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martedì 26 aprile 2011

Le bugie di un usciere neoliberista



“Si faccia curare e non mi importuni più, che ho cose più serie di cui occuparmi”. Marco Travaglio così risponde a un lettore che criticava il suo lavoro sulla base di quanto io ho documentato a fondo. L’usuale arroganza cafona di questo uomo sarebbe solo una sua piaga privata che non ha pubblica rilevanza, non fosse che costui ha “cose più importanti di cui occuparsi”.

Ecco di cosa si occupa Marco Travaglio:

Ingannare incessantemente gli italiani in prima serata e sulla stampa per abbattere il governo del politico che non obbedisce alla finanza speculativa internazionale e per riportare in Italia gli uomini del modello Neoliberista anglosassone nel pugno d’acciaio di Wall Street, della City e del Trattato di Lisbona: Il Vero Potere. Riportare cioè a Palazzo Chigi gli affiliati italiani alla Mafia di coloro che hanno “distrutto il 40% della ricchezza planetaria con una frode criminale” (Matt Taibbi, Democracy Now) e che sono autori di “un colpo di Stato finanziario in piena regola” (Michael Hudson, New Economic Perspectives), cioè Mario Draghi e i notori ‘tecnici’.

Questo fa Marco Travaglio, oltre a tacere il motivo per cui lui, Genchi e De Magistris hanno abbandonato di colpo il giudice Clementina Forleo, quella dell’altrettanto abbandonato slogan “Clementinafaccisognare”, la protagonista di un intero capitolo scomparso misteriosamente dalle bozze del noto libro di Genchi, quella soprattutto che aveva messo le mani sul centrosinistra interamente manovrato dal Vero Potere. Non ci è dato sapere se egli esegua ordini discussi con gli uomini che ho elencato nel precedente Aggiornamento, o se semplicemente le sue idee coincidano con le loro.

Il risultato è il medesimo, egli funge da loro usciere mediatico in Italia.

Chi mi legge sa bene quali crimini contro la democrazia e contro i salari quel modello ha commesso, li ho documentati con fonti autorevoli. Ha svuotato del tutto la democrazia stessa e sta portando il più feroce attacco ai redditi della Storia moderna. Marco Travaglio lo ammira. Fin dalla storica intervista da Daniele Luttazzi, ha martellato gli italiani con bugie sulla probità di quel modello criminale.

Va smentito, lui più di altri come lui, per via dell’enorme potere di persuasione che è riuscito ad ottenere, infatti egli è oggi il più potente infiltrato neoliberista e filo sionista del Vero Potere nelle fila dell’alternativa in Italia (e questo la dice lunga sull’acume della sinistra italiana che ne ha fatto un eroe, troppa pena per commentare oltre).

Altrimenti, credetemi, non passerei queste ore a scrivere di un Vip cafone.

Dunque ecco le sue falsità di usciere del Vero Potere, con l’evidenza del contrario.

1) La Gran Bretagna è “un Paese serio”. I conservatori inglesi cacciarono in galera il ministro Jonathan Aitken perché aveva mentito in un’ aula di giustizia su chi pagò la camera d’hotel della figlia in ferie.


Se ne uscì con questa falsità durante la sopraccitata intervista a Luttazzi in Tv. Al tempo rimasi stupito, e non compresi subito il significato di quell’esaltazione della destra britannica, cioè di Thatcher allieva di Milton Friedman. Disse Travaglio che il ministro inglese Jonathan Aitken era stato ammanettato per quella pur minima violazione di etica politica.

Applausi dal pubblico adorante, ma tonto.

Vi sembra possibile che si finisca in carcere per una cosa simile, pur anche in Gran Bretagna?

