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sabato 10 settembre 2011

Israele dichiara guerra al mondo


Oggi (8-set-11 ndr) l’ultima novità: la Turchia che cancella tutti i contratti commerciali e militari con Israele, che espelle l’ambasciatore israeliano e che lascia nell’ambasciata in Israele il secondo segretario, cioè la persona che, nella gerarchia diplomatica, ha il rango più basso.

Insomma, diplomaticamente parlando, la Turchia ha dato un ceffone (ed anche di più) a Tel Aviv. Questo per i fatti dell’anno scorso, quando le unità navali ed i paracadutisti israeliani attaccarono le navi della Freedom Flottilla, una iniziativa pacifica per rompere l’assedio di Gaza (iniziato nel 2007 perchè i palestinesi avevano deciso di eleggere Hamas e non l’Anp – voluto da Israele e dagli Usa – alla guida del Paese) portando loro cibo, medicinali, cemento e quant’altro serviva.

Gli israeliani attaccarono in acque internazionali, a 90 miglia (150 Km.) dalle coste, trucidarono almeno 9 persone (secondo altre fonti, 19) e dirottarono le navi nel porto israeliano di Ashdon. Qui svuotarono le navi del loro contenuto con notevole meticolosità, si imposessarono di quello che gli serviva e buttarono il resto in una discarica non lontano dal deserto del Negev. SI può persino dire che fecero uno “scarico differenziato”: per esempio, su una delle navi c’0erano alcune migliaia di carrozzelle elettriche per i tanti bambini palestinesi che hanno perso una o entrambe le gambe a causa delle bombe o dei cecchini israeliani. Gli israeliani si sono presi i pannelli fotovoltaici che servivano per ricaricare la batteria, si sono presi le batterie, e hanno buttato il resto.

E’ di poche settimane fa la notizia che, durante un attacco israeliano contro i civili a Gaza, alcune bombe hanno centrato un posto di controllo in Egitto, uccidendo cinque soldati egiziani. Episodio per il quale Israele si è rifiutato di porgere pubbliche scuse, inimicandosi anche il governo provvisorio egiziano (e se alle prossime elezioni, dovessero andare al governo anche i Fratelli Musulmani, dubito che le cose migliorerebbero).

Insomma, il governo di Tel Aviv sta facendo l’impossibile per inimicarsi tutti i Paesi vicini. Tuchia ed Egitto erano gli unici due Paesi islamici che intrattenevano abituali rapporti diplomatici con Israele; anzi, sono stati molti i tentativi, soprattutto della Turchia, di fare da intermediario per trattative con i Paesi vicini. Ma adesso ovviamente le cose sono cambiate; e proprio nel momento sbagliato. Infatti il 20 settembre prossimo all’Onu si discuterà se riconoscere o meno uno Stato palestinese. Già i favorevoli sono più di 120, a questa opzione, su 282. Con l’influenza di cui dispongono la Turchia e l’Egitto, il rischio è di una debacle. Certamente Israele può contare sul sostegno incondizionato degli Usa e dell’Europa (o almeno gran parte) ma ormai la loro influenza sui Paesi africani o asiatici è ridotta al lumicino.

Insomma, sembra che Israele abbia deciso di mettersi da solo spalle al muro, per aspettare… ma cosa? Anche se sarà un riconoscimento formale, Israele non può attaccare un altro membro riconosciuto dell’Onu, senza rischiare che si creino coalizioni di Paesi contrarie. La favola della “unica democrazia del Medioriente” e quindi per questa meritevole che si chiuda un occhio, ormai sta cadendo. Sia perchè ad uno ad uno stanno cadendo tutti i dittatori della zona (per ora quelli del Maghreb, ma non è che il siriano Bashir al Assad se la cavi benissimo), sia perchè la propaganda contro Paesi democratici (sia pure non nel senso che intendiamo noi) come l’Iran comincia a fare acqua da tutte le parti, svelando la realtà a sempre più persone.

Quindi cosa resta ad Israele? Solo la sua potenza militare e il suo arsenale nucleare. Che non sono certo da sottovalutare (ci sono abbastanza missili nucleari da radere al suolo tutte le principali città del Medioriente e dell’Europa, negli arsenali israeliani) ma per quanto tempo potranno bastare? Ormai sono 40 anni che nessuno attacca più Israele, l’ultima volta accadde nel 1973, con la guerra dello Tom Kippur. Da allora Israele è sempre stata all’attacco: nel 1980 e nel 2006 in Libano, numerose volte nei territori palestinesi, ma anche in Siria, in Iran, in Iraq… non c’è nessun Paese della zona che non sia stato colpito dall’artiglieria, dall’aviazione o dai soldati con la stella di David.

Ma per quanto ancora potrà andare avanti così? Nella storia nessun Paese è sopravvissuto a lungo usando solo la forza. Persino l’Impero Romano usava la forza, ma insieme all’assimilazione delle genti conquistate. Un Paese conquistatore, basato sulla superiorità religiosa degli ebrei, non sembra avere un grande futuro.

di Antonio Rispoli
Fonte: JulieNews
Tratto da: http://saigon2k.altervista.org/2011/09/israele-dichiara-guerra-al-mondo/

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