priore adombra il sospetto e qualcosa di più, che ci fu una reazione britannica.
A suo parere quindi si potrebbe ipotizzare, ma purtroppo non provare, che la strage di Piazza Fontana, la strategia della tensione ad essa collegata (termine, al tempo, non a caso coniato dalla stampa inglese), e forse anche i tentativi di colpo di stato in Italia attorno al 1976 per fermare l’ascesa al governo del Pci, furono la conseguenza di quegli avvenimenti.
Insomma gli anglo francesi, soprattutto i primi con i loro servizi M15 e M16, geopoliticamente nostri nemici storici fin dai tempi precedenti il secolo scorso, furono il “terzo giocatore” che si inserì nella cruenta partita che si giocava sul nostro territorio e che già vedeva in atto gli interessi della Nato in concorrenza con quelli sovietici e dei paesi del patto di Varsavia, sopratutto la Cecoslovacchia e la Germania est con il suo servizio segreto della Stasi.
Interessante l’excursus storico ricostruito dal magistrato che indirettamente conferma come la geopolitica euro asiatica di Mussolini, sostanzialmente antibritannica, in definitiva rispondeva ai nostri immutabili interessi geopolitici, tanto che anche nel dopoguerra, i regimi successivi, furono influenzati da quei progetti e costretti a ripercorre quelle stesse strade geopolitiche anche se con tattiche, metodi e strategie, più soft e completamente diverse.
Si immagini quindi quali poterono essere i risultati di questa “partita” giocata a più mani sul nostro suolo. Per Priore, infatti, esistono più contesti sul piano internazionale che hanno influito sulle nostre vicende interne e quindi, in definitiva, egli dice:

“Le grandi stragi compiute in Italia non sono opera di bande di ragazzi, ma grandi operazioni progettate nelle capitali di paesi che avevano interessi a tenerci sotto scacco”.
Ed ancora: “Da Piazza Fontana in poi nessuna delle grandi stragi compiute in Italia è mai stata rivendicata, nemmeno quelle dei primi anni novanta attribuite alla mafia. Quindi c’è una nuova categoria interpretativa da introdurre è, semmai, proprio quella delle ‘stragi silenti’. Episodi la cui comprensione sfugge a chiunque. Tranne, ovviamente, agli autori e i destinatari del messaggio”
Il magistrato, nelle sue risposte a Fasanella, illustra quindi una miriade di particolari, di riscontri come egli dice, spesso purtroppo non provabili sul piano giudiziario, di ipotesi e di esperienze personali, ai quali si può sostanzialmente dare credito, ma a nostro avviso occorre integrarli con una analisi più esaustiva del problema, un analisi che faccia emergere con evidenza quelli che furono i veri ispiratori dello stragismo e del terrorismo, da quelli che, più che altro, ne furono invece dei comprimari o comunque elementi di secondo piano.
Se non si procede in questo modo si rischia di annacquare l’interpretazione di quegli avvenimenti in una confusione e in una spartizione di responsabilità tra Cia, Mossad, Kgb, Stasi, servizi anglo francesi, ecc., che invece non sono tutte su lo stesso piano.
Ed è qui che ci permettiamo, sia pure modestamente, di abbozzare alcune “correzioni” o forse sarebbe meglio dire integrazioni al libro di Fasanella e Priori.
Intanto, a nostro avviso, bisogna dire che in Italia il lungo periodo stragista non è certamente uniforme ovvero non risponde ad una sola ed unica strategia di grande portata.

Come già ebbe ad intuire, pur senza poterlo dimostrare, Pier Paolo Pasolini :
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In sintesi nel nostro paese, collocato in una posizione geocentrica estremamente delicata, di fatto una vera portaerei naturale nel mediterraneo, si dispiegò una strategia via via sempre più cruenta che parte dalle prime forme di violenza e contestazione che presero corpo agli inizi della seconda metà degli anni ’60 e sfociò nelle bombe del 12 dicembre 1969.
Una strategia tipica della “guerra non ortodossa” di matrice atlantica e statunitense, non inglese, che negli anni ‘60, nel nostro paese, venne fatta camminare, dietro il paravento dell’anticomunismo e con le gambe di ambienti reazionari e conservatori legati e gestiti in qualche modo dai nostri Servizi, a loro volta subordinati, per diktat, accordi segreti e protocolli aggiuntivi, alle centrali di Intelligence occidentali e della Nato.
In seguito, una volta avviata, sparso il sangue, la “politica delle stragi e del terrorismo” camminò anche con altre “gambe” e le stesse organizzazioni di destra vennero buttate a mare (Usa & getta) se non in galera.
Ma oltretutto, a parte le strutture segrete della Gladio in mano statunitense, in base agli accordi Nato, il nostro servizio di sicurezza e di Intelligence era tenuto a passare notizie e ricevere istruzioni da una centrale apposita della Cia alle dirette dipendenze del Presidente degli Stati Uniti. Inoltre gli accordi segreti della Nato prevedevano l’istituzione degli Uspa (Uffici Sicurezza Patto Atlantico) alle dipendenze del capo servizio segreto militare presso il nostro Ministero Difesa, preposti anche a rilasciare i Nos (nulla osta di sicurezza) in accordo con la Nato. Figurarsi se gli americani lasciavano terreno libero agli inglesi in Italia.
Certamente la strage di Piazza Fontana, che può definirsi la madre di tutte le stragi, da quel momento cambiò radicalmente il modo di fare politica e di praticare la violenza sul nostro territorio, oramai divenuto terreno di scontro di vari ed opposti interessi internazionali.
E’ ovvio quindi che da Piazza Fontana in poi in tanti parteciparono al ballo degli attentati, e ogni paese che aveva qualche interesse rispetto al nostro ci mise il suo zampino
Ma a nostro avviso, da un certo punto in poi, a lato di questi interessi geopolitici, vi fu anche una sottile strategia “ideologica”, intesa a spostare il nostro paese dalla sua cultura borghese e cattolica e le sue strutture statali, di sicurezza e sociali che ancora vedevano in auge personaggi con vecchie mentalità conservatrici, quindi una strategia che mirava a cambiamenti “modernisti”, neoradicali e progressisti onde adeguare l’Italia alle grandi democrazie occidentali.
Era evidente, infatti, che le bombe, da quel certo punto in poi, pur tinteggiate di matrice “nera”, in realtà erano utili proprio a quello spostamento progressista di tutta la società italiana. Al contempo il terrorismo brigatista, Ustica e Bologna nel 1980, ecc., potevano invece rientrare in quegli scenari di guerra internazionale, tratteggiati anche dal giudice Priore.
Dunque l’interpretazione di quegli eventi e di quel periodo storico è alquanto complessa e abbisogna di chiavi di lettura particolarmente attente.
A nostro avviso, a differenza della tesi principale del magistrato, tutto questo non nasce dai soli interessi petroliferi e quindi dalla situazione creatasi nel nord Africa con il golpe di Gheddafi.