La realtà: Aitken era ministro per gli appalti bellici del governo Major 1992, e fu beccato a dirigere un traffico illegale di armi in una triangolazione col trafficante libanese Said Ayas e con un principe saudita, in un mare di mazzette milionarie che coinvolgevano grandi aziende inglesi come VSEL, GEC, Westland, cioè una Tangentopoli in piena regola. Mentì non sulla ridicola storia dell’hotel della figlia, ma su un incontro coi malfattori in un hotel di lusso a Parigi, pagato dal trafficante Ayas. Mentì su uno scandalo criminale di proporzioni storiche, e finì in galera, anche per aver costretto la povera figlia a mentire in tribunale. Fu sfortunato, perché questo è il Paese dove c’è un intero governo che ha mentito alla nazione sull’entrata nella Guerra al Terrorismo, che è costata la vita a 541 suoi concittadini e a circa 2 milioni fra iracheni e afghani, in un intreccio sordido con i servizi dell’odiato Berlusconi; che precedentemente aveva violato ogni norma di legalità internazionale bombardando in Kosovo 372 fabbriche pubbliche e solo 14 carri armati serbi, per poi vendere il Kosovo per intero ai privati attraverso la Kosovo Trust Agency; che ha armato i torturatori indonesiani a Timor e quelli turchi in Kurdistan.

Il leader di questa banda di criminali è oggi libero e persino ammirato: l’esimio Tony Blair.

E’ lo stesso Paese dove una massa di parlamentari sono stati beccati nel maggio 2009 a rubare soldi pubblici per decine di milioni di sterline falsificando fatture su ogni sorta di finta spesa; implicato fu l’intero parlamento eletto nel 2005, in galera sono finiti in 3 su 650 e per pochi mesi. Il Paese dove “lo scarico sui poveri contribuenti delle perdite delle banche d’affari ha lasciato la maggioranza delle famiglia schiacciata da tagli nel loro reddito paragonabili a quelli degli anni ‘20” (Philip Stephens, Financial Times), cioè un trasferimento truffa di immensi capitali dalla gente a chi delinque coi loro risparmi, e dove nessuno dei criminali è oggi in carcere, roba da far impallidire Tangentopoli e Craxi 200 volte. Dove i tagli all’istruzione lasciano la nostra Gelmini a sembrar compassionevole, infatti una ricerca della Ipsos Mori in Gran Bretagna ha rivelato che il vertiginoso aumento dei costi universitari pianificato dal presente governo taglierà fuori dagli atenei fino ai 2/3 (sic) degli studenti meno ricchi.

Ma nelle menzogne di Travaglio questo è il “Paese serio”, quello che mette in galera i politici per aver mentito sulle vacanze di una figlia. E’ anche, incidentalmente, la culla storica del modello Neoliberista e di una delle due sedi dalla Mafia internazionale: la City.

2) Nel sistema americano non c’è conflitto d’interessi.


Per Travaglio questo fenomeno è la vergogna di Berlusconi, negli USA, cioè “nei Paesi seri” non s’è mai visto nulla del genere. Più falso di così si muore. E’ vero che negli Stati Uniti non vi è un politico preminente con un conflitto d’interessi, ma questo solo perché il conflitto d’interessi in America è la politica tutta. Come dire: sulla loro maglia non c’è una macchia nera, perché è la maglia tutta a essere nera.

Esempio:

2001-2008, tutta l’industria petrolifera e militare USA è alla casa Bianca in blocco, letteralmente. E cosa fa? Incendia il mondo intero per far fluire profitti immani nelle sue casse. Gli attori sono il vicepresidente Dick Cheney, il Segretario di Stato Condoleezza Rice, il ministro della Difesa Donald Rumsfeld, l’ex Segretario di Stato di Bush sr. James Baker III, il ministro della Giustizia Alberto Gonzales, il consigliere Carl Rove, il capo del Carlyle Group Frank Carlucci (CIA), e i funzionari governativi Robert Zoellick, Thomas White, George Schultz, Jack Sheehan, Don Evans, Paul O’Neill, Zalmay Khalilzad, William Winkenwerder, Mark Weinberger, Kathleen Cooper, Eugene Hickock, Larry Lindsay; tutti personaggi che escono dal business petrol-militare, entrano al governo, e finito il mandato rientrano nello stesso business dopo averlo ingrassato a dismisura, cioè rientrano in Shell, Mobil, Union Carbide, Huntsman, Amoco, Exxon, Alcoa, Conoco, Carlyle, Halliburton, Kellog Brown & Root, Bechtel, Enron ecc. George W. Bush è il politico più ‘oliato’ nella Storia americana. Dick Cheney: 1991 al governo incendia l’Iraq letteralmente – esce dal governo e torna in Halliburton – ricostruzione Iraq, appalti a pioggia ad Halliburton – 2000 esce da Halliburton e torna al governo, Halliburton gli finanzia la campagna elettorale a suon di milioni di dollari – 2003 re-incendia l’Iraq – Halliburton riemerge in un mare di appalti – oggi Cheney prende un bonus da Halliburton di 1 milione di dollari all’anno.

2008-2011: Wall Street entra a palazzo con Obama, in blocco, con Larry Summers (Citigroup), Bob Rubin (Goldman Sachs), Tim Geithner (FED di New York), Henry Paulson (Goldman Sachs), William Daley (JPMorgan Chase), Gene Sperling (Goldman Sachs), Paul Volcker (Rothschild, Rockefeller), Mark Patterson (Goldman Sachs). Daley addirittura ha mantenuto 8 milioni di dollari d’interessi in JP Morgan e nessuno ha fiatato. Obama ha come maggior finanziatore della sua campagna elettorale Goldman Sachs, e infatti mentre 60 milioni di americani con figlie e mogli tremavano a rischio di sfratto e rovina finanziaria per causa delle truffe di Wall Street, Obama ha sborsato 11 mila miliardi di dollari per salvare solo i suoi amici banchieri, per primi Goldman Sachs con subito 14 miliardi di dollari. Sono prestiti scandalosi che funzionano così: Washington ci mette l’85% del denaro per ripianare i buchi delle banche, queste ci mettono il 15%. Se le cose gli andranno bene, le banche s’intascano i profitti; se invece andranno male perdono solo il 15%, perché l’85% lo ha messo il governo. L’economista Warren Mosler ha calcolato che quello che oggi negli USA è chiamato ‘Government Sachs’ ha diretto il più colossale trasferimento di ricchezza dal basso all’1% degli americani nell’intera storia degli Stati Uniti. Conflitto d’interessi di Berlusconi = 7,5 miliardi di dollari - Conflitto d’interessi di ‘Government Sachs’ = 11 mila miliardi di dollari. Fate le proporzioni. Qui è il Cavaliere a impallidire 200 volte.

Alcune altre chicche:

Bill Clinton e Al Gore sono stati fra i principali elargitori dei contratti No-bid Cost-plus, dove l’appalto è assegnato dallo Stato senza gara, mentre i costi sono rimborsati alla ditta prescelta semplicemente in base alle sue dichiarazioni di spesa, e senza che alcuna Authority statale possa controllare alcunché. I fondi così sperperati da Washington hanno raggiunto le decine di miliardi di dollari di denaro pubblico a favore dei soliti amici dentro e fuori, fuori e dentro il governo. Poi c’è la saga dei coniugi Phil e Wendy Gramm, inzuppata nel conflitto d’interessi a tal punto da essere grottesca. Nel 1992 la Enron ricevette favori dalla US Commodity Futures Trading Commission sotto la direzione di Wendy Gramm. Fatto il favore, la signora Wendy lasciò la commissione e divenne membro del consiglio di amministrazione della stessa Enron. Indisturbato, suo marito Phil, finanziato in politica da Enron, sedette al Senato degli Stati Uniti fino al novembre del 2002 dove sfacciatamente coprì Enron fino all’inevitabile crack. Berlusconi sembra la bottega del calzolaio della Fantuzza di Medicina confronto a questi. Travaglio lo sa benissimo, mai che s’intacchi il “Paese serio” governato da ‘Government Sachs’.


