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giovedì 4 dicembre 2014

E’ Naturale mangiare carne?

In questo post non voglio parlare di Etica (compassione, giustizia) e nemmeno di Salute (malattie, perdita di salute) o Ambiente (inquinamento, distruzione risorse) perché già se ne è parlato tanto … volevo solo riflettere se è Naturale mangiare cadaveri!


Se iniziassimo a chiamare le cose con il loro nome, tutto sarebbe più chiaro e semplice, la cosiddetta “carne” non è altro che parti di cadavere* (o carogna se preferite) di altri animali in via di decomposizione/putrefazione; si perché finchè è troppo “fresca” (cioè in rigor mortis**) non è commestibile, è troppo dura … dobbiamo batterla, frollarla …  insomma dobbiamo aspettare che inizi a marcire per poterla mangiare!

Dunque la carne non è altro che una carogna in decomposizione sotto sale, essiccata, arrostita, fritta … ma sempre carogna rimane!

Con il condimento “giusto” qualsiasi cosa può assumere un gusto gradevole, anche il cartone o la carne umana … quotidianamente l’essere umano si auto-inganna e grazie ai condimenti riesce ad ingurgitare qualsiasi cosa … più che onnivoro l’uomo dovrebbe dirsi condivoro

Senza peraltro considerare l'anatomia e la fisiologia umana inadatte a mangiare, digerire ed assimilare i pezzi di carcassa animale.

Ma torniamo al nocciolo: è Naturale cibarsi di carogne?
No, non lo è, perché se vedessimo una carcassa in via di decomposizione (carogna), cosa proveremmo? Fame?  Acquolina in bocca? Ci verrebbe voglia di mangiarla? Oppure ci farebbe ORRORE?

Invece quando vediamo un frutto maturo appena colto? Con i suoi colori ed il suo profumo … cosa proviamo?

Basterebbe davvero poco per fare il collegamento …

Basterebbe davvero poco per uscire dalla gabbia mentale …



* “Cadavere: Il termine latino cadaver (dal verbo cado, "cadere") indicava ogni tipo di corpo senza vita, sia umano sia animale. In italiano invece - per influsso della cultura cristiana che, nel nome della superiore dignità spirituale dell'uomo, ha imposto termini differenziati per i corpi morti degli altri esseri - cadavere designa unicamente il corpo umano dopo la morte, mentre quello degli animali è preferibilmente chiamato carcassa e, se in putrefazione, carogna. (...)”
(Fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/cadavere_(Universo_del_Corpo)/)


** La rigidezza completa impiega circa 10-12 ore per svilupparsi in un adulto medio quando la temperatura ambientale è 20-25 °C. Il corpo rimarrà apparentemente rigido per 24-36 ore a questa stessa temperatura prima che la decomposizione inizi a dissolvere i muscoli e li induca a rilasciarsi, nello stesso ordine in cui si sono irrigiditi.

giovedì 2 ottobre 2014

Perché gli hamburger di McDonald’s non si decompongono mai

 

" ... Nessun animale normale può avere la percezione del panino McDonald’s come cibo e a quanto risulta nemmeno i batteri o le muffe. Secondo il loro buon senso, quella è roba non commestibile. Ecco perché questi burger bionici non andranno mai a male. 

E ora arrivo alla mia conclusione su questa risibile vicenda: esiste una sola specie sul pianeta terra che è così stupida da pensare che l’hamburger della McDonald è cibo. Questa specie soffre di altissimi tassi di diabete, cancro, malattie cardiache, demenza e obesità. Si tratta di una specie che sostiene di essere la più intelligente del pianeta eppure si comporta in modo così stupido che alimenta i propri bambini con agenti chimici velenosi e con non-cibo talmente atroce che nemmeno la muffa se lo mangia."

 
 


È sempre interessante notare come i media principali “scoprono” notizie che credono essere nuove anche se la comunità salutista ne ha parlato per anni. Per esempio, recentemente il New York Times ha pubblicato un articolo intitolato Quando le medicine causano problemi che dovrebbero prevenire.                 

Abbiamo parlato per anni di questo argomento, di come la chemioterapia causi il cancro, i medicinali per l’osteoporosi provochino fratture alle ossa e di come gli antidepressivi portino a comportamenti suicidi. 
                

L’ultima “novità” scoperta dai media principali è che gli hamburger e le patatine del Happy Meal della McDonald’s non vanno a male, anche se li si lascia per sei mesi. Questa storia è stata ripresa dalla CNN, dal Washington Post e altri media commerciali che sembrano essere rimasti folgorati dal fatto che il cibo spazzatura delle catene dei fast food non marcisce.
La cosa divertente è che l’industria salutista si era già interessata a questo argomento anni fa.

Ricordate il video Bionic Burger di Len Foley? Era apparso nel 2007 ed è stato visto 2 milioni di volte su Youtube. Nel video c'è un ragazzo che ha comprato i suoi hamburger da McDonald’s nel 1989 e dopo due decenni non si sono ancora decomposti!                  

Ora lui conserva un museo di hamburger non avariati nel suo scantinato.
I media principali hanno ripreso questa storia? No, nemmeno una parola. La storia era stata completamente ignorata. Soltanto nel 2010, quando un artista ha postato una racconto su un hamburger McDonald’s che da 6 mesi non andava a male, i media l’hanno raccontato.
Date un’occhiata al video indicato sopra e vedrete un intero museo di Big Macs e hamburgers riuniti lungo gli anni, e nessuno di essi si è decomposto. 
                
Ed è di particolare interesse soprattutto perché il recente “Happy Meal Project” che verifica lo stato di un hamburger per sei mesi, ha attirato molte critiche da chi sostiene che l’hamburger va a male se gli si dà il tempo sufficiente. Questi critici ignorano evidentemente l’esistenza del museo dei burger mummificati fin dal 1989. Questa roba sembra non decomporsi mai!
Perché gli hamburger della McDonald’s non si decompongono?                  

E allora perché gli hamburger e le patatine dei fast food non marciscono? La risposta più facile potrebbe essere che sono fatti con tanti agenti chimici che nemmeno la muffa li attaccherebbe.
In parte è vero, ma non è tutto.

La verità è che molti cibi trattati non si decompongono né vengono attaccati dalle muffe, insetti o topi. Provate a lasciare della margarina fuori nel cortile e vedrete che niente la attaccherà. Anche la margarina sembra essere immortale!