Tra l’altro, esponendo l’ipotesi che il colpo di stato di Gheddafi a Tripoli forse determinò l’intervento inglese contro l’Italia, fino ad arrivare a Piazza Fontana, il magistrato puntella questa ipotesi con un altro sospetto: il principe Junio Valerio Borghese, chiamato in causa per l’organizzazione della strage, viene ritenuto (ricorda Priore) dalla storiografia di destra (?), come un uomo legato ai servizi britannici.
Questa supposizione, però, ci sembra completamente errata. Borghese, infatti, venne tratto in salvo, nel dopo liberazione, dall’Oss di J. Jesus Angleton e furono gli americani a gestirlo in qualche modo fin dal suo periodo di prigionia, tanto è vero che nel 1947 si riscontrano uomini di Borghese in Sicilia ad operare a pro degli statunitensi e quindi in concorrenza degli inglesi a cui proprio in quegli anni venne definitivamente sottratto dagli Usa il controllo del nostro paese. A quei tempi poi, ex ufficiali della X Mas collaborarono anche con il nascente stato di Israele. Infine se ci proiettiamo agli anni che stiamo prendendo in esame, troviamo che nelle trame del subdolo “Golpe Borghese” del dicembre 1970, c’era la Cia, non i servizi inglesi.
Comunque sia, non siamo certo noi a ridimensionare i contrasti e i dispetti che fin dalla fine della guerra si crearono a seguito del passaggio dell’Italia dall’egemonia inglese a quella statunitense, oppure della enorme importanza del controllo delle fonti energetiche, che già condannò a morte Enrico Mattei, ma questi semmai possono essere degli elementi per una analisi di geopolitica generale proiettata nel tempo e sul piano storico dove si riscontra come la posizione geografica dell’Italia e il petrolio sono la costante che ha determinato e condizionato la storia del nostro paese.
Il riscontro delle trame e dei servizi inglesi, come di quelli dei paesi del Patto di Varsavia, possono anche essere degli elementi “aggiuntivi” nel calderone esplosivo della strategia della tensione ovvero la classica benzina gettata su fuoco.
Ma nello specifico di quella “strategia”, invece, tutto nasce dalla delicata situazione che venne a crearsi nel
sud Europa e nel mediterraneo in conseguenza della guerra arabo israeliana ovvero l’aggressione sionista all’Egitto e alla Siria che dal 5 giugno 1967 diede vita alla famosa guerra dei “sei giorni”. Una aggressione da tempo progettata a Washington e Tel Aviv e che doveva consentire ad Israele di rapinare territori altrui da sempre agognati e di raggiungere uno stato strategico di definitiva sicurezza nei propri confini.

Il periodo antecedente e susseguente alla “guerra dei sei giorni” è la chiave di volta interpretativa del perchè nel nostro paese si ritenne opportuno applicare le strategie, made Cia, della “guerra non ortodossa”.
Fu proprio in prospettiva di quella guerra, infatti, con la relativa situazione esplosiva che si sarebbe inevitabilmente creata nel mediterraneo (con il pericolo che i sovietici potessero in qualche modo approfittarne per insinuarsi nell’area) che gli Stati Uniti, supporto neppure troppo nascosto alle mire belliche sioniste, intesero premunirsi, soprattutto in virtù del fatto che dal 1966 la Francia di De Gaulle era uscita dalla struttura militare della Nato.

In Italia, più o meno già dal 1965, si era iniziato a gettare le basi per la guerra non ortodossa, uno stato di tensione estrema continuo fatto di infiltrazioni e gestione di movimenti cosiddetti eversivi (altra strategia americana detta Chaos), incrudimento delle violenze studentesche e sociali in atto nel paese e dal 1967 anche un crescendo di attentati sempre più cruenti.
Tutti questi riferimenti si riscontrano facilmente quando si va a considerare che ad aprile del 1967, gli americani pilotarono il famoso golpe dei colonnelli in Grecia, un intervento necessario per avere la certezza che quel paese, molto importante per la Nato e con una situazione politica in ebollizione (si prevedeva una vittoria delle sinistre alle prossime elezioni), potesse garantire, nell’imminente situazione di emergenza, il ruolo che gli era stato assegnato nella Nato.
Lo stesso pericolo di scollamenti dalla collocazione atlantica lo si poteva paventare in Italia a seguito della cronica crisi dei governi di centro sinistra, della presenza del più forte partito comunista europeo, e di un agguerrito fronte sindacale che in quegli anni post boom economico rendevano caotica ed esplosiva anche la situazione sociale.

Insomma, in vista e poi in conseguenza della crisi aperta dalla “guerra dei sei giorni”, occorreva assolutamente evitare che in Italia potessero sorgere iniziative governative che mostrassero una certa autonomia sul piano internazionale (come già era accaduto con quelle di Mattei) e che invece, a tutti i costi, il nostro paese rimanesse ingessato e ancorato indissolubilmente ai suoi impegni Nato. Non essendo possibile in Italia, paese molto più evoluto della Grecia, un golpe risolutivo, la strategia della guerra non ortodossa doveva creare quello stato di insicurezza e di terrore con il fine di “destabilizzare per stabilizzare” la situazione del paese, ovvero ricattare, terrorizzare e tenere sotto pressione i governi e le iniziative politiche affinché non ci fossero “sorprese” e l’ingessamento italiano nella Nato restasse stabile e sicuro.

Le origini e le cause della “strategia della tensione” vanno ricercate in questo contesto internazionale, politico e militare e tutto il resto che pur prese successivamente o contestualmente ad aggiungersi (petrolio, Libia, ecc.) passa in secondo piano. Come di secondaria importanza, sono i dispetti e le ritorsioni dei britannici, evidentemente indispettiti, le cui centrali di Intelligence attraverso la stampa (l‘Obeserver), a cavallo della strage di Piazza Fontana, presero a indicare nel “partito americano”, cioè nel presidente Saragat in particolare, smanioso di gestire uno “stato di emergenza”, come gli artefici della strategia della tensione e a sua volta Saragat rispose insinuando invece uno zampino inglese.

Superata, infatti, questa crisi strategica della Nato nel mediterraneo, più o meno dopo quella strana guerra detta del Kippur del 1973, nella quale Israele oramai poteva dirsi strategicamente al sicuro, morto De Gaulle e successivamente con il Watergate del 1974 in America, cambiati i rapporti di forza dell’amministrazione americana, cambiarono anche le strategie e venne, seppure in parte, ma non del tutto, accantonata la “guerra non ortodossa”.

Ora però in Italia, non solo presero a scontrarsi molteplici ed eterogenei interessi di ordine internazionale, contrapposizioni di Servizi di ogni colore, ma come accennato, tendenzialmente si cercò di perpetuare un “terrorismo” che potesse modificare, come in effetti modificò, tutta la struttura sociale e culturale del paese in senso progressista.

Da Brescia in poi, bomba dietro bomba, strage dietro strage, dietro le etichette di un fantomatico “terrorismo nero” l’Italia venne radicalmente sconvolta nelle sue culture e lo stesso Pci ne ottenne evidenti benefici tanto da arrivare a sfiorare la maggioranza elettorale.

