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mercoledì 10 ottobre 2012

Europa a rotoli ma tranquilli, siamo (solo) a metà strada

Al’Europarlamento Draghi sparge fiducia, esalta i sacrifici (degli altri) e assicura che il nostro futuro sarà roseo
L’economia europea sta andando a rotoli.
Ma si deve avere fiducia perché siamo a metà del guado.
Affidatevi quindi alle amorevoli cure della Banca centrale europea e vedrete che la traversata del nuovo Mar Rosso, nel senso di rosso sangue, verrà compiuta e i cittadini europei si ritroveranno ancora più poveri, senza risparmi da parte, senza un lavoro, senza un futuro e in molti casi senza una casa, travolti da acque che finiranno per spazzare via tutto e tutti, mentre i banchieri si arricchiranno.
Questo ha detto in sostanza Mario Draghi alla commissione Affari economici del Parlamento europeo. Ma abbiate fiducia, ha cercato di rassicurare, quanto sta accadendo viene fatto per il bene comune.

I sacrifici di oggi ci permetteranno di stare meglio tutti domani.
Peccato che quel domani mitico sia molto lontano da venire e che il presente è fatto di recessione, disoccupazione e povertà crescente. Ma all’ex vicepresidente europeo di Goldman Sachs tutto questo interessa poco. Ciò che conta è essere fedele alla linea scelta dalla Bce e dalla Commissione europea che continuano a considerare il Mercato come un feticcio intoccabile e non vogliono indicare le cose con il loro nome. Sarebbe infatti troppo per l’anglofono Draghi ammettere che la situazione attuale dell’Unione europea e dell’area dell’euro è aggravata da una speculazione anglo-americana che, attraverso l’attacco ai Bonos spagnoli e ai nostri Btp, punta a fare crollare il sistema del’euro. Sarebbe troppo perché Mario Draghi di quel mondo anglofono è stato parte integrante.
Così l’ex direttore generale del Tesoro, che fece gli onori di casa sul Britannia il 2 giugno 1992 per poi scendere prima che il panfilo reale salpasse, è stato fedele al suo ruolo di venditore di fumo, diffuso in abbondanza per cercare di fare scordare che i responsabili del peggioramento dei guai di alcuni Paesi dell’Unione europea, come Spagna e Italia, sono i suoi amici di Wall Street e della City. Banditi che ci stanno derubando con i guanti bianchi e approfittando dell’assenza di controlli da parte degli Stati e degli organismi internazionali che invece gli hanno concesso la più ampia libertà di azione.

Una speculazione che, imponendoci di abbattere il debito pubblico per “rassicurare” i mercati, ci suggerisce di farlo svendendo le quote ancora pubbliche di Eni, Enel e Finmeccanica, e cancellare la possibilità per l’Italia di esercitare un ruolo nell’area mediterranea e nel Vicino Oriente. A Palazzo Chigi, la finanza anglofona, al posto di un Berlusconi troppo filo-libico e troppo filo-russo, ha imposto un ex Goldman Sachs come Mario Monti che, tra le altre cose, ha promosso l’avvio dello scorporo della Snam dall’Eni. Quello che avevano chiesto ambienti di Wall Street che avevano definito una svolta del genere come più importante dello stesso taglio del debito pubblico. Ci troviamo così di fronte a governi, ad organismi internazionali (Commissione Ue) e a Banche centrali (Bce) che ci chiedono sacrifici in funzione di un futuro che ci viene prospettato come roseo ma che ci vedrà rapinati dei nostri soldi destinati a finire nelle capaci tasche dei banchieri.

Del resto è stata la stessa Bce a confermarcelo. Tra novembre e marzo scorso l’istituto di Francoforte ha messo a disposizione delle banche dell’eurozona la non indifferente cifra di 1.000 miliardi di euro che dovevano essere destinati a finanziare gli investimenti delle imprese e i consumi delle famiglie e sostenere in tal modo la crescita economica. Soldi che le banche hanno invece utilizzato per ricapitalizzarsi e rifarsi delle perdite, che erano l’effetto più di investimenti e di speculazioni andate a male che di perdite derivanti dalla impossibilità dei clientela di restituire il denaro preso a prestito. Ed è incredibile che, in Spagna come in Italia, ci siano banche la cui situazione patrimoniale e finanziaria stia emergendo come più catastrofica di quello che appariva e che sono state obbligate, le prime a chiedere altri aiuti ai fondi europei, le seconde ad avviare un massiccio programma di ricapitalizzazione.

E’ quindi gravissimo che venga lasciato terreno libero ai vari Draghi e Monti che oggi infestano l’Europa per avviare le loro politiche ultra-liberiste funzionali allo smantellamento dello Stato Sociale e alla progressiva cessione di sovranità da parte degli Stati ad organismi internazionali che riflettono gli interessi degli ambienti finanziari.
C'è ancora molto da fare, ha insistito Draghi, perché a metà del guado c'è ancora vento, c'è ancora tempesta'. (...)

di Filippo Ghira
Fonte: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=17200

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