Le patatine durano decenni. Le pizze congelate resistono notevolmente alla decomposizione.
Avete presenti le salsicce e le carni trattate vendute a Natale e durante le feste? Potete tenerle per anni e mai andranno a male.                  

La ragione essenziale per cui le carni non si decompongono è il loro elevato contenuto di sodio.

Il sale è un grande conservante, come ben sapevano gli esseri umani che lo hanno usato per millenni. Le polpette di carne della McDonalds sono così piene di sodio che sono da considerare carne trattata, senza parlare degli agenti chimici che potrebbero contenere.

Sulla carne non ho dubbi circa la loro mancata decomposizione. La domanda che mi faccio invece è perché capita lo stesso con i panini? Questa è la parte che mi spaventa, dal momento che il pane naturale comincia a creare muffa dopo qualche giorno. Cosa può mai esserci nei panini della McDonalds che li preserva dalla vita microscopica per oltre due decenni?
In realtà, se non siete dei chimici non riuscirete nemmeno a leggere la lista degli ingredienti a voce. Ecco cosa contengono i panini, così come indicato nella pagina internet (non in quello italiano, ndt) della McDonald’s: Farina arricchita (farina di grano sbiancata, farina di frumento maltata, niacina, ferro ridotto, tiamina mononitrato, riboflavina, acido folico, enzimi), acqua, sciroppo di alto fruttosio (HFCS), zucchero, lievito, olio di soia e/o olio di soia parzialmente idrogenato, contiene il 2% o meno di: sale, solfato di calcio, carbonato di calcio, glutine di grano, solfato di ammonio, cloruro di ammonio, agenti ammorbidenti per la pasta (lattato steaorile di sodio, estere diacetiltartarico di mono- e digliceridi degli acidi grassi, acido ascorbico, azodicarbonamide, mono- e digliceridi, monocalcio fosfato, enzimi, gomma di guar, perossido di calcio, farina di soia), propionato di calcio e propionato di sodio (conservanti), lecitina di soia. 
                
Non c'è male, vero? Soprattutto l’HFCS (qualcuno vuole il diabete?), l’olio di soia parzialmente idrogenato (causa malattie cardiache) e la lunga lista di chimici come il solfato di ammonio e il propionato di sodio. Yumm, mi viene l’acquolina in bocca solo a pensarci.
Ma la drammatica verità è che secondo me niente mai mangerà il panino della McDonald (tranne gli esseri umani) perché non è cibo!                  

Nessun animale normale può avere la percezione del panino McDonald’s come cibo e a quanto risulta nemmeno i batteri o le muffe. Secondo il loro buon senso, quella è roba non commestibile. Ecco perché questi burger bionici non andranno mai a male. 
                
E ora arrivo alla mia conclusione su questa risibile vicenda: esiste una sola specie sul pianeta terra che è così stupida da pensare che l’hamburger della McDonald è cibo. Questa specie soffre di altissimi tassi di diabete, cancro, malattie cardiache, demenza e obesità. Si tratta di una specie che sostiene di essere la più intelligente del pianeta eppure si comporta in modo così stupido che alimenta i propri bambini con agenti chimici velenosi e con non-cibo talmente atroce che nemmeno la muffa se lo mangia. 
                
Mike Adams                  

Fonte: www.naturalnews.com  
 
Link: http://www.naturalnews.com/030074_Happy_Meal_decompose.html                 
Traduzione per www.comedonchsciotte.org a cura di RENATO MONTINI
 

Perché non mangiare cadaveri ?

C’è davvero bisogno di rispondere a questa domanda?
 
Messa in questi termini è una domanda scontata, chi mangerebbe cadaveri* o carogne ?
 
Eppure se ci viene sottoposta impacchettata, colorata, condita e profumata siamo addirittura abituati a dire che è buona e che faccia bene.
 
Basterebbe pensare cos'è, da dove viene e cosa ha causato, per capire se nel nostro piatto c'è del vero cibo o c'è solo morte, sofferenza, distruzione e veleno.
 
Purtroppo però troppo spesso non si fa il collegamento e finiamo per fidarci della forma anziché del contenuto e come animali in cattività finiamo per ingurgitare tutto quello che ci viene propinato invece di mangiare secondo natura.
 
Con gli animali in cattività poi abbiamo in comune anche la gabbia, nel nostro caso però è più mentale che fisica, una gabbia fatta da pregiudizi e preconcetti, da abominevoli consuetudini spacciate per sane e naturali tradizioni, dove chi pensa e agisce fuori dagli schemi è visto quasi come fosse un pazzo o un rivoluzionario.
 
Abbiamo completamente perso la bussola e la soluzione non può essere protestare in piazza o avere continui alterchi con chi non la pensa e non si comporta come noi.
 
Talvolta l'aggressività può essere un'arma a doppio taglio, finiamo per mettere dei muri tra noi ed i nostri interlocutori che sentitisi attaccati si disconnettono e smettono di ascoltare qualsiasi buona ragione da noi addotta.
 
La lunga via verso un mondo migliore, dove non ci sarà più bisogno di fare del male a nessun essere vivente per riempire i nostri piatti, passa per una salda presa di coscienza ed una consapevolezza generalizzata che si possono ottenere solo attraverso un evoluzione fisica, mentale e spirituale completa, pacifica e costante.
 
"Dà vita a buoni esempi: non avrai bisogno di scrivere buone regole." (Pitagora)
 
 Felice Vita
Salvo
 
Nota:
* “Cadavere: Il termine latino cadaver (dal verbo cado, "cadere") indicava ogni tipo di corpo senza vita, sia umano sia animale. In italiano invece - per influsso della cultura cristiana che, nel nome della superiore dignità spirituale dell'uomo, ha imposto termini differenziati per i corpi morti degli altri esseri - cadavere designa unicamente il corpo umano dopo la morte, mentre quello degli animali è preferibilmente chiamato carcassa e, se in putrefazione, carogna. (...)”
(Fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/cadavere_(Universo_del_Corpo)/)

Soprassediamo sulla vile e specista azione di voler distinguere tra un corpo senza vita umano e non umano, ma se pure non si tratta di cadavere si tratta comunque di carcassa o meglio di carogna (perchè quando mangiamo la carne e già da un bel po’ in putrefazione).

Fonte: http://www.alimentazionesaluteconsapevolezza.blogspot.it/2014/10/perche-non-mangiare-cadaveri.html

martedì 16 settembre 2014

Curare i sintomi NUOCE GRAVEMENTE alla Salute !!!