La prospettiva di un Compromesso storico Dc – Pci, infine, palesatasi dal 1975 in avanti, determinò altri e diversi pericoli per la stabilità degli accordi di Jalta, ma anche il “pericolo” per chi aveva interesse a mantenere insicuro il nostro paese, che l’incontro di grandi masse contadine e operaie organizzate nel Pci e nei sindacati, e altrettante masse e realtà industriali con riferimenti nella Democrazia Cristiana, raggiungendo un accordo di governo, potessero dar vita ad una stabilità di potere che a tutti i costi in Italia, interessi straneri volevano evitare.
Un ricercatore storico impegnato a decifrare il periodo stragista, riscontra sicuramente la presenza di interessi e volontà straniere ed il fatto che tutto nasce fuori dai nostri confini, ma al contempo non può che osservare anche alcune evidenze alquanto inquietanti.
Tra le tante ne citiamo due: chi progettò di far esplodere le bombe del 12 dicembre 1969 a Roma e Milano, precedute da tutto un gran daffare di infiltrazioni, provocazioni e criminalizzazioni degli ambienti anarchici e dal forte stato di tensione di un precedente autunno caldo nei rinnovi contrattuali, sapeva benissimo che i morti e i feriti che ne scaturivano sarebbero stati addebitati ai “rossi”, agli anarchici appunto. E questo diciamo che è oramai dato per scontato un po’ da tutti.
Ma analogamente chi ideò di porre una bomba a Brescia il 24 maggio 1974 ad un comizio sindacale antifascista, era ben conscio che morti e feriti sarebbero stati addebitati alla destra neofascista, visto che oramai da tempo erano in corso tutta una serie di inchieste, procedimenti giudiziari, arresti e così via nell’ambito dell’estremismo di destra da più parti ritenuto responsabile per Piazza Fontana, e soprattutto dopo che pochi giorni prima un ragazzo della destra neofascista Silvio Ferrari, proprio a Brescia, era saltato per aria a causa dell’esplosivo che trasportava.
Quindi dietro allo stragismo c’era “anche” un disegno ideologico ben preciso e ci sarebbe piaciuto che Rosario Priore, oltre a cogliere gli “intrighi internazionali” avesse colto anche questo importante aspetto di quel triste periodo storico.
E’ quindi evidente, al di là dei singoli avvenimenti più o meno spontanei o provocati o fatto in modo che degenerassero, delle bombe che presero a esplodere, dapprima dimostrative poi assassine, del crescendo degli episodi di violenza del 1967 /’68, a seguire con le bombe della primavera estate del 1969, dette “della fiera campionaria” e “sui treni”, per arrivare a Piazza Fontana, Brescia, l’Italicus, ecc., che dietro tutto questo c’era una strategia sottile, una “mano” che tirava certi fili, che cercava di conseguire determinati risultati o nel migliore dei casi, di sfruttare e incanalare per i suoi scopi certi avvenimenti.
E che questa “mano” fosse straniera non ci sono dubbi, visto che oltretutto Piazza Fontana, dai cui morti si innescherà poi tutto il resto, è conseguenza di una crisi internazionale nel mediterraneo e vista la collocazione coloniale del nostro paese che, come già accennato, a seguito del diktat impostoci con la fine della guerra, e per tutta una serie di accordi, protocolli e intese successive, vede i suoi più alti vertici militari e quelli delle strutture di intelligence, di fatto subordinati nel sistema Nato.
Se un alto esponente del Sid, quale il generale Gianadelio Maletti, che durante il suo operato da numero due del Sid, era ritenuto tra l’altro “amico” del Mossad israeliano, nel corso di una intervista rilasciata il 4 agosto del 2000 da Johannesburg (ripresa anche in un importante libro – intervista della Aliberti Editore “Piazza Fontana Noi sapevamo”), affermò esplicitamente che la CIA, attraverso la strumentalizzazione di ambienti di destra, aveva giocato un certo ruolo nello stragismo, tanto che il giornale La Repubblica, sottotitolò quell’intervista “La Cia dietro quelle bombe”, e se questo viene messo in relazione a tanti altri elementi emersi nel corso delle inchieste giudiziarie, tra cui soprattutto quelli del giudice Guido Salvini, nelle quali emersero certi collegamenti e certi traffici che risalivano alle basi americane in Veneto ed elementi di destra, la genesi della strategia della tensione comincia a ricomporsi.
Possiamo quindi dire che si può sottoscrivere in pieno quanto fece capire, nei suo ultimi anni Francesco Cossiga, un uomo che ha ricoperto quasi tutte le più alte cariche dello Stato e molti lo hanno anche visto come uno degli uomini politici più addentro ai “Servizi” e persino intento a pilotare, in sintonia con Andreotti, in “un certo modo” le insulse e inefficaci indagini sul rapimento di Aldo Moro. In pratica Cossiga, chissà forse per scaricarsi la coscienza, ha fatto capire che la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 è attribuibile agli americani; che la strage di Ustica del 27 giugno 1980, fu provocata da un aereo militare francese; che il nostro aereo “Argo”, nel novembre del 1973, a Porto Marghera, fu fatto esplodere in volo dagli israeliani (ritorsione con l’Italia per la liberazione dei palestinesi di Fiumicino).
Niente di “clamoroso”, visto che tutto questo lo si evince da più parti e dimostra che interessi internazionali e contingenti e altri di natura “ideologica” perpetuarono per anni lo stragismo in Italia, ma dimostra anche che al centro delle strategie che portarono a questi avvenimenti c’erano principalmente le centrali di Intelligence occidentali.
Successivamente, con gli anni ’70, il terrorismo brigatista, volente o nolente, rispose pienamente a queste esigenze “straniere” e su questo aspetto il libro del giudice Priore ne tratteggia i molti intrecci, con i servizi segreti dell’Est, le forniture di armi dai palestinesi e soprattutto la famosa scuola di lingue Hyperion con il suo Superclan (influente sulle brigate rosse morettiane) a Parigi, protetto dai servizi francesi.
Anche qui però, en passant, vorremmo far notare come i francesi, sia i governi di Giscard d’Estaing che soprattutto quelli ancor più massonici di Mitterand, mai avrebbero appoggiato per lungo tempo strutture para terroriste, in contatto anche con ambienti della guerriglia palestinese e mediorientali e dato protezione alla latitanza di tanti terroristi di sinistra, se non fossero stati più che certi che queste attività non avrebbero nuociuto ad Israele, anzi…

Il magistrato, passando a considerare gli “anni di piombo, periodo a cui dedica quasi tutte le sue risposte a Fasanella e che poi è proprio quello che conosce meglio avendoci lavorato come magistrato, nel cogliere gli innumerevoli nessi che legavano il terrorismo rosso alla Raf, quindi ai servizi della Stasi della Germania orientale, le forniture di armi che costoro si procuravano dalla Cecoslovacchia e dai palestinesi, ecc., indirettamente da l’impressione di tendere invece a minimizzare il ruolo del Mossad israeliano (e anche quello della Cia).

Eppure almeno una piccola osservazione dubitativa poteva essere formulata nel considerare che il fondatore e per anni direttore della Stasi era stato quel Markus Wolf, figlio del fisico scrittore ebreo Friedrich Wolf e fratello del regista Konrad Wolf. Non vogliamo fare del razzismo, ma in base a tante altre coincidenze ed evidenze storiche la domanda se questo super agente segreto sia sempre stato fedele al comunismo e basta oppure era anche un poco “sensibile” alle sorti dell’ebraismo e di Israele, non è poi così tanto peregrina e potrebbe cambiare i veri scopi per i quali la Stasi manteneva contatti con le organizzazioni della guerriglia palestinese e con il terrorismo di sinistra.
Considerando, infatti, gli “agganci” del servizio segreto israeliano verso il terrorismo rosso (sappiamo per certo che già nei primi anni ’70 gli israeliani contattarono le prime Br di Curcio e Franceschini proponendo aiuti), Priore nel considerare gli scopi di queste “attività” dei sionisti, pone la questione sul dubitativo, ma a suo avviso l’ingerenza israeliana forse era più che altro di tipo “informativo” e di convenienza e semmai il Mossad apparirebbe tutto al più interessato a che si perpetuassero certe attività brigatiste, per destabilizzare l’Italia ed avere, secondo il magistrato, dagli Usa la palma di nazione affidabile nell’area mediterranea – mediorientale.
In questo non siamo completamente d’accordo con lui, intanto perchè dobbiamo dire che l’interesse israeliano ad essere privilegiato dagli USA quale partner principale in quest’area, era del tutto secondario, essendo pressoché scontati e mai posti in dubbio gli stretti rapporti e interessi Usa – Israele.

Se poi invece andiamo a considerare molti particolari, che qui non abbiamo lo spazio per elencare tutti, ma per esempio: dai sospetti di una presenza del Mossad nell’operazione Moro, così come a quelli di sostegno alla Raf tedesca (condizionata quindi non solo dalla Stasi), dal fatto che dietro l’Hyperion agiva un Superclan a livello europeo che apparentemente strumentalizzava il terrorismo eversivo in mezza Europa, ma in realtà, con l’ispirazione di certe insensate attività eversive e attentati, fungeva da elemento stabilizzatore di Jalta, ci accorgiamo che il ruolo del Mossad andrebbe quantomeno meglio riconsiderato.
Non a caso, nel Superclan all’ombra della scuola di lingue di Parigi, a cui il magistrato dà giustamente la dovuta importanza rispetto al suo elaborare strategie del terrore e condizionare l’area della sinistra antagonista e quella armata, si riscontra la mano dei servizi contrapposti dell’est e dell’ovest e persino l’ombra del servizio segreto del Vaticano: tutte intelligence, impegnate in attività di varia natura, ma sostanzialmente finalizzate a operare e vigilare che la spartizione dell’Europa stabilita a Jalta non venisse messa in discussione.