3) Tangentopoli, vergogna italiana


Idem come sopra, ma peggio. Negli USA le mazzette sono state molto più immorali di quanto Craxi abbia mai saputo fare. La più recente Tangentopoli americana ha trionfato sul sangue di oltre un milione di iracheni e oltre 4.600 americani, e su una nazione ridotta in macerie. Guerra in Iraq, Cheney dirige le operazioni ed è un uomo della Halliburton (si legga sopra). Halliburton importava in Iraq del petrolio sotto la supervisione USA, e lo metteva in vendita ai civili iracheni. Fu scoperto che frodavano gente ridotta alla disperazione facendosi pagare il greggio 2,64 dollari al gallone, quando l’esercito americano lo poteva importare per soli 1,57 dollari. Una tangente più ignobile di questa è difficile da ricordare. La consociata della Halliburton, Kellog Brown & Root (KBR), si face pagare 73 milioni di dollari dal governo di Bush jr. per le roulotte destinate alle truppe statunitensi; si scoprì che il preventivo per delle caserme in muratura costruite da altri era della metà esatta, Halliburton aveva amici alla Casa Bianca. KBR intascò poi 88 milioni di dollari per tre milioni di pasti destinati alle truppe che in realtà non furono mai forniti. La stessa ditta ottenne dai soliti noti l’appalto per le riparazioni radio dell’esercito statunitense in Iraq, un’attività espropriata ai tecnici militari americani e pagata alla KBR sei volte di più del preventivo dell’esercito USA. Halliburton organizzò in Iraq i cosiddetti Burn Pits, e cioè degli immensi roghi dove gettava equipaggiamento nuovo ma solo leggermente difettoso, oppure camion e jeep perfettamente funzionanti ma con un semplice pneumatico forato. Ogni pezzo di equipaggiamento così sprecato veniva poi rimborsato da Washington a prezzo di nuovo. La Tangentopoli USA ha anche visto cifre da capogiro passare dal governo a grandi aziende come Carlyle, DRS Technologies, Engineered Support Systems, United Defence Industries, e da queste aziende tornare in parte ai sopraccitati politici in contributi elettorali e, una volta usciti dai loro mandati, in consulenze milionarie. Travaglio è silente su tutto ciò.

4) In America Obama è stato eletto coi soldi della gente. In Italia i politici si fanno leggi e trucchi per finanziarsi i partiti.


Nel Paese col più colossale conflitto d’interessi al mondo non occorrono leggicole per trovar soldi, perché i soldi sono il governo e il parlamento, punto. I ‘ladroni’ italiani sono solo rimasti indietro, e devono rubacchiare per stare in politica. Negli USA le corporations e le lobby finanziarie semplicemente dividono elargizioni da capogiro fra i due massimi partiti a seconda di chi gli promette più favori. Un’occhiata alla documentazione della Federal Election Commission americana toglie ogni dubbio su quanto ho appena affermato. Per venire a Obama, nel 2008 egli ha preso un totale di 116 milioni di dollari dal comparto Wall Street, Farmaceutici, Assicurazioni Salute, Avvocatura, Computers, e i cosiddetti soldi della gente sono in realtà suddivisi in un pool di spiccioli da parte dei cittadini comuni, e un mare di milioni di dollari in donazioni di singoli capitalisti e investitori. Il modello Neoliberale che Travaglio esalta è proprio quello che si fregia di aver introdotto la corsa al Libero Mercato nel finanziamento alla politica, con i risultati di cui la maggioranza degli americani si vergogna.