"Un medico è un uomo che viene pagato per raccontare fandonie nella camera del malato, sino a quando la natura non l'abbia guarito o i rimedi non l'abbiamo ucciso."
(A. Furetiére)
 

Per cura dei sintomi intendiamo gran parte dei medicinali e delle pratiche mediche attualmente in uso.
 
I medicinali che fanno passare la febbre, che alleviano il mal di testa, le infiammazioni alla gola o alle articolazioni, ma anche quelli che decongestionano le vie respiratorie o l’intestino e che calmano la tosse e persino la rimozione chirurgica di tonsille, appendice e cisti, sono tutte cure dei sintomi.
 
Questi sono solo alcuni esempi delle pratiche più comuni per i fastidi più banali, ma la lista sarebbe lunghissima e comprenderebbe patologie ben più gravi.
 
In pratica potremmo dire che tutta la moderna medicina (o quasi) si occupa esclusivamente della cura sintomatica e non si preoccupa minimamente della prevenzione o della rimozione dei problemi alla radice.
 
Anche quando si parla di esami preventivi in realtà si tratta di esami diagnostici che trovano o meno un determinato male (o presunto tale).
 
(Solo su quest’ultima affermazione si potrebbe parlare molto a lungo ma rischierei di andare un po’ fuori tema per approfondimenti comunque vi rimando a questo interessante video: Creazione di Malattie )
 
Curare i sintomi quindi non solo non migliora lo stato di salute, ma per assurdo potrebbe anche aggravarlo, anzi meglio togliere il condizionale:
Curare i sintomi aggrava la salute!
 
Questo accade per vari motivi il più semplice ed immediato è il seguente: curando i sintomi, non proviamo più un certo fastidio o  dolore e quindi non ascoltiamo più il nostro corpo che attraverso quel determinato dolore/sintomo voleva comunicarci qualcosa che non andava.
 
Quindi noi prendiamo la pillolina, il dolore passa e così possiamo riprendere la nostra vita, comprese le nostra cattive abitudini che ci hanno portato alla cosiddetta malattia, ancora più non curanti del male che ci stiamo facendo.
 
A questo punto però è necessaria qualche definizione ...
 
Innanzitutto bisogna dire che la cosiddetta malattia non è altro che una crisi tossiemica cioè un eccessivo accumulo di tossine (scarti metabolici).
 
La produzione di tossine è un fenomeno naturale risultante da diverse funzioni metaboliche.
 
In condizioni ideali, queste tossine vengono eliminate dagli organi emuntori (intestino, reni, fegato, polmoni e pelle).
 
Finché l'apporto di tossine resta nei limiti delle capacità di smaltimento di questi organi, facciamo esperienza di uno stato di buona salute.
 
Quando per diversi fattori fisici (dovuti all'ambiente, allo stile di vita, all'alimentazione), psicologici (stress) o emozionali si arriva ad una perdita della capacità di smaltimento (indebolimento), le tossine si accumulano e c’è la comparsa dei sintomi della malattia.
 
Quindi la malattia potremmo anche definirla come l’estremo tentativo dell’organismo di liberarsi delle tossine in eccesso.
 
In pratica quella che consideriamo malattia è in realtà un processo di Autoguarigione.
 
Dunque cosa succede quando noi con un farmaco blocchiamo i sintomi e quindi il tentativo estremo del nostro sistema immunitario di liberarsi delle tossine in eccesso?
 
Le tossine non vengono più eliminate e cosa peggiore non vengono eliminate le cattive abitudini (fisiche, psicologiche ed emozionali) che hanno causato l’indebolimento. Quindi le crisi si ripeteranno fino a diventare croniche e degenerare in qualcosa di peggio.
 
Infine, ma non meno importante, la cura dei sintomi delle cosiddette malattie con farmaci o con interventi invasivi, genera un considerevole numero di effetti collaterali conosciuti e non, dovuti all’immissione nel corpo di sostanze sintetiche estranee (farmaci) o a vere e proprie mutilazioni (chirurgia).

L'unica medicina veramente utile rimane quella di primo soccorso, quella traumatologica e poco altro.

La vera prevenzione invece sarebbe avere un’alimentazione sana, condurre uno stile di vita sereno, vivere in un ambiente il più salubre ed arieggiato possibile, fare lunghe passeggiate ed un attività fisica leggera, riposare, fare esercizi di respirazione, meditare, rilassarsi … etc ….

In caso di crisi acute di eliminazione di tossine (cosiddette malattie) lasciare che il tempo e la natura facciano il loro corso riposando, mangiando il meno possibile e soprattutto non ostacolando l’Autoguarigione.

Concludo con questa bella e provocatoria frase che secondo me si addice molto alla realtà attuale:

"Un medico è un uomo che viene pagato per raccontare fandonie nella camera del malato, sino a quando la natura non l'abbia guarito o i rimedi non l'abbiamo ucciso."
(A. Furetiére)

Felice Vita

Fonte: http://www.alimentazionesaluteconsapevolezza.blogspot.it/2014/09/curare-i-sintomi-non-fa-bene-alla-salute.html

giovedì 4 settembre 2014

Perché stai mangiando così?

I meccanismi psichici e i condizionamenti che ci spingono ad abbuffarci o ad esagerare con il cibo
 
Già! Una bella domanda. Perché stiamo mangiando? E soprattutto, perché spesso mangiamo male e troppo? Si tratta semplicemente di abitudini scorrette e quindi dell’incapacità di uscire da schemi già acquisiti? Oppure ci sono delle motivazioni psicologiche che inducono ad avere un rapporto col cibo conflittuale e compulsivo? Le cause di questi problemi sono di natura fisica o mentale?
Le risposte non sono sempre scontate. In realtà siamo obbligati a mangiare per la necessità di garantire tutte le normali funzioni dell’organismo. L’uomo però, a differenza di tutti gli altri animali, mangia anche per ragioni che vanno oltre la mera sopravvivenza, e così accade qualcosa che non sfugge all’osservazione: mangiamo troppo!
Infatti, le statistiche raccontano che in Italia più del 50% della popolazione è in sovrappeso oppure obesa. Evidentemente c’è qualcosa che spinge le persone a mangiare più di quello che consuma e dato che siamo tutti quanti soggetti a condizionamenti, ci troviamo a fare i conti con meccanismi fisici, mentali e sociali che spesso impediscono una relazione con il cibo naturale ed equilibrata.
 
