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mercoledì 4 maggio 2011

Morto un Osama, se ne fa un altro


Sono un po' disconnessa in questi giorni, causa trasloco, non ho la TV e Internet soltanto per qualche ora al giorno. Così, mi sono limitata a riflettere su quello che ho letto riguardo alla morte del mitico Osama Bin Laden. A me pare una buffonata. L'impiccagione di Saddam ci è stata mostrata urbi et orbi con tanto di video raccapricciante, e qui non esiste uno straccio di fotografia, se escludiamo quelle taroccate che circolano da anni. La sepoltura in mare?

Il mare è a oltre 1000 chilometri da dove si trovava lo sceicco, e poi prassi vuole che quando si uccide un ricercato si compiano indagini, ricerche, rilievi sul corpo, e non che ci si affretti a caricarlo su un aereo e a lanciarlo in mare come un desaparecido qualsiasi. Infine, si tratta di un miliardario membro di una delle famiglie più influenti del mondo intero, che non ha bisogno di nascondersi in una catapecchia pakistana. Gli bastano una bella villa blindata a Ginevra e le sue guardie del corpo per non essere disturbato.

Ma non ho modo di provare alcunché, quindi basta così con le illazioni sul percome e perquando.

Non riesco però a non provare una sottile vena di rimpianto leggendo i titoloni su Internet, e pensando invece a Fukushima che continua a spargere veleno, alle bombe che cadono sulla Libia, ai palestinesi che cercano almeno di far pace tra loro, al barile che tocca i 115$, alla crisi alimentare, ai tornado e ai terremoti che imperversano su mezzo pianeta. Tutto questo è svanito nel nulla, per fare posto alla morte di un fantasma.

Quando sarà finito l'effetto Osama, bisognerà trovarne subito un altro. Un altro spettro che nasconda le magagne del mondo con i suoi effetti speciali, e che ci lasci a fare ohh e ahh guardando il solito dito invece dell'ormai dimenticata Luna.

di Debora Billi
Tratto da: http://www.megachipdue.info/tematiche/democrazia-nella-comunicazione/6081-morto-un-osama-se-ne-fa-un-altro.html

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