5) Freedom House


E’ l’organizzazione che per qualche tempo è sembrata tutt’uno con Marco Travaglio, anzi, sembrava l’avesse fondata lui, ne parlava sempre. E’ quella che stila ogni anno le classifiche della libertà d’informazione negli Stati. E poiché aveva riservato all’Italia del Cavaliere un piazzamento pessimo, allora apriti cielo… la Freedom House qui, la Freedom House là, la Freedom House su, la Freedom House giù… tutti gli adoranti seguaci del cronista a citarla, strombazzarla, gridarla, conviti tutti, a centinaia di migliaia in Italia, che si tratti di un’autorevole bastione della democrazia dove belle anime dedite ai diritti civili studiano per svelare al mondo i despoti massmediatici come Berlusconi. Una balla olimpionica, e naturalmente pedalata a tutta forza da Travaglio, perché si tratta invece di un bastione di canaglie di destra e neoliberali con un pedigree da far vomitare. Ecco la Freedom House:

Fondata nel 1941, giudica il lascito storico americano in Asia come “straordinariamente valido”, chissenefrega delle fosse comuni di oltre 2 milioni di filippini e di indonesiani trucidati direttamente o indirettamente dagli Stati Uniti. E’ contigua alle maggiori lobby ebraico-americane pro Israele, come l’AIPAC o il B'nai B'rith, con loro uomini del consiglio d’amministrazione. Con Reagan promuove i ‘valori’ americani nel Centro America, cioè le squadre della morte del Salvador e i Contras del Nicaragua, responsabili dell’annientamento della società civile di quei Paesi (gli USA condannati nel 1986 alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja per “terrorismo”). Giudica le elezioni salvadoregne di quell’epoca come “ammirevoli”, mentre gli Stati Uniti e il battaglione Atlacatl massacravano migliaia di contadini civili. Giudica le elezioni razziste della Rodesia di Ian Smith come “libere” (sic). Vi ha lavorato Otto Reich, lobbista per l’industria di armamenti Lockheed-Martin coinvolto nello scandalo Iran-Contras. Nella Board of Trustees della Freedom House hanno militato i più noti neoconservatori del club di George W. Bush, come Donald Rumsfeld, Paul Wolfowitz, Jeane Kirkpatrick, Samuel Huntington, Zbigniew Brzezinski, l’ex capo della CIA James Woolsey. Zbigniew Brzezinski era a busta paga della Amoco, che nel 1997 aveva interessi petroliferi in Azerbaijan. Ma l’ Azerbaijan di Geidar Aliyev era un incubo dei diritti umani e questo non figurava benissimo, per cui che fare? Brzezinski si piazzò alla Freedom House ed ecco che nel suo rapporto sulla libertà nel mondo l’Azerbaijan di colpo salì di merito: via ai contratti del petrolio. Ha criticato il governo tedesco nel 2001 per aver messo fuori legge la propaganda nazista su Internet (sic). Il fondo del grottesco si tocca nei voti al Sudafrica dell’Apartheid, anch’esso “quasi libero”. Travaglio sa questo, non è un ignorante, e di nuovo usa una cloaca di destra neoliberista e neoconservatrice come arma per attaccare il nostro ‘regime’ (quel ‘regime’ fra parentesi che gli permette di stare in prima serata Tv da 5 anni).

6) In America chi froda lo Stato va in galera.