Meccanismi fisici che ci spingono a mangiare troppo
 
- Mangiamo troppo perché mangiamo male
Cibi raffinati, conservati industrialmente, poveri di nutrienti, ricchi di grassi e zucchero determinano uno stato di malnutrizione di fatto, anche quando dovessimo essere sazi e persino grassi. Tutto ciò anche a causa di una flora batterica intestinale squilibrata che non riesce più a svolgere le sue importanti funzioni di assorbimento selettivo dei nutrienti, perché non riceve sufficiente fibra vegetale, ciò di cui si nutre prevalentemente. Vitamine, enzimi, antiossidanti, sali minerali e oligoelementi, sono i micro-nutrienti necessari al nostro organismo per ottenere salute e benessere di lunga durata. Se questi elementi vengono a mancare, i centri nervosi della fame restano in costante eccitazione e spingono a comportamenti alimentari compensatori: in altre parole pur mangiando in abbondanza si ha sempre fame. Viceversa, con un'adeguata alimentazione ben pianificata e bilanciata sul piano nutrizionale, basata su frutta e verdura, ortaggi ed altri cibi vegetali integrali, freschi, ricchi di nutrienti e vitali perché consoni alla nostra natura, l’organismo è soddisfatto e i centri nervosi della fame si placano ottenendo un senso di sazietà duraturo che ci consente di stare bene in salute e di non essere più ossessionati dal cibo a tutte le ore.
 
- Cibo dolce e ciclo mestruale
Ci sono molte donne che in prossimità del ciclo mestruale avvertono un irresistibile desiderio di cibo dolce. Questo accade perché in quelle circostanze aumenta il metabolismo degli zuccheri e quindi il consumo di glucosio da parte dell’organismo, che ne fa maggiore richiesta. La soluzione salutista è fornire al corpo zuccheri sani e naturali come quelli della frutta dolce e matura. In questo modo si evita di buttarsi a capofitto su cioccolato, gelati e su altri generi “di conforto”, con piena soddisfazione dei bisogni del corpo.
 
- Mangiare per abitudine o perché è giunta l’ora
Spesso la gente mangia per abitudine. Il più delle volte perché è l’ora di farlo. Bisognerebbe aspettare di avere appetito prima di mangiare. Ci sono persone, invece, che quando giunge l’ora del pranzo o della cena, se non possono mangiare subito, si fermano come se avessero le pile scariche, oppure si innervosiscono molto.
Per ovviare a questo problema il consiglio è di effettuare diversi spuntini fra il pranzo e la cena, preferibilmente a base di frutta, in modo tale da non arrivare mai al limite del calo di zuccheri.
Inoltre, per non drammatizzare troppo l’attacco di fame, è anche bene riflettere sul fatto che l’organismo quando riceve il cibo certamente non è in grado di utilizzare immediatamente l’energia in esso contenuta. Infatti gli alimenti devono essere prima digeriti e assimilati e tali operazioni possono richiedere diverse ore. Ma allora, quando dopo mangiato ci sentiamo subito meglio e in forze, che cosa ci ha tirato su? Ci avete mai pensato? Il nostro immediato stare bene non può dipendere da quell'energia. E in effetti, chi sta bene ed è in buona salute, se lascia passare il momento, se resiste un attimo all’attacco di fame, scopre che poi la fame passa, e le energie tornano ugualmente.
Così quando rientrate a casa dal lavoro e vi innervosite perché la cena non è ancora pronta, potete dire mentalmente al vostro corpo di cominciare a consumare le riserve di energia che sicuramente ci sono nel pannicolo adiposo (ciccia) e intanto bevete un bel bicchiere d’acqua oppure una buona tisana, tutt’al più nell’attesa sgranocchiate un gambo di sedano o una carota, oppure mangiate un frutto prima di uscire dall’ufficio. Vedrete che la serata prenderà subito un’altra piega.
 
- Mangiare per non sentire il vuoto allo stomaco
Molte persone confondono la percezione di un disagio nella zona dello stomaco con lo stimolo della fame. C’è chi sente un “vuoto”, chi avverte dei fastidiosi gorgoglii, altri delle contrazioni addominali, altri ancora raccontano di avvertire una specie di tremore interno. Non è normale avvertire un disagio ogni volta che lo stomaco è vuoto. Se così fosse sarebbe il segnale di qualcosa che non va e bisognerebbe scoprire cosa. Potrebbe trattarsi di problemi di stomaco dovuti alla presenza di Helicobacter pylori, a un eccesso di peristalsi dovuta a stress, a fermentazioni attribuibili al pasto precedente e altro ancora. Avere appetito non è una malattia, ma il desiderio fisiologico necessario a orientare una persona alla ricerca di cibo per nutrire il corpo.
 
Meccanismo psichici che ci spingono a mangiare troppo
 
- Mangiare per compensare carenze affettive o un dispiacere
Mangiamo troppo anche per compensare qualcosa a livello psichico? Sembra proprio di si! Mangiamo in eccesso, per esempio, quando viviamo delle insoddisfazioni, delle perdite o delle frustrazioni. Una storia d’amore è finita? Una persona cara ci ha lasciato per sempre? Immediatamente sentiamo che dentro di noi si è rotto qualcosa. Chi non ha avvertito almeno una volta quel senso di vuoto accompagnato da una gran rabbia o dalla voglia di piangere? Poi, pian piano, arriva la rassegnazione. In molti casi la persona reagisce e riprende a vivere, in altri rimane un latente stato di tristezza e apatia che se non si risolve può diventare cronico.
A questo punto entra in scena il cibo. Come una sorta di farmaco antidepressivo riesce effettivamente ad alleviare i sintomi del dispiacere, ma attenzione, non li cura. Non si può curare veramente una depressione di origine emozionale con torte e bomboloni alla crema.