A prima vista, per fare un esempio, potrebbe sembrare assurdo che il potente e planetario servizio segreto statunitense, la Cia, fosse dietro una struttura preposta a progettare e ispirare attentati soprattutto contro persone, uffici e caserme americane o della Nato o di paesi alleati.
Ed invece, se solo applichiamo il classico cui prodest, ci accorgiamo che anche queste strategie, per così dire “autolesioniste”, potevano essere indirettamente funzionali al controllo geopolitico del continente. Intanto questi servizi segreti occidentali sapevano benissimo che, per quanto vasti e cruenti potessero essere gli attentati anti americani e anti Nato, militarmente erano pressoché insignificanti, ma sapevano anche che indirettamente potevano contribuire a mantenere le nazioni e i governi europei in un clima di continua tensione e spesso di caos interno, favorendo così quella instabilità politica utile ad impedire ai governanti europei di intraprendere politiche o iniziative tendenzialmente autonome e divergenti dalla loro sottomissione stabilità a Jalta. Una sottomissione imposta a tutto il continente nel 1945, ma che con il passare degli anni, per le naturali e inevitabili dinamiche storiche si sarebbe potuta in qualche modo allentare. Ed infine, dietro la facciata di queste azioni terroristiche, non a caso venivano ad essere spesso eliminati personaggi affatto scomodi proprio per la stabilità di Jalta (vedi Moro) o per certi interessi dell’Alta Finanza (vedi Schleyer).
Per ragionare in quest’ottica bisogna avere una profonda esperienza di relazioni internazionali e di realtà geopolitiche, oltre che ad una certa elasticità mentale. Occorre, infatti, partire dal presupposto vero e sacrosanto che gli accordi di Jalta avevano una funzione strategica (sia pure temporale, perdurarono infatti quasi 45 anni), mentre tutti i dissidi, anche cruenti causati dalla divisione del mondo in due blocchi apparentemente contrapposti e sfociati in anni di guerra fredda e guerre di servizi segreti, avevano una caratteristica sostanzialmente “tattica”, ovvero quella di reagire, anticipare o prevenire a ogni tentativo del blocco opposto di allargare la sua influenza rispetto a quanto stabilito da quegli accordi o in conseguenza dei cambiamenti scaturiti dalla naturale dinamica geopolitica degli avvenimenti storici.

Quindi il vero substrato di Jalta era la “coesistenza pacifica”, lo scambio segreto di “piaceri” e informazioni ad alto livello che garantiva agli Usa e all’Urss il mantenimento dello status quo.
Lo stesso giudice Priore osserva giustamente, che i paesi del Patto di Varsavia sapevano bene che gli assetti e la spartizione geografico – politica stabilita a Jalta era immutabile ed infatti mai si è verificato che un paese di uno schieramento sia poi passato dall’altra parte, però poi il magistrato non ne trae la giusta conseguenza quella ovvero che le attività e le rivalità dei servizi segreti dei paesi comunisti contrapposti a quelli occidentali avevano altri scopi e interessi che non quelli di conquistare al proprio blocco un paese dell’altro schieramento.
Questo ovviamente non toglie che al contempo le due superpotenze fossero anche obbligatoriamente costrette a farsi le scarpe a vicenda, a farsi la guerra per interposta persona o a praticare la guerra delle spie.
Quando, tanto per fare un esempio, andiamo a riscontrare, come il testo del giudice Priore spesso ci ricorda, che nell’operazione Moro, ma non solo, partendo dalle Br vi troviamo tracce della Raf, quindi della Stasi, quindi del Kgb (per esempio la presenza del famoso “studente russo” Sergheij Sokolov che gironzolò attorno a Moro fin al giorno precedente il rapimento del presidente democristiano), non dobbiamo arrivare alla affrettata deduzione che Moro venne rapito e quindi eliminato dietro direttive dei sovietici perchè il suo “Compromesso storico” rischiava di mettere in crisi la politica di Mosca sulla “sovranità limitata” e il suo ruolo guida nei paesi oltrecortina.
In realtà, più semplicemente, accadeva che “anche” i sovietici, che avevano un occhio e forse una mano, dentro le Br, vi giocarono una loro parte ed avevano un loro interesse (anche perchè altrimenti vi si sarebbero opposti), alla eliminazione di Moro, ma tutta quell’operazione, costruita e consumata in un paese della Nato, era principalmente funzionale alle strategie occidentali e quindi si deve dedurne che l’ispirazione e il controllo definitivo di quella operazione nasceva dalle strategie occidentali, rispondeva principalmente ai loro interessi. Che poi per attuarsi e dispiegarsi materialmente doveva passare dalle Br, una organizzazione comunista armata che attingeva armi ed altro anche e soprattutto, direttamente o indirettamente che sia, da intelligence dei paesi dell’Est ed aveva per tramite un “centro” particolare come il Superclan dell’Hyperion è un altro discorso.
Per tornare all’Hyperion si riscontra anche il fatto che, tanto per fare un esempio, in quel superlan come disse Alberto Francescini, uno dei capi storici della BR, vi operava anche Duccio Berio, ovvero:
“…il braccio destro di Simioni, suo padre era un famoso medico ebreo milanese a suo dire legato ai servizi segreti israeliani. Berio, tra l’altro, era anche il genero di Alberto Malagugini esponente di primo piano del vecchio PCI. Ho quasi la certezza che il canale attraverso cui fummo contattati (le Br, dagli israeliani, n.d.r.) passava per questa persona”.
Ma oltretutto, come pur osserva lo stesso magistrato, il Mossad poteva all’occorrenza servirsi dell’apporto di molti correligionari della diaspora, e nei movimenti di sinistra, aggiungiamo noi e del resto lo dice anche Priore, attivisti e leader ebrei abbondavano assai.

In definitiva poi, particolare decisivo, se consideriamo che tutto questo trafficare e operare, con il tempo, non ha portato affatto all’indebolimento di Israele, ma alla sua abnorme crescita politica e militare, tanto dal diventare oggi una superpotenza dotata persino di arsenale nucleare, dobbiamo dedurne che, alla fin fine, tutto andava a vantaggio degli interessi dei sionisti e statunitensi, mentre gli altri paesi interessati (quelli dell’Est), ebbero certamente un loro ruolo, finalizzato ai propri scopi, certo non indifferente, ma sicuramente secondario.
La ricostruzione del terrorismo brigatista e delle sue possibili strumentalizzazioni, così come tratteggiata dal magistrato, invece, dà più che altro l’impressione di ingigantire il ruolo dei servizi segreti dei paesi dell’Est, interessati a far fallire i progetti di Compromesso storico di Berlinguer (e Moro) esiziali per la politica sovietica.
Se questo è pur vero, a nostro avviso però, non ha la stessa incidenza degli interessi occidentali affinchè il Compromesso storico abbia a fallire (Kissinger), che in Italia non nasca un governo forte e duraturo, che la politica di Moro, una politica di equidistanza e prudenza rispetto allo scontro che stava divampando anche sul territorio europeo tra israeliani e palestinesi, era particolarmente indigesta allo stato ebraico, e così via. A questo proposito sarebbe anche stato il caso di accennare all’infame attentato del novembre 1973 contro l’aereo Argo 16 utilizzato dai nostri Servizi e fatto esplodere sul cielo di Porto Marghera e da tutti messo in relazione ad una forma di ritorsione per la liberazione dei palestinesi arrestati per l’attentato di Fiumicino alle linee aeree israeliane.
Il giudice Priore sottolinea i rapporti tra Br e Raf tedesca, e sostiene che dietro la Raf come altri gruppi simili per esempio il “movimento 2 giugno”, vi era la Stasi. I riscontri che la sua attività di magistrato gli ha fatto scoprire non presentano dubbi.
Ma è pur ero che da tempo è stato rilevato come la Raf, dicesi molto più delle Br, era anche influenzata dalla intelligence israeliana e se poi andiamo a vedere bene a chi poteva giovare il terrorismo di queste organizzazioni tedesche troviamo che forse era più funzionale alle strategie occidentali e solo in parte a quelle dei paesi dell’Est. Per lo stesso rapimento dell’industriale Martin Schleyer, molto simile per le oscure finalità che lo determinarono, per la tecnica usata nel rapimento e per la fine cruenta dell’ostaggio, non pochi osservatori hanno fatto notare che se c’era qualcuno che ne veniva forse avvantaggiato questo era un certo circuito d’alta finanza in Germania.
Potremmo sbagliarci, ma avvertiamo nel testo un (involontario?) “ridimensionamento”, circa il ruolo e la presenza della Cia e del Mossad negli anni di piombo. Strutture di Intelligence queste che sono state le “vere” vincitrici negli avvenimenti storici successivi che portarono alla “caduta del muro” (1989) e all’implosione e disintegrazione di tutti gli stati dell’Est Europa, Russia compresa.