Falsificare la realtà oltre il livello di quest’affermazione richiede genio. Se Marco Travaglio pronunciasse questa menzogna in un bar della Middle America sarebbe linciato, meglio che ste oscenità le dica al sicuro alla RAI dei suoi patron. Ecco chi va in galera negli Stati Uniti per aver frodato lo Stato: una ragazza madre nera dell’Ohio con due bimbi che ha mentito sulla residenza per ottenere fondi pubblici per mandare i suoi figli in una scuola migliore. L’hanno processata e il giudice ha insistito su una condanna modello di 5 anni di carcere (commutata dopo rivolta popolare). Ecco chi NON va in galera negli Stati Uniti: gli autori della più scandalosa frode finanziaria della storia dell’umanità, quella che è costata il lavoro a 30 milioni di esseri umani, che ha messo in ginocchio l’economia mondiale, e che sarà pagata da due generazioni di nostri figli almeno. Sto parlando dell’amministratore delegato di Goldman Sachs Lloyd Blankfein e di John Paulson, proprietario dell’omonimo Hedge Fund, che da una parte vendevano a cittadini, pensionati, Comuni e banche miliardi di dollari in prodotti finanziari che i loro tecnici in telefonate intercettate chiamavano “merda” “fogne”, ma che i loro complici della agenzie di rating garantivano come eccellenti, mentre dall’altra scommettevano miliardi che gli stessi prodotti sarebbero falliti (trascinandosi dietro milioni di risparmiatori e famiglie). Non va in galera Joseph Cassano della AIG, che con una frode da 500 miliardi di dollari ha messo in ginocchio il sistema creditizio del pianeta, con conseguenze così drammatiche da essere già scritte nei libri di Storia. Non è in galera Dick ‘il gorilla’ Fuld, il boss di Lehman Brothers, che ha compiuto pressoché tutti i reati di falso in bilancio esistenti nella giurisprudenza americana, che ha evaso 250 milioni di dollari, che ha mentito sotto giuramento al Congresso USA. Non sono in galera, e sapete dove sono? A contare i milioni su milioni che hanno invece guadagnato dai loro reati: Goldman incassa dalla crisi che ha alimentato con immensi inganni 15 mila milioni di dollari di bonus per i suoi manager– John Paulson incassa dalla medesima truffa 12 mila milioni di dollari – Joseph Cassano 315 milioni di dollari – Dick Fuld 485 milioni di dollari, e i suoi 5 top managers mille miliardi di dollari. E questi sono solo la punta dell’iceberg, ce ne sono centinaia di impuniti così in America. Mi si dirà che uno in galera c’è, si chiama Bernard Madoff. Prima cosa Madoff ha frodato per cifre ridicole confronto ai sopraccitati, secondo non era coinvolto nel grande crimine di Wall Street, e infine costui sta dentro per un solo motivo: perché le sue vittime erano miliardari di New York, e non pensionati, insegnanti, camionisti, o coppie di semplici impiegati freschi di nozze. Questa è la realtà del “Paese serio” che Travaglio propaganda incessantemente, descritta da quelli che questo usciere nostrano non citerà mai, come il senatore Carl Levin, che ha detto: “Questa è la storia di un assalto finanziario che è costato a milioni di americani i loro lavori e le loro case, mentre ha spazzato via chi investiva, le aziende sane e i mercati... E’ una lurida storia di conflitti d’interesse e di estrema cupidigia”.

E c’è molto di peggio, perché nel “Paese serio” di Travaglio, il sistema giudiziario è forse ancora più corruttibile del nostro. Domanda: perché la magistratura americana non è riuscita a fermare quei banditi prima del crollo? Risponde il giornalista investigativo Matt Taibbi, da sempre alle calcagna di Wall Street: “Perché nella magistratura americana ci sono conflitti d’interesse e pressioni politiche sconcertanti. Tutti i più autorevoli magistrati o funzionari incaricati di sorvegliare Wall Street si erano venduti a Wall Street, nei nomi di Mary Jo White, Linda Thompson, Gary Lynche, Paul Berger, cioè hanno lasciato i pubblici uffici e sono diventati consulenti delle grandi banche, con stipendi da tre o quattro milioni di dollari all’anno. Il segnale per i colleghi è preciso: non disturbare le banche, se no a fine mandato addio alle consulenze milionarie. I pochi che invece hanno tenuto fede al mandato di giustizia sono finiti malissimo. Due brevi esempi: uno è Gary Aguirre della Security Exchange Commission, indagava sul banchiere John Mac, amico di Bush jr. e di Hilary Clinton e coinvolto nell’insider trading. La SEC gli dice “non continuare”, Aguirre insiste, è licenziato su due piedi. Poi Oliver Budde, avvocato, prima cacciato dalla Lehman per essersi rifiutato di truffare, poi ignorato dai magistrati quando si rivolse a loro per denunciare Lehman. Oggi è un uomo bruciato”. Nel “Paese serio” di Travaglio, quando uno degli impuniti della Mafia finanziaria è sotto il mirino dei pochi magistrati ancora integri, ci pensa il sistema stesso a garantirgli l’impunità. Sempre Taibbi: “L’attuale capo del braccio investigativo della SEC, Robert Khuzami, incontra gli avvocati di Wall Street e gli dice: abbiamo una nuova politica, per cui se i vostri clienti sono indagati o già sotto accusa, potete venire da noi e noi vi diciamo se i magistrati vi stanno incriminando. Se sì, potete patteggiare con noi un condono, e non avrete più problemi”. Immaginate una legge del genere proposta da Berlusconi. Ma gli strali di Travaglio viaggiano solo nella direzione del Paese non serio, e mai verso i lidi di ‘Government Sachs’. Eppure queste realtà sono davanti agli occhi di chi di mestiere fa (farebbe) il cronista.