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Mangiamo troppo per automatismi della mente inconscia
Dalla mia ricerca (Il rapporto mente-cibo, Armando 2005) ho potuto osservare che molte persone con disturbi del comportamento alimentare (sovrappeso, obesità bulimia) hanno in realtà problemi associati a insoddisfazione sessuale, a conflitti irrisolti con i genitori, a gravi problemi di autostima.
I problemi sessuali generano conflitti con se stessi e il partner e spesso inducono sentimenti d’inadeguatezza e senso d’impotenza, che a volte si traducono in fame compulsiva.
Ma il bisogno di riempire lo stomaco in modo eccessivo può nascere anche da memorie che si attivano nella mente inconscia, la quale può contenere esperienze vissute dai propri genitori o avi che hanno storie familiari di miseria e di stenti economici. La persona è riuscita a conquistare una migliore posizione sociale grazie al duro lavoro e quindi tende a esorcizzare con una quantità di cibo fuori misura un possibile ritorno all’indigenza. Così mangia, mangia, mangia, come per continuare a dire a se stesso e al mondo: “non sono più poveri, guardate quanto cibo c’è in tavola”.
Lo stesso può accadere alle persone con avi che hanno vissuto la fame e la denutrizione nei campi di prigionia durante la guerra o a causa di eventi naturali come le carestie, la siccità, le epidemie o per lunghi periodi di malattia. I discendenti ereditano per via epigenetica questi modelli di comportamento nati da un'esperienza che nemmeno è loro, ma di cui diventano i nuovi depositari.
Altro meccanismo mentale molto frequente è quello del “copiare” la voglia o il bisogno di mangiare di altre persone a cui siamo in qualche modo energeticamente collegati (parenti, amici, colleghi).
Se dovessero attivarsi questi meccanismi, la soluzione è riconoscere il meccanismo in atto ed essere disposti a “lasciare andare” ciò che non è nostro e che viene ripetuto in automatico dalla mente inconscia.
 
Meccanismi sociali che inducono a mangiare troppo
 
Chi non si è mai sentito costretto a mangiare almeno una volta? “Se non finisci quello che hai nel piatto non ti alzi da tavola”– disse quella volta la mamma, per non parlare del più esplicito “mangia, altrimenti prendi le botte”. E che dire di tutte le volte che volevamo avanzare del cibo per rispettare il nostro senso di sazietà, e ci siamo sentiti dire: “non si lascia nulla nel piatto, ci sono i bambini in Africa che muoiono di fame”. Non immaginiamo quanti schemi mentali sul cibo nascono nell’infanzia. “Se fai il bravo ti compro il gelato” (cibo come premio) è un classico.
Poi ci sono persone, soprattutto fra i giovani, a cui occasionalmente piace farsi notare. Il bisogno di attirare attenzione ed essere accettati e riconosciuti per essere capaci di qualcosa di straordinario o di diverso, spinge alcuni ad adottare comportamenti alimentari esagerati.
Può accadere in una festa o nelle cene con amici, difficilmente a casa da soli, perché se non ci si può far notare da nessuno che senso avrebbe abbuffarsi? Costoro non sono bulimici, e a differenza di questi ultimi desiderano essere visti e considerati dei simpatici mangioni. In genere si tratta di soggetti con scarsa autostima.
Altro aspetto molto comune e che spesso mangiamo per far contenti gli altri. L’abbiamo imparato fin da piccoli, quando mangiare rendeva contenti la mamma, il papà, i nonni. “Dai, assaggiane almeno un pochino, fallo per me”. “Ho preparato il dolce apposta per te”. Se da bambini siamo stati indotti da un input affettivo a mangiare anche quando non ne sentivamo il bisogno, da adulti, ogni volta che qualcuno offrendoci del cibo vorrà esprimere un sentimento di amore o di amicizia, noi non sapremo resistere. Questo schema mentale che sfrutta il meccanismo della similitudine, farà leva sul concetto secondo cui se il cibo è amore, come posso rifiutare? “Dai mangia amore mio, l’ho fatto per te”. Sentite come suona? Chi riuscirebbe a dire di no?
 
- Mangiare intanto che si guarda la tv
È stato osservato che consumando i pasti davanti alla tv si mangia circa il 20% in più. Molti si riconosceranno in questo dato per esperienza. Mangiare davanti alla tv accesa porta spesso a distrarre il proprio istinto, a non avvertire il senso di sazietà e a mangiare più del necessario.
Chi ha problemi di peso a causa di questa abitudine, dovrebbe aumentare la quota di cibo crudo (frutta e verdura, cereali germinati, semi oleosi non tostati) e spegnere il televisore.

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Mangiare per socializzare
Siamo animali sociali anche se non sempre socievoli. Una pietanza ben preparata è buona, ma in compagnia, chissà perché, è ancora più buona. Condividere il piacere di mangiare stando insieme alle persone con cui ci troviamo bene è un fatto naturale, un piacere che fa bene. Attenzione però a non ubriacare l’istinto con un'atmosfera capace di farci accettare anche il piacere che fa male con troppa leggerezza. Il cibo non è solo socialità ed affettività, ma, che ci piaccia o no, è anche biochimica, molecole e sostanze che se non hanno un impatto positivo sul corpo, ce l’hanno certamente negativo, mai neutro. Il cibo è ciò che siamo e che saremo, perché si trasforma letteralmente nel nostro sistema mente-corpo. Possiamo scegliere liberamente di godere del cibo insieme ad altri, sapendo bene che non conviene affatto adottare modelli alimentari lesivi della salute. Quando c’è la salute c’è tutto!
Concludendo, mangiamo per tanti motivi e molti di essi inducono a eccedere con il cibo con conseguenze sulla salute. Il benessere non è una scienza esatta, ma è un’arte. L’arte di saper stare in equilibrio nonostante gli innumerevoli fattori che cercano di destabilizzarci. Diventare consapevoli di tutto ciò che condiziona il nostro comportamento alimentare è il primo, ma necessario, passo per trovare armonia e forza interiore, equilibrio e benessere psico-fisico duraturi.
 
Articolo pubblicato per gentile concessione della redazione di Scienza e Conoscenza
Tratto da Scienza e Conoscenza n. 49 (luglio/settembre 2014)
 
di Michele Riefoli

Epidemia di Ebola? Prove tecniche di controllo…

 
Passano le stagioni e gli anni, cambiano apparentemente anche i burattini della politica che si alternano a marionette manovrate dagli stessi fili, eppure le strategie del Sistema sono sempre le medesime. Non cambiano di una virgola.
A parte qualche sfumatura infinitesimale, la strategia è sempre la stessa: controllare dal punto di vista fisico, mentale ed emozionale, la popolazione intera del pianeta, o una buona fetta di essa.


Come fare?