Chi legge il libro di Fasanella e Priore, invece, e non è bene informato su tutto il resto, potrebbe trarne la errata considerazione che in questi “intrighi internazionali” Cia, Mossad, M16, Kgb, Stasi, Palestinesi, ecc., ebbero più o meno le stesse responsabilità nella strategia della tensione e nel terrorismo, quando è vero invece che tutti erano presenti e inzupparono il loro “biscotto”, ma alcuni tirarono i fili dei loro burattini più degli altri e soprattutto ne colsero i frutti molto più degli altri.
Il Fasanella, per fare un esempio, nella introduzione al libro ricorda quando il giudice Priore con il collega Ferdinando Imposimato fecero dei sopraluoghi notturni ed in incognito nei pressi di via Caetani dove era stato ritrovato il cadavere di Moro. Il giorno dopo, ricorda il giornalista, i magistrati trovarono le foto di quella loro ricognizione nelle proprie cassette delle lettere. Una evidente minaccia e un avvertimento a non proseguire in quelle indagini.
Ma il giornalista omette di specificare o comunque di dire chiaramente, che quelle ricognizioni avvennero nel ghetto ebraico, alla ricerca di covi brigatisti, di cui uno si era già trovato in via Sant’Elena e quindi, se di intimidazione trattavasi, non poteva che ipotizzarsi che era finalizzata a tenere nascosta l’ubicazione dell’ultima prigione di Moro e di altre basi brigatiste, sospettate nel ghetto, una zona ben controllata dal Mossad.

Ma anche il giudice Priore fa una affermazione infelice, che lascia trasparire come egli quando esprime osservazioni verso Israele tenda ad andarci con i piedi di piombo.
Ad un certo punto, infatti, egli afferma quanto segue: “Il dato dal quale non si può prescindere è la particolare situazione di quello stato (Israele, n.d.r.), circondato da nazioni arabe ostili, che vogliono distruggerlo fisicamente…”.
Una affermazione questa apparentemente realistica, ma fuorviante perchè dimentica letteralmente il particolare che “quello stato”, circondato da nazioni arabe ostili, fin dalla sua nascita nel 1948, già segnata da sconfinamenti e stragi, espulsioni di residenti e villaggi conquistati a fil di spada e nel corso di altre innumerevoli guerre e aggressioni, ha allargato a dismisura i suoi confini, più che quadruplicando la sua estensione geografica e provocato l’espulsione di popolazioni scacciate dalle proprie abitazioni con operazioni (vedi anche oggi quanto accada a Gaza) da vera e propria “pulizia etnica”.
Semmai il magistrato avesse voluto sottolineare che Israele era costretto a vivere in condizioni di costante vigilanza armata, avrebbe dovuto almeno aggiungere che tutto questo era in conseguenza della sua politica guerrafondaia e di rapina. Anzi, visto che “quelle nazioni arabe confinanti e ostili” (vedi il Libano) erano loro a dover temere aggressioni, Israele doveva considerarsi più carnefice che vittima.

Articolo di Maurizio Barozzi
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martedì 23 novembre 2010

ATTRAVERSO L'INGANNO FAREMO LA GUERRA.

Lusitania, USS Maine, Pearl Harbor, USS Liberty, 9/11 …  
... se fai una cosa per bene nessuno sospetterà mai che tu l’abbia fatta !!!


Lenin (Vladimir Ilyich Ulyanov) disse:”l’istituzione di una banca centrale rende comunista una nazione al 90%”.[1] Il controllo di tutto il mondo, ovviamente, richiede un’organizzazione straordinaria, armi superiori e alta tecnologia (come HAARP), potere politico e controllo monopolistico di tutte le risorse. Il 17 febbraio del 1950, James Warburg dichiarò al Senato degli Stati Uniti:”Avremo un governo mondiale, che vi piaccia o no. L’unica domanda è se il Governo Mondiale sarà raggiunto con la conquista o con il consenso.”[2] In Russia, in Cina e in altri paesi, le élite usano dei criminali per la loro conquista violenta dei capi esistenti. Le popolazioni non darebbero volontariamente il consenso alla propria fine. Ma i cittadini distratti, ingenui e ignoranti, con il loro consenso rinunciano alla propria libertà, ponendo la loro fiducia negli altri: (1) politici ipocriti che raccontano bugie, hanno rinunciato alla costituzione e venduto le loro anime; (2) media suadenti guidati dal profitto di un’élite. Le sorridenti e brillanti teste parlanti, le avvocatesse in abiti scollati dalla parlantina veloce, legittimano l’indecenza mentre spacciano l’infoainment travestendolo da notizie. Esse giocano agli equivoci riguardo all’obiettivo della prossima guerra dei neocon, che a loro parere è necessaria per tenere al sicuro l’America.

Mentre vendono le loro illusioni e fabbricano le nostre percezioni, su cosa indossare, cosa mangiare, bere, pensare e di chi aver paura, esse nascondono, cancellano o coprono storie che riguardano in realtà le nostre vite.
 