Che i lettori sappiano cosa accade inoltre nei “Paesi seri” del Neoliberismo anglosassone sdoganati da questo usciere del Vero Potere: ci sono 40 milioni di persone che mangiano una sola volta al giorno (USA, dati Dipartimento dell’Agricultura); ci sono 45 milioni senza assistenza sanitaria (USA) con Obama che ha fatto una riforma che ha regalato per legge 70 miliardi di dollari alle assicurazioni private; c’è il sistema scolastico più iniquo del Pianeta (USA); c’è un ministro del lavoro che si chiama Jeffrey Immelt, che era l’AD di General Electric con metà della sua forza lavoro delocalizzata in Cina… è ministro del lavoro! (USA); ci sono le menzogne dell’ammirato Obama (da Travaglio) che parla di iniquità sociale e ha appena varato tagli al budget che “per ogni dollaro preso dalle tasse dei ricchi ne ruba 2 da istruzione, sanità, e benefit alle famiglie” (USA, da The Nation); c’è una situazione di Stato Sociale talmente disastrosa che Medicines du Monde ha dovuto aprire delle tende per fornire assistenza sanitaria ai poveri del quartiere di Hackney a Londra (GB); c’è un abbandono industriale che, secondo il The Guardian, “ha riportato i livelli di povertà nel nord industriale ai livelli Vittoriani della fine ottocento” (GB). Fa venire la nausea quando il falsario Marco Travaglio, uno degli uomini più informati d’Italia, infarcisce le sue prediche ad Annozero con parole come “i poveri operai italiani… il futuro dei precari”, lui che incessantemente nasconde tutti i sopraccitati disastri sociali ma esalta i loro potenti esecutori nei “Paesi seri”.

Questo usciere del Neoliberismo finanziario è celebre per la sua lotta a un politico italiano che nella scala dei pericoli per la democrazia e per la Costituzione del nostro Paese sta al ventesimo posto e forse più sotto. Chi ha letto Il Più Grande Crimine sa benissimo di cosa parlo e come l’ho documentato. I veri crimini che Travaglio deve far espiare a Berlusconi non sono affatto le leggi ad personam o la sua possibile contiguità con la Mafia regionale, ma il fatto che “Berlusconi vuole evitare le urgenti riforme strutturali del mondo del lavoro e delle pensioni”, come confessa al New York Times l’opinionista del Fatto Quotidiano Fabio Scacciavillani, uomo di Goldman Sachs e degli Hedge Funds dentro il giornale del buon Marco; e il fatto che “Berlusconi è un nemico dichiarato del Libero Mercato che non fa ciò che è necessario”, scritto in prima pagina dal Wall Street Journal nel marzo 2008. E’ per questo che Travaglio lavora forsennatamente per sdoganare alla sinistra italiana degli elettori PD e IDV, ma anche oltre, il modello Neoliberista anglosassone responsabile della morte della democrazia e del più feroce attacco ai salari della Storia moderna. E lo fa ingannando in prima serata Tv. Ora lo sapete.



di Paolo Barnard

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