E’ più semplice di quello che si possa immaginare, e lo stile di vita moderno ne è la prova lampante: respiriamo aria avvelenata (scie chimiche, inquinamento), beviamo acqua sterilizzata la cui vitalità è meno di zero, mangiamo alimenti morti, pastorizzati, pregni di chimica e adesso anche transgenici. Se tutto ciò non bastasse ci intossichiamo quotidianamente il fisico e le menti con veleni quali droghe, farmaci e vaccini. Dall’altra parte, i super controllati e potentissimi mezzi di comunicazione massa (cinema, giornali, radio e televisioni), apparentemente disgiunti, lavorano invece in sinergia col Sistema, perché si occupano di tenere distratte le menti, le intasano e ingolfano di false notizie, spacciate però per informazione, e avvelenano le anime con emozioni e sentimenti deleteri e assolutamente devianti.
Ricordiamo che il fine ultimo è il controllo dell’uomo!
Un persona malata, intossicata, emotivamente destabilizzata è una persona che si manipola facilmente. Un vero e proprio suddito.
Non hanno bisogno di persone libere di pensare, sentire e agire, ma di sudditi ammansiti, di un gregge di pecore ammaestrate tenute a bada da qualche cane-pastore. Ogni tanto però qualche pecora scappa dal gruppo e cerca la libertà, cerca di capire cosa c’è aldilà del recinto.
Libertà che nonostante la tecnologia, i navigatori satellitari, gli i-phone e i cellulari, è sempre più risicata e sempre più a rischio.
L’odierno caso della epidemia di Ebola rientra in tutto questo?
Secondo dati dell’OMS, tra il 19 e il 20 agosto 2014 sono stati segnalati un totale di 142 nuovi casi, tra Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone. Mentre i morti accertati - sempre per l’Organizzazione sovranazionale di Ginevra – sono saliti a 1427.
Secondo le agenzie di stampa, ci sarebbero 70 morti per febbre emorragica “di origine sconosciuta” in Congo, e c’è chi addirittura parla di casi sospetti in Austria e Germania, quindi in piena Europa!
Il passato continua a ripetersi se non viene ben compreso…
 
Le pandemie inventate precedenti
Senza andare troppo in là nel tempo, e ridestare alla memoria pandemie come la Spagnola del 1918 o l’Asiatica, è bene però ricordare cos’è accaduto al mondo nell’ultimo decennio.
Tra il 2002 e il 2003 il mondo ha iniziato a sentir parlare di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome), forma atipica di polmonite apparsa nella provincia del Guangdong in Cina.
Dopo pochi anni, nel 2005 è apparsa dal nulla l’influenza aviaria H5N1 che allarmò il mondo, ma rimase una pandemia mancata. E’ solo nel 2009 con la mitica influenza suina, che si iniziò a parlare della prima pandemia del nuovo secolo.
Oggi sappiamo bene come sono andate a finire simili bufale: sono servite per inoculare la paura e il panico nelle masse; spacciare farmaci (antibiotici) e vaccini, ingrassando le lobbies della chimica e farmaceutica; modificare e allargare la definizione stessa di pandemia, esattamente come è avvenuto a maggio del 2009 durante l’epidemia di suina, per opera dell’OMS.
Sono trascorsi solo cinque anni dall’ultimo vergognoso terrorismo virale, e oggi tocca a Ebola.
L’Ebola, secondo le fonti ufficiali, sarebbe un virus della famiglia Filoviridae estremamente aggressivo per l’uomo (virus di tipo A), che causa una febbre emorragica e uccide nel giro di pochissimi giorni. Il tasso di mortalità è altissimo: va da un 50% all’89%.
Potenzialmente - dicono sempre le fonti autorevoli - il virus Ebola potrebbe essere utilizzato come arma biologica, come un agente di bioterrorismo. L’unico inghippo, come arma, sta paradossalmente proprio nella sua altissima mortalità: infatti una epidemia termina velocemente perché muoiono tutti gli ospiti.
Per quale motivo i militari americani hanno sperimentato in questi anni l’Ebola in Sierra Leone e negli altri paesi africani? Forse per trovare un sistema che ne riduca la mortalità in modo tale da avere nelle mani un’arma biologica perfetta e potentissima?
Forse tra qualche giorno i media mainstream, pubblicheranno la notizia che il virus Ebola ha mutato geneticamente, diminuendo da una parte la sua altissima mortalità, ma permettendo dall’altra il contagio virale di massa. Contagio che forse qualcuno sta desiderando?
Magari verranno pubblicate notizie che il vaccino contro l’Ebola è stato trovato, esattamente come quanto ha riportato la Pravda dell’11 agosto 2014: “Si scopre che c’è un vaccino contro Ebola. Gli scienziati del Pentagono lo stavano sviluppando da 30 anni, e tutti i diritti della cura appartengono al governo degli Stato Uniti. Due medici statunitensi infetti hanno ricevuto iniezioni di vaccino e hanno cominciato il recupero dalla malattia immediatamente”.
Quindi si parla già di vaccino.
Un vaccino i cui diritti sono del governo statunitense, o meglio, del ministero della Difesa: il Pentagono. Per cui ci stanno già dicendo che tale vaccino funziona perché due medici americani infettati dal virus Ebola sono guariti. Il miracolo della scienza e delle coincidenze!
Per tanto, chi vorrà vaccinarsi per non morire, dovrà chiederlo in ginocchio al governo americano, altrimenti, se renderanno obbligatorio il vaccino per tutti, a guadagnarci, sarà sempre il governo democratico a stelle e strisce. Il paese che salverà il mondo dalle pandemie.
Pandemie che prima creano e poi aiutano a debellare…e non sarebbe certo la prima volta.
Il dott. Leonard Horowitz in un suo articolo “SARS: Great Global Scam”, ne è convinto.
Il dottor Horowitz è l'autore di tredici libri compreso il bestseller nazionale: “Virus emergenti: AIDS & Ebola, incidenti o intenzionali?”
In questo articolo egli sostiene che questo attacco virale senza precedenti è, alternativamente, o un ingegnoso esperimento del bioterrorismo istituzionalizzato, o uno strumento per il controllo psicosociale diffuso.
Quale modo migliore di vendere giornali, che guerre e disastri? Quale modo migliore per aumentare i preventivi per gli ospedali ed il personale dell’ennesima “emergenza sanitaria”? Quale modo migliore per aumentare le vendite di farmaci e vaccini, riempiendo la gente di spavento e convincendola che queste malattie siano allarmanti e che la loro speranza migliore è un’inoculazione inoffensiva? Quale modo migliore per deviare l’attenzione di un Paese da importanti questioni estere e da problemi interni, che spaventandolo presentandogli un problema mondiale che lo colpisce così da vicino?
George Bush per esempio ha aggiunto la SARS alla lista delle malattie per le quali è necessaria la quarantena con l’ordine esecutivo nr. 13295. Il governo dell’Ontario, sempre per la SARS aveva dichiarato l’ ”emergenza sanitaria” che richiede la quarantena (se necessario con la forza) per chiunque sia ritenuto sospetto di poter diffondere l’epidemia o abbia avuto contatti con persone che potrebbero essere malate.
Stessa cosa oggi con l’Ebola, con la differenza che in questo caso si tratta di una potenziale arma biologica di tipo militare molto pericolosa. E le parole del coordinatore dell’Onu contro il virus Ebola, non lasciano spazio a molti dubbi. Ha dichiarato qualche giorno fa di voler essere pronto ad “affrontare una fiammata se necessario” dell’epidemia. A quale fiammata si riferisce? Alla pandemia vera e propria? La stanno per caso attendendo? O peggio ancora, inducendo?
 