Jacob H. Schiff, Paul Warburg e altri banchieri influenzarono il Congresso ad approvare il Federal Reserve Act (23 dicembre 1913). L’Anti-Defamation League (ADL) fu creata nel 1913 per ridurre al minimo le prevedibili critiche. I banchieri hanno fabbricato panico, ritirata del credito e nel processo hanno confiscato le risorse dei cittadini e i beni personali attraverso falsi salvataggi, ratificati da politici compromessi. Queste azioni, in ultima analisi, sono calcolate e progettate per decimare l’economia. Gli stessi banchieri che promossero la Federal Reserve, finanziarono Lenin, Trotsky, Stalin, Zinoviev, Kamenev, Molotov e Kirov (pseudonimo), nella loro atea e violenta presa in consegna della Russia. I banchieri cominciarono a fare grandi profitti quando Bernard Baruch, Louis Brandeis e altri manipolarono il loro burattino Woodrow Wilson ad entrare nella Prima Guerra Mondiale con il denaro preso in prestito dopo il provocato attacco al Lusitania.
 Winston Churchill, un seguace Rothschild, trattò come “esche vive” gli americani che viaggiavano sulla sfortunata Lusitania, una tattica per coinvolgere gli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale, che diede inizio al flusso di denaro dalle tasche dei cittadini americani verso le cantine dei Rothschild e dei loro colleghi banchieri. La tattica delle “esche vive” era stata utilizzata con successo con la morte dei marinai americani a bordo della USS Maine. I banchieri dietro i magnati aziendali sfruttarono la situazione. I loro burattini politici ordinarono poi ai militari di invadere le ricche di risorse Filippine. Nel frattempo, i media insultarono e disumanizzarono gli innocenti filippini in modo che gli invasori potessero razionalizzare la loro uccisione. I magnati favoriti erano al seguito per la raccolta di manodopera a basso costo al fine di estrarre le risorse e il governo sequestrava il terreno per costruire basi militari per la gestione della popolazione e per proteggere le risorse. Per legittimare la propaganda in favore della Prima Guerra Mondiale, Walter Lippmann convinse il Presidente Wilson a creare la Commissione Ufficiale sulla Pubblica Informazione (CPI) il 13 aprile 1917. Wilson designò come presidente l’editore di giornali George Creel. Creel commissionò agli artisti della nazione la produzione di dipinti, manifesti e cartoni animati al fine di promuovere la guerra. Con l’aiuto competente di Edward Bernays “il padre delle pubbliche relazioni” e nipote di Sigmund Freud, il CPI produsse la più atroce propaganda di odio contro i tedeschi. Bernays manipolava la pubblica opinione attraverso la psicologia di massa, la sua specialità. Creel aveva un organico di fabbricatori di parole – giornalisti, scrittori, intellettuali e diversi pubblicitari – che più tardi ammise che erano disposti a mentire, usare il richiamo emotivo e la demonizzazione del nemico per generare odio e paura al fine di sollecitare il sostegno alla guerra.[3] In attesa di entrare in un’altra guerra, l’11 luglio 1941, il Presidente Roosevelt creò l’ufficio del Coordinatore delle Informazioni (COI), e nominò William J. Donovan, un avvocato di Wall Street, come suo capo.[4] Gli apologeti del Comunismo Eleanor Roosevelt, Wendell Willkie, George Field, Dorothy Thompson, Herbert Bayard Swope e importanti giornalisti, docenti universitari, sindacalisti, teologi e funzionari pubblici fondarono la Freedom House nell’ottobre del 1941, un’organizzazione di facciata del CFR. La Freedom House incoraggiava l’occulta attività di propaganda di gruppo perché sperava di convincere i cittadini statunitensi ad accettare l’ingresso nella Seconda Guerra Mondiale. Freedom House è stata strumentale nel facilitare e sostenere le politiche post guerra, come il piano Marshall, la NATO e le Nazioni Unite.[5] Il Piano Marshall trasferì i dollari delle tasse statunitensi nelle mani dell’élite, camuffandolo come sforzo umanitario. I contribuenti americani ricostruirono i paesi stranieri bombardati con la clausola che i soldi dovevano essere spesi con le società statunitensi con dietro i banchieri, le quali alzarono i loro prezzi per quei clienti stranieri. Gli USA fecero un embargo al Giappone, il quale dipendeva dalle importazioni, al fine di provocare una risposta militare.
Churchill e Roosevelt, i cui governi avevano decifrato i codici di comunicazione giapponesi, seguirono poi i progressi della spedizione militare giapponese a Pearl Harbur, dove furono uccise 2402 persone, le “esche vive”, il 7 dicembre del 1941.
Dopo l’attacco di ritorsione del Giappone i media li vilipesero e li disumanizzarono. Il governo degli Stati Uniti, esortato dagli agricoltori californiani, trasferì e internò, anche con la forza, 110.000 giapponesi americani, per lo più contadini della costa ovest, che solitamente vendevano i loro prodotti in modo più competitivo rispetto ai caucasici. Il governo mise i giapponesi nei campi di detenzione e congelò tutti i loro beni. Almeno 80.000 di questi individui erano nati in America. Il 13 giugno 1942, dopo che gli Stati Uniti entrarono in guerra, il reparto di propaganda del COI si unì al nuovo Ufficio di Informazioni di Guerra (Office of War Information – OWI), e fu ribattezzato Ufficio dei Servizi Strategici (Office of Strategic Services – OSS) ancora sotto la direzione di Donovan. [6] L’OSS sviluppò abilità clandestine in tutto il mondo e impiegò quasi 13.000 uomini e donne.[7] Esso condusse la guerra psicologica, spesso usata dai governi per condurre le truppe in guerra. Questa includeva ripetizioni costanti di storie di atrocità inventate al fine di dimostrare che il nemico era il male e doveva essere eliminato.[8] Nel 1942, il Dipartimento di Stato e i membri del CFR collaborarono per creare una nuova “organizzazione sovranazionale” per rimpiazzare la Lega delle Nazioni, basata sulle idee internazionaliste di Wlson.[9] Il Segretario di Stato Corder Hull (CFR) chiese al comunista Alger Hiss di assemblare un gruppo di altri 14 membri del CFR per redigere la Carta delle Nazioni Unite (ONU).[10] La Carta delle Nazioni Unite sostituì la Costituzione degli Stati Uniti con scarsa risposta da parte degli elettori, i quali che erano stati traumatizzati dall’attacco giapponese a Pearl Harbour. I Senatori degli USA accettarono la carta senza nemmeno vederne una copia. Essi non avevano l’autorizzazione a vincolare i cittadini americani, senza il loro consenso, alle condizioni della Carta delle Nazioni Unite.[11] Stalin si sarebbe unito agli alleati solo se gli Stati Uniti non avessero accettato l’ONU. Il 12 aprile 1952 il Segretario Dulles avrebbe rivendicato che “Le leggi del trattato possono sovrascrivere la Costituzione. I Trattati possono portare il potere lontano dal Congresso e consegnarlo al Presidente.”[12] Truman sospese le operazioni dell’OSS l’1 ottobre 1945. I suoi dirigenti, il personale addestrato e il patrimonio, furono infine trasferiti nella nuova Central Intelligence Agency (CIA), attraverso il National Security Act del 26 luglio 1947. Tra i trasferiti alla CIA c’erano 4 futuri direttori della CIA, Allen Dulles, Richard Helms, William Colby, e William Casey. La CIA, creata e gestita da un’elite, è un’organizzazione mondiale col fine di perpetrare attività terroristiche segrete. Ha collegamenti con l’MI6 Britannico e il Mossad israeliano. Truman lottò per la regolarizzazione della guerra psicologica della CIA, uno dei più grandi trionfi di propaganda dell’agenzia.[13] Le attività della CIA, secondo la direttiva ufficiale del governo, includevano: propaganda, guerra economica, azioni dirette preventive, tra cui sabotaggio industriale, demolizioni e misure di evacuazione, sovversioni contro gli stati ostili, compresa l’assistenza ai movimenti di resistenza clandestina, ai guerriglieri e ai gruppi di liberazione dei rifugiati, e supporto agli indigeni anticomunisti o, adesso, agli elementi antinazionalisti nei paesi di tutto il mondo. Queste operazioni non dovevano includere conflitti armati riconoscibili con forze militari, spionaggio e controspionaggio, ma copertura e inganno per le operazioni militari.”[14] I Presidenti Truman e Eisenhower introdussero e mobilitarono la propaganda in tempo di pace come una pratica ufficiale. I dittatori armati di pistola suscitano un’opposizione, mentre invece le democrazie usano la propaganda per convincere i cittadini ad accettare le idee, i punti di vista o le posizioni politiche per fare in modo che la comunicazione sia fatta fondamentalmente o immediatamente propria.[15] Truman istituì lo Psychological Strategy Board, come parte della CIA, il 4 aprile 1951, con Gordon Gray (CFR) come primo direttore. Henry Kissinger, un professore di Harvard, fu consulente di Gray.[16] La CIA pubblicò e disseminò centinaia di libri per promuovere la linea ufficiale di partito della Guerra Fredda. Dietro il sostegno della CIA le reti dei mezzi di comunicazione fornivano copertura per i loro agenti e permettevano la distribuzione di disinformazione, che, negli Stati Uniti, si sviluppava prevedibilmente tramite le agenzie di stampa, che impiegavano anche agenti della CIA, i quali impedivano che un fatto scomodo guadagnasse l’esposizione pubblica.[17] Frank Wisner, insieme con Allen Dulles, Richard Helms e Phillip Graham (editore del Washington Post e marito della CFR/Trilateralista Katharine Graham) istituì l’operazione Mockingbird, il programma della CIA per controllare i media statunitensi.[18] Per decenni le “notizie” statunitensi furono fabbricate. Nel 1981, il direttore della CIA William Casey disse:”Noi sapremo che il nostro programma di disinformazione sarà completato quando ogni cosa che il pubblico americano crederà sarà falsa.” Nel 1948, secondo John F. Kennedy, molti dei sostenitori di Truman lo abbandonarono perché sostenne il piano Morgenthau e altre dubbie questioni. Nella sua campagna whistle-stop in treno durante la corsa presidenziale, un avido sionista statunitense gli consegnò una valigia contenente 2 milioni di dollari in contanti che gli diede la spinta finanziaria di cui aveva bisogno per vincere in quello che fu considerato il più grande stravolgimento elettorale nella storia degli Stati Uniti.[19] Truman credeva che, come risultato della Shoah, gli ebrei erano stati oppressi e meritavano una patria. Gli inglesi rinunciarono al problema di uno stato diviso arabo-ebraico in favore delle Nazioni Unite il 2 aprile 1947, a causa del terrorismo ebraico in Palestina. Il Presidente Truman incaricò un riluttante Dipartimento di Stato ad approvare il 29 novembre 1947 il piano di partizione delle Nazioni Unite. A mezzanotte del 14 maggio del 1948, il governo provvisorio di Israele annunciò il nuovo stato di Israele. In quello stesso giorno, al pari del riconoscimento del governo sovietico da parte di Roosevelt, Truman riconobbe ufficialmente il governo sionista in Palestina contro il parere di molte persone. Truman non si diede il disturbo di informare i principali funzionari del Dipartimento di Stato, i quali si arrabbiarono quando sentirono la notizia. Il 15 maggio 1948, gli stati arabi risposero invadendo Israele, dando inizio alla prima guerra arabo-israeliana.[20] I sionisti detenevano solo il 7% della terra quando proclamarono il loro stato. Dopo il riconoscimento di Truman, gli esperti di pubbliche relazioni iniziarono a promuovere l’espressione “Giudeo-Cristiano” per contribuire alla creazione del “rapporto speciale” dell’America con Israele.

… omissis …
L’8 giugno 1967 ci fu un tentativo fallito di usare il dispositivo “esche vive”, con la preconoscenza da parte del governo, con la USS Liberty.
I media USA posseduti dai sionisti tacquero sull’attacco israeliano a bordo della nave. In seguito la tattica delle “esche vive” fu utilizzata nella USS Cole, dove furono uccisi 17 marinai americani, e 39 furono feriti. Una piccola imbarcazione di spostò a babordo del cacciatorpediniere quando tutti i marinai erano raccolti in cucina per il pranzo. Si verificò un’esplosione che creò un buco di 40×40 piedi nella nave. Al Qaeda, guidata da Osama bin Laden, un uomo della CIA, rivendicò l’attacco. Eppure, i campioni degli esplosivi recuperati dallo scafo della nave mostrarono che i materiali utilizzati erano disponibili solo negli Stati Uniti e in Israele. Poi la tattica delle “esche vive” è stata utilizzata il 9/11 per condurre gli Stati Uniti a rimuovere Hussein e bombardare l’Iraq per farlo tornare all’età della pietra. Entro le 24 ore dal 9/11 i media, miracolosamente, rivelarono storie, foto e dettagli sui terroristi islamici che avrebbero perpetrato l’attacco, come se tutte le informazioni fossero state preparate in anticipo.

