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martedì 5 aprile 2011

Il mistero dell’affondamento del Kursk. Si rischio’ davvero la terza guerra mondiale?

Leggendo qua e là diversi e approfonditi resoconti giornalistici sull’affondamento del sottomarino nucleare russo Kursk, avvenuto nel lontano Agosto del 2000, quando Putin era stato da poco eletto a Capo del Cremlino, sono rimasto letteralmente tramortito nel leggere che in quel periodo si fu a un passo dallo scoppio della Terza Guerra Mondiale, nell’assoluta ignavia in cui fu lasciata l’opinione pubblica.

  


I resoconti di cui parlo insistono ad esempio ad affermare che la causa certo probabile (probabile a causa del silenzio pilotato in cui fu avvolta l’intera vicenda, sia da parte russa che americana) di simile terribile disastro potrebbe essere stata un’azione ostile da parte di un sottomarino americano, che, forse dopo essere stato speronato dal gigante dei mari, fiore all’occhiello della marina russa e ritenuto uno dei più grandi e pericolosi sottomarini di tutti i tempi, avrebbe sparato contro di esso un siluro che avrebbe fatto incendiare il comparto dove si trovavano appunto stivati i gioielli del tipo “shkval”, siluro sofisticatissimo in grado, secondo gli esperti, di navigare verso il bersaglio ad una velocità impressionante, grazie ad una innovazione tecnologica che i russi stavano in quel tempo sperimentando.

Stando sempre a certe voci, a quella poderosa esercitazione nei mari del nord stavano partecipando anche ufficiali della Cina, alla quale la Russia forse intendeva vendere i suoi siluri per rimpinguare le sue magre risorse finanziarie e per cercare di attirarla in un proprio programma militare capace di contrapporsi agli occidentali, in un momento nel quale la Russia era sulla difensiva specialmente dopo il feroce bombardamento cui fu sottoposta la Serbia, tradizionale sua alleata, durante la liberazione del Kosovo nel 1999.

Ad affondamento avvenuto, si apprende che alcuni aerei russi, senza alcuna comunicazione alla controparte della NATO, si alzarono in volo per cercare di intercettare un sottomarino sospetto che pian piano si stava allontanando dal sito della catastrofe, verosimilmente anch’esso colpito in quella che aveva tutta l’aria di essere stata una vera e propria battaglia sottomarina.


Si raccontano anche di interviste ad ufficiali russi che parlavano chiaramente di questo increscioso e ostile atto di guerra da parte dell’unità americana e almeno un articolo di un giornale russo che avanzava simile drammatica ipotesi si disse che fu immediatamente censurato e ritirato dalla pubblicazione già avvenuta, elemento, questo, che la dice lunga sulla possibilità che il sottomarino russo possa essere stato colato a picco proprio da un siluro delle forze navali americane che transitavano in quel raggio di mare per controllare le manovre militari in corso da parte delle forze marittime russe.

Non si dimentichi peraltro che proprio poco tempo prima dell’evento drammatico in cui persero la vita più di un centinaio di marinai russi, era stata arrestata una spia americana verosimilmente sulle tracce dei segreti dello shkval e anche questo è un dettaglio da non sottovalutare, perché ci fa capire in maniera chiarissima che forse in quel tempo le potenze occidentali erano ferocemente impegnate a carpire ai russi i suoi segreti militari, elemento che potrebbe averli spinti a commettere qualche errore di troppo.

Sarebbe poi risaputo che dopo la tragedia si susseguirono tra Putin e Clinton telefonate molto concitate e drammatiche e a quanto pare la controparte russa ottenne molto verosimilmente dall’America un risarcimento danni in diversi miliardi di dollari, oltre alla cancellazione del suo debito finanziario nei confronti degli Stati Uniti, anche questo un particolare non di poco conto in quanto segnala un certo coinvolgimento statunitense nella terribile catastrofe.

Il fatto poi che lo scafo del Kursk venne quasi deliberatamente lasciato in fondo al mare, pur non essendo a più di cento metri di profondità (e stando agli specialisti vi era nel sottomarino nella parte posteriore un portellone che qualora il mezzo fosse stato rialzato verticalmente sarebbe fuoriuscito dal mare permettendo la salvezza dell’equipaggio rimasto dopo l’esplosione sulla prua del sommergibile), anche questo fatto dunque sottolinea l’assoluta volontà, seguita forse ad un accordo russo-americano, di mantenere segreta la dinamica dell’affondamento per non creare ulteriori frizioni tra la Russia e gli Stati Uniti.

Se questi fatti riportati fossero davvero confermati, pertanto, si porrebbe un quesito davvero sconvolgente: si rischiò davvero la Terza Guerra Mondiale in quel frangente?

La risposta, a distanza ormai di più di dieci anni dall’evento, non può che essere sì.

Tratto da: http://mstatus.splinder.com/post/15426226/il-mistero-dellaffondamento-del-kursk-si-rischio-davvero-la-terza-guerra-mondiale

Per approfondimenti guarda i video:











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