Strani incidenti…chi tocca il virus muore!
Ovviamente si tratta della classica coincidenza, ma nel Boeing 777 della Malaysia Airlines, abbattuto nei cieli tra Ucraina e Russia vi era tra le persone presenti, un certo Glenn Thomas. Un nome non molto conosciuto…
Glenn Thomas era un autorevole consulente dell’OMS a Ginevra, esperto in AIDS e, soprattutto, in virus come l’Ebola. Egli era anche il coordinatore dei media ed era coinvolto nelle inchieste che stavano portando alla luce tutte le controverse operazioni di sperimentazione del virus Ebola nel laboratorio di armi biologiche presso l’ospedale di Kenema in Sierra Leone. Ora questo laboratorio è stato chiuso per volontà del Governo, ma stanno emergendo particolari interessanti in merito agli interessi nascosti dietro la sua gestione…
Ovviamene queste cose non le sentiremo dire in televisione.
Tra gli interessati, la coppietta del secolo: il miliardario Bill Gates e sua moglie Melinda, con la loro omonima fondazione “Bill & Melissa Gates”. I due filantropi, che guarda caso, lavorano in ambienti eugenetici e contribuiscono, mediante le vaccinazioni di massa, alla sterilizzazione delle donne dei paesi del Sud del mondo, hanno connessioni con i laboratori di armi biologiche situati proprio a Kenema, epicentro, guarda caso, dell’epidemia di Ebola sviluppatasi dall’ospedale dove erano in corso trial clinici sugli esseri umani per lo sviluppo del relativo vaccino.
Anche l’ebreo George Soros non manca mai. Il miliardario ungaro-statunitense, onnipresente quando si tratta di finanziare la destabilizzazione di un paese (le varie rivoluzioni colorate e arabe sono una sua creazione), tramite la sua Fondazione, finanzia lo stesso laboratorio di armi biologiche. Sono sempre banali coincidenze…
Attraverso la Fondazione “Soros Open Society”, per molti anni ha attuato “investimenti significativi“ nel “triangolo della morte Ebola” della Sierra Leone, Liberia e Guinea.
Glenn Thomas, lo sfortunato esperto di virus precipitato con il Boeing, era a conoscenza di prove concrete che dimostravano come il laboratorio, finanziato dai sopra filantropi, aveva manipolato diagnosi positive per Ebola, per conto della Tulane University, al fine di giustificare un trattamento sanitario coercitivo alla popolazione e sottoporla al trattamento sperimentale del vaccino che, in realtà, trasmetteva loro Ebola!
Purtroppo per noi che vogliamo capire, e per fortuna per coloro che invece stanno gestendo il gioco, i testimoni di questa criminale operazione spariscono, muoiono o precipitano…
Qual è alla fine l’operazione che stanno cercando di mettere in atto?
Innanzitutto è bene comprendere che si tratta di un’operazione militare.
Il virus Ebola esce infatti da un laboratorio militare di massima sicurezza. Lo stanno sperimentando in segreto da anni sulla ignara popolazione locale di vari paesi africani. Ogni tanto sfugge al controllo qualcosa, ma poi il focolaio epidemico viene gestito. Fino ad ora…
Dopo anni di esperienze dirette sul campo africano, vogliono forse creare una e vera e propria epidemia o pandemia (Problema) che interessi il mondo intero?
A questo punto viene in mente la solita strategia: Problema-Reazione-Soluzione.


Il Problema è l’epidemia inventata e creata a tavolino.

La Reazione è sempre la stessa: la paura. Emozione che blocca e paralizza le coscienze e che permette a lorsignori di fare qualsiasi cosa. La paura di morire di febbre emorragica spingerà la gente a fare la fila per farsi iniettare veleni e vaccini sperimentali. La paura farà accettare senza battere ciglio, ulteriori leggi repressive che violano tutti o quasi i sacrosanti diritti civili. La paura è il collante emotivo, il vero e proprio virus che quando ha infettato la popolazione permetterà alla Sinarchia mondialista, di andare avanti indisturbata nei suoi progetti…
 
La Soluzione è sempre pronta: vaccinare tutta la popolazione mondiale (iniettando non si sa bene cosa!); far passare leggi e decreti, in nome della sicurezza nazionale, ancor più repressivi di quelli post 11 settembre 2001 (l’auto-attentato o per meglio dire il false flag più famoso degli ultimi decenni); instaurare la legge marziale e prepararsi a mettere in quarantena chiunque possa essere un intralcio o un pericolo.


Insomma, l’agenda è fitta e sempre molto ricca, ma la fantasia è finita da tempo.
Il Sistema è assolutamente monotono e si trova alle strette, oramai è alle corde del ring e non sa più cosa fare, se non accelerare il disegno con la dottrina dello shock ad awe, dello shock e sgomento. Fa sempre più rumore un albero che cade, rispetto una foresta che cresce.
Trovandosi all’ultima spiaggia, stanno abbattendo sempre più alberi per shoccarci e impaurirci.
Ma tale dottrina non sta funzionando, e quindi non ce la faranno nel loro intento, e la prova sta nel fatto che la strategia adottata per i piani di dominio globale è sempre la medesima.
Le forze in atto non hanno più fantasia, sono diventate, per così dire, monotone.
Mentre le coscienze odierne dell’umanità, una volta totalmente addormentate e obnubilate, ora si stanno lentamente destando da questo grande Truman Show planetario.
Tale risveglio è il pericolo numero uno per i grandi manovratori che lavorano nell’ombra.
Una persona sana, una persona non addormentata, che conosce la propria interiorità, il proprio mondo emozionale, e sa come agire, è una persona libera.
Libertà non intesa nel senso esteriore del termine, ma libertà interiore!
Questa persona non potrà mai essere ingabbiata, e sicuramente saprà decidere in libertà di coscienza se farsi vaccinare oppure no…
 
di Marcello Pamio

martedì 8 luglio 2014

NON DATE DA MANGIARE AI TROLL !!


Cosa sono i troll:

Nel gergo di Internet, e in particolare delle comunità virtuali come newsgroup, forum, mailing list o chatroom, per troll si intende un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati. 

Spesso l'obiettivo specifico di un troll è causare una catena di insulti (flame war); una tecnica comune consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione già lungamente dibattuta, specie se la questione può già in sé suscitare facilmente tensioni sociali (politiche, religiose, ecc.). 
In altri casi, il troll interviene in modo semplicemente stupido (per esempio volutamente ingenuo), con lo scopo di mettere in ridicolo gli utenti che, non capendo la natura del messaggio del troll, si sforzano di rispondere a tono. 
Un troll particolarmente tenace e fastidioso può effettivamente scoraggiare gli altri utenti e causare la fine di una comunità virtuale. Se un troll viene invece ignorato (cosa che in genere rappresenta la contromisura più efficace), solitamente inizia a produrre messaggi sempre più irritanti ed offensivi cercando di provocare una reazione, per poi abbandonare il gruppo (fenomeno di autocombustione del troll).
Nella gran parte dei forum, dei gruppi e delle chat, a prescindere dai moventi di chi li scrive, quasi sempre i messaggi impopolari o provocatori attirano reprimende, correzioni e risposte irritate da parte di chi non distingue fra comunità reale, in cui le persone sono esposte al rischio condiviso di violenza fisica, e comunità virtuale epistemologica basata sullo scambio di parole e idee. Gli usi e i costumi di discussione nati nelle comunità reali vengono trasportati ingenuamente in quelle virtuali dagli utenti inesperti, non ancora abituati alla gamma di giudizi ed opinioni espresse online, soprattutto se in modo anonimo.
Dare da mangiare ai troll significa rispondere ai messaggi provocatori dei troll, dando così al troll nuovo materiale a cui rispondere, per gettare altra benzina sul fuoco del litigio. "Per favore non date da mangiare ai troll" è un messaggio di avvertimento che i vecchi utenti inviano ai nuovi quando questi ultimi pensano di averne individuato uno, perché il modo migliore di combattere un troll è ignorarlo completamente  
 
Alcuni tipi di messaggi e attività associati ai troll:

- messaggi fuori tema.
- messaggi offensivi.
- messaggi contenenti errori ovvi o gravi pecche.
- messaggi intenzionalmente sgarbati o litigiosi.
- accendere una flamewar (scambio acceso di opinioni), dichiarandosi poi innocenti.
- mandare lunghi paragrafi copiati da testi, web o quant'altro.
- diffondere informazioni private (vere o false) su altri utenti, per alimentare malumori e dissapori.
- lagnanze fuori tema a proposito della propria vita privata (a volte questo è il troll "grido d'aiuto").
- sbagliare deliberatamente e ripetutamente a scrivere i nomi delle altre persone per turbarle e/o irritarle nella conversazione.
- risposte plurime o paranoiche a opinioni personali espresse da singole persone.
- insultare persone perché non conoscono la grammatica o ignorare volutamente delle regole grammaticali.
- ogni combinazione di quello che è scritto sopra. Per esempio un troll combinerà frasi ingiuriose scritte male.

Motivazioni dei troll:

Ricerca di attenzione: il troll cerca di dominare la discussione corrente incitando l'astio e dirottando efficacemente l'argomento in oggetto. 

Divertimento: per certe persone il pensiero che un altro possa arrabbiarsi per le parole di un totale sconosciuto è divertente. 

Grido d'aiuto: molti presunti troll, nei loro messaggi, espongono situazioni disperate o di grave disagio familiare, scolastico, finanziario o relazionale, sebbene sia impossibile sapere se siano vere o no. 

Far perdere tempo agli altri: uno dei maggiori temi nel trolleggiare è l'idea che si possa far perdere dieci minuti di tempo a dieci persone spendendo un solo minuto del proprio tempo. Alla maggior parte dei troll piace l'idea di far perdere tempo agli altri con poco o nessuno sforzo da parte loro. 

Generare un cambiamento nell'opinione degli utenti: un troll può ostentare opinioni estreme per fare in modo che le sue vere opinioni, poi, sembrino moderate. Spesso il troll si serve di altre false identità, inscenando un falso dialogo pubblico. 

Testare la robustezza di un sistema contro gli attacchi sociali o altre forme di cattivo comportamento: per esempio violare platealmente le regole e i termini di uso per vedere se gli amministratori prendono contromisure e quali. 

Combattere sentimenti di inferiorità o impotenza attraverso l'esperienza di controllare un ambiente.

Combattere il "conformismo": molti troll si difendono sostenendo che il gruppo in cui postano è diventato troppo chiuso e conformista, e cercano di rimediare con una "terapia d'urto" scioccando gli altri utenti. 

Satira: in questi casi gli utenti non si considerano dei troll ma piuttosto degli umoristi o dei commentatori politici incompresi. 

Attacchi personali contro un particolare utente o gruppo di utenti.


 E' difficile rilevare direttamente le motivazioni dei troll, perché le risposte offerte dai sospetti troll sono spesso niente più che espedienti per continuare la loro attività di disturbo.  
 
Soluzioni possibili al problema:

Alla lunga un troll è sempre individuabile, perché tende a reiterare il suo comportamento nel tempo. La soluzione più semplice è ignorare a priori tutte le discussioni proposte da quest'individuo, se possibile metterlo in "ignore list", avvisando i nuovi utenti, in modo che non cadano nelle trappole che i troll tendono continuamente.
La saggezza popolare suggerisce agli utenti di evitare di nutrire i troll e di resistere alla tentazione di rispondere. Rispondere a un troll porta inevitabilmente la discussione fuori tema, nello sbigottimento degli osservatori, e fornisce al troll l'attenzione di cui ha bisogno. 

Esistono anche i "cacciatori di troll", che sono però essi stessi (come i troll) affamati di controversie: i veri sconfitti sono gli altri utenti che avrebbero preferito che non si arrivasse allo scontro.

I troll sono eccitati dai cacciatori di troll e frustrati da chi li ignora. Affrontare i troll porta alle "flame wars". I troll frustrati dalla strategia "non date da mangiare ai troll" potrebbero lasciare la chat o il forum, o potrebbero peggiorare finché non ricevono una risposta.

I troll novizi spesso subiscono il Rimorso dei Troll, un sentimento di rimorso dopo che hanno perso il loro account o il loro nickname come conseguenza delle loro azioni da troll.