… omissis …

[1] The Synagogue of Satan, the Secret History of Jewish World Domination by Andrew Carrington Hitchcock, River Crest Publishing, Austin, Texas, 2007, p. 102
[2] Liberty Tree, http://quotes.liberty-tree.ca/quotes_about/debt
[3] Wartime Propaganda, World War I, “The War To End All Wars, http://www.100megspop3.com/bark/Propaganda.html
[4] Two Faces of Freemasonry by John Daniel, Day Publishing, Longview, Texas, 2007, pp. 99-100
[5] Freedom House Statement on the Passing of George Field, Washington, DC, June 1, 2006, http://www.freedomhouse.org/template.cfm?page=70&release=384
[6] OSS, the Secret History of America’s First Central Intelligence Agency by Richard Harris Smith, The Lyons Press, Guilford, Connecticut, 2005, pp. 1-2
[7] What Was OSS Many OSS Records have recently been declassified: Report to the IWG on Previously Classified OSS Records, June, 2000, https://www.cia.gov/cia/publications/oss/art03.htm, http://www.archives.gov/iwg/reports/june-2000.html
[8] The Mind of Adolf Hitler, the Secret Wartime Report by Walter C. Langer, Basic Books. 1972, p. 4
[9] Bush’s New World Order: The Meaning Behind The Words by Major Bart R. Kessler, March 1997, pp. 7-9
[10] American Statesmen: Secretaries of State from John Jay to Colin Powell edited by Edward S. Mihalkanin, Greenwood Press, Westport, Connecticut, 2004, p. 263
[11] The Liberty Committee, American Sovereignty Restoration Act, H.R. 1146, Analysis by Herbert W. Titus, Senior Legal Advisor, http://www.thelibertycommittee.org/hr1146analysis.htm
[12] The Supremacy Clause: a Reference Guide to the United States Constitution by Christopher R. Drahozal, Greenwood Publishing Group, Westport, Connecticut, 2004, p. 163
[13] Safe For Democracy, The Secret Wars of the CIA by John Prados, 2006, Chapter 5, The Covert Legions
[14] Note on U.S. Covert Actions, U.S. State Department
[15] Age of Propaganda, the Everyday Use and Abuse of Persuasion by Anthony Pratkanis and Elliot Aronson, University of California, Henry Holt and Co., New York, 1992, pp. 9-10
[16] Harry S. Truman Papers Staff Member and Office Files: Psychological Strategy Board Files, Dates: 1951-53, http://www.trumanlibrary.org/hstpaper/physc.htm
[17] The CIA’s Greatest Hits by Mark Zepezauer, Odonian Press, Tucson, Arizona, 2002, pp. 52-53
[18] The CIA and Nazi War Criminals, National Security Archive Posts Secret CIA History Released Under Nazi War Crimes Disclosure Act National Security Archive Electronic Briefing Book No. 146, Edited by Tamara Feinstein, February 4, 2005, http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB146/index.htm
[19] Jewish History, Jewish Religion, the Weight of Three Thousand Years by Israel Shahak, Pluto Press, London, England and Boulder, Colorado, 1994, p. vii
[20] Harry S. Truman Library, the Recognition of Israel, http://www.trumanlibrary.org/whistlestop/study_collections/israel/large/index.php
[21] The Controversy of Zion by Douglas Reed, Dolphin Press, Durban, South Africa, 1978, pp. 332-333
[22] Target Patton: The Plot to Assassinate General George S. Patton By Robert K. Wilcox, Regnery Publishing, Inc., Washington, 2008, pp. 169-170, 193-194
[23] After the Reich: the brutal history of the Allied occupation by Giles MacDonogh, Basic Books, New York, 2007, p. 26
[24] The Origins of the Overclass by Steve Kangas, http://www.huppi.com/kangaroo/L-overclass.html
[25] Washington’s Farewell Address 1796, http://avalon.law.yale.edu/18th_century/washing.asp
[26] The Controversy of Zion by Douglas Reed, Dolphin Press, Durban, South Africa, 1978, p. 343
[27] JFK, the CIA, Vietnam, and the Plot to Assassinate John F. Kennedy by L. Fletcher Prouty, Carol Publishing Group, 1992, pp. 70-71
[28] The Secret History of the CIA by Joseph J. Trent, Carroll & Graf Publishers, New York, 2001, pp. 327-329
[29] JFK, the CIA, Vietnam, and the Plot to Assassinate John F. Kennedy by L. Fletcher Prouty, Carol Publishing Group, 1992, pp. 70-73
[30] Ibid, pp. 72-76
[31] The Secret History of the CIA by Joseph J. Trent, Carroll & Graf Publishers, New York, 2001, pp. 327-329
[32] Ibid, pp. 327-329
[33] JFK, the CIA, Vietnam and the Plot to Assassinate John F. Kennedy by L. Fletcher Prouty, Carol Publishing Group, New York, 1992, pp. 72-76
[34] Beyond Chutzpah, on the Misuse of Anti-Semitism and the Abuse of History by Norman G. Finkelstein, University of California Press, Berkeley, California, 2005, p. 66
[35] Israel’s Sacred Terrorism by Livia Rokach, Association of Arab-American University Graduates, 1985, this book is composed of excerpts from Moshe Sharett’s diary. He was Israel’s Prime Minister (1954-55) and Foreign Minister (1948-56), http://chss.montclair.edu/english/furr/essays/rokach.html
[36] The Jewish Religion: Its Influence Today by Elizabeth Dilling, The Noontide Press, Costa Mesa, California 1983, pp. 38-39
[37] They Dare to Speak Out, People and Institutions Confront Israel’s Lobby by Paul Findley, Lawrence Hill Books, Chicago, Illinois, 1989, pp. 114-116 Findley lost his bid for reelection when pro-Israel supporters financed his opponent, Dick Durbin
[38] Ibid, pp. 114-116
[39] Ibid, pp. 114-116
[40] Our Israel-centric Foreign Policy by Paul Findley, The Huffington Post, June 9, 2005, http://www.huffingtonpost.com/paul-findley/our-israelcentric-foreign_b_2378.html[41] The CIA and the Media by Carl Bernstein, Rolling Stone, October 20, 1977[42] The Praetorian Guard, the U.S. Role in the New World Order by John Stockwell, South End Press, Boston, Massachusetts, 1991, p. 34
[43] Profile: Taliban, History Commons, http://www.historycommons.org/entity.jsp?entity=taliban
[44] How 6 million People Were killed in CIA secret wars against third world countries, http://www.informationclearinghouse.info/article4068.htm
[45] The War on Islam by Enver Masud, Madrasah Books, Arlington, Virginia, 2003, pp. 19-20
[46] ASMA Society, Mission Statement, http://www.asmasociety.org/home/
[47] Our Supporters: U.S. Foundations, http://www.asmasociety.org/home/p_support.html
[48] The Ms. Foundation for Women, History, http://ms.foundation.org/about_us/our-history
[49] In Defense of the Law of Return by Letty Cottin Pogrebin, The Nation, December 22, 2003,
[50] Campaign Contribution Search – Letty Cottin Pogrebin http://www.newsmeat.com/fec/bystate_detail.php?st=NY&last=Pogrebin&first=Letty
[51] Americans for Peace Now, http://fedupusa.wordpress.com/americans-for-peace-now/
[52] Fulbright Scholarship Program Information, http://exchanges.state.gov/education/fulbright/ffsb/
[53] Big Lies, the Right-Wing Propaganda Machine and How it Distorts the Truth by Joe Conason, Thomas Dunne Books, New York, 2003, p. 34
[54] The High Priests of War, The Secret History of How America’s “Neo-Conservative” Trotskyites Came to Power and Orchestrated the War Against Iraq as the First Step in their Drive for Global Empire by Michael Collins Piper, American Free Press, Washington, DC, 2005, pp. 38, 45
[55] Blinded by the Right, the Conscience of an Ex-Conservative by David Brock, Three Rivers Press, New York, 2002, p. 52
[56] The Media Can Legally Lie, Project Censored by Liane Casten, Spring 2003, http://www.projectcensored.org/top-stories/articles/11-the-media-can-legally-lie/
[57] Open Secrets: Israeli Foreign and Nuclear Policies by Israël Shahak, Pluto Press, London, Chicago, Illinois, 1997, p. 54
[58] Catastrophic Terrorism: Elements of a National Policy By Ashton B. Carter, John M. Deutch and Philip D. Zelikow, 1998, http://www.ksg.harvard.edu/visions/publication/terrorism.htm
[59] 9/11 Unveiled by Enver Masud, The Wisdom Fund, Arlington, Virginia, www.twf.org, 2008, pp. 9-10
[60] Rebuilding America’s Defenses, Strategy, Forces and Resources for a New American Century, the Project for a New American Century, September 2000, p. 51
[61] Osama bin Laden: Dead or Alive by David Ray Griffin, Olive Branch Press, Northampton, Massachusetts, 2009, p. 14
[62] Ibid, pp. 2, 10
[63] Port loses claim for asbestos removal, Port Authority of New York and New Jersey by Douglas Mcleod, Business Insurance, May 14, 2001
[64] PNAC letter to George W. Bush, http://www.newamericancentury.org/Bushletter.htm
[65] Ibid
[66] A New Pearl Harbor, http://www.ifamericansknew.org/us_ints/nc-pilger.html
[67] How Wide a War?, PBS, September 26, 2001, http://www.pbs.org/newshour/bb/terrorism/july-dec01/wide_war.html
[68] West-Islamic World Dialogue, http://www2.weforum.org/en/initiatives/c100/index.html
[69] Partial list of people associated with the Project for the New American Century, People identified as being connected to the PNAC because either they are listed on the organization’s web site, or their names appear as authors/contributors on official PNAC documents. Information current to Dec. 2004, http://www.reasoned.org/e_PNAC2.htm
[70] Freedom House Financial Statement, 2007, http://www.freedomhouse.org/uploads/special_report/72.pdf
[71] Ibid
[72] R. James Woolsey – Booz Allen VP, http://findarticles.com/p/news-articles/analyst-wire/mi_8077/is_20100603/james-woolsey-vice-president-booz/ai_n53882161/
[73] Secret Rumsfeld Meeting To Implement North American Union, http://angelsfortruth.com/North%20American%20Union.html
[74] Rebuilding: At What Cost and in who’s Image by Rita J. King, Special to CorpWatch, August 16th, 2006
[75] Curbing Government Contractor Abuse, San Diego Union-Tribune By Charlie Cray, September 30, 2005, http://www.fpif.org/fpifoped/1283
[76] Testimony Of Nina Shea, Director Center for Religious Freedom, Freedom House Before The Committee on International Relations U.S. House of Representatives Subcommittee on Africa, Global Human Rights andInternational Operations “In Defense of Human Dignity: The 2005 International Religious Freedom Report”November 15, 2005, p. 16
[77] Freedom House Press Release, Revised Saudi Government Textbooks Still Demonize Christians, Jews, Non-Wahhabi Muslims and Other, Washington, DC, May 23, 2006, http://www.freedomhouse.org/template.cfm?page=70&release=379
[78] Ibid
[79] Kenyan-born Obama all set for US Senate, http://web.archive.org/web/20040627142700/eastandard.net/headlines/news26060403.htm
[80] Orly Taitz: Obama policies are ‘clear and present danger to Israel’, The driving force behind the ‘birther’ movement has found her star is rising in Israel by Benjamin L. Hartman, Ha’aretz, http://www.haaretz.com/news/orly-taitz-obama-policies-are-clear-and-present-danger-to-israel-1.282161
[81] In Doubt’s Shadow, Soviet Jewish Émigré Orly Taitz is the ‘Queen Bee’ of the ‘Birther’ Movement, http://www.tabletmag.com/news-and-politics/11908/in-doubt’s-shadow/
[82] Nearly 300 Congress members declare commitment to ‘unbreakable’ U.S.-Israel bond, Letter to Clinton underscores Biden remarks that there is ‘no space’ when it comes to Israel’s security by Natasha Mozgovaya, http://www.haaretz.com/news/nearly-300-congress-members-declare-commitment-to-unbreakable-u-s-israel-bond-1.266652
[83] Rahm Emanuel Lights National Menorah At White House, AP/ The Huffington Post, 12-13-09, http://www.huffingtonpost.com/2009/12/13/rahm-emanuel-lights-natio_n_390552.html
[84] Operation Mind Control by Walter Bowart, Dell Publishing Co., Inc., New York, 1978,
[85] Newt Direct, No Mosque at Ground Zero, July 28, 2010, http://www.newt.org/newt-direct/no-mosque-ground-zero
[86] Derailing Democracy, the America the Media Don’t Want You to See by David McGowan, Common Courage Press, Monroe, Maine, 2000, p. 167
[87] A Century of War: Lincoln, Wilson, and Roosevelt by John V. Denson, Ludwig von Mises Institute, Auburn, Alabama, 2006, p. 17
[88] Bill Clinton and his NAFTA Baby Co-Conspirators, http://www.nolanchart.com/article368.html


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di Deanna Spingola * 16 Settembre 2010

Traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com/

link articolo originale: http://www.spingola.com/By_Way_of_